I primi 70 anni del liechtensteinese Von Opel: monaco e pilota F.1
Il 14 ottobre 1947 nacque a New York il rampollo della famiglia che fondò l'omonima Casa automobilistica tedesca: oggi ritiratosi in un monastero buddhista, fu l’unico driver del Principato alpino al via di un Gran Premio...
Foto di: LAT Images
Immerso nella secolare quiete di un monastero buddhista, da qualche parte in un remoto luogo della Thailandia, inevitabilmente lontano da ogni desiderio prosaico e da ogni condizionamento terreno, si sarà fatto scivolare addosso anche una ricorrenza significativa in Occidente come il settantesimo compleanno.
Già, perché Frederick “Rikky” Von Opel, rampollo della famiglia fondatrice dell’omonima casa automobilistica tedesca e unico pilota con nazionalità del Liechtenstein ad avere disputato un Gran Premio di Formula 1, consacratosi in seguito al monachesimo, nacque a New York il 14 ottobre 1947, esattamente sette decadi or sono.
Capace di interrompere in maniera irrevocabile ogni legame con il passato e di ritirarsi in meditazione in terra siamese nel solco della tradizione del Nibbana, indicata come l'assenza completa di qualsivoglia desiderio, quindi anche di sofferenza, Von Opel ha pressoché fatto perdere le tracce di sé, risultando irraggiungibile.
Pochi conoscenti conservano l’indirizzo di una vecchia casella postale in Thailandia, unico contatto di “Rikky” con il mondo contemporaneo, ma nel giorno in cui compie settant’anni vale comunque la pena augurargli un lungo avvenire, ricordandone le gesta in campo automobilistico e sperando che il messaggio di quello che fu il suo modo in età giovanile gli giunga forte e chiaro.
Figlio di Fritz von Opel e bisnipote di Adam Opel, artefici nel corso del Novecento del consolidamento del gruppo Opel, esordì automobilisticamente in Formula Ford nel 1970 con lo pseudonimo di “Antonio Branco”, onde nascondersi all’ostracismo della famiglia che non vedeva di buon occhio l’impegno sportivo nel motorsport, per passare in Formula 3 nel biennio 1971-1972.
Aggiudicatosi il titolo del Lombard North British Formula 3 Championship nell’ultimo anno cadetto con una Ensign, sfruttò l’onda del successo per proiettarsi velocemente in Formula 1 proprio con la scuderia britannica creata da Mo Nunn, che nella stagione 1973 mosse i primi passi di un’avventura settennale.
In tutto si iscrisse a 14 Gran Premi in due stagioni con Ensign e Brabham ufficiali, riuscendo a qualificarsi in dieci occasioni fra Paul Ricard 1973 e Paul Ricard 1974, ottenendo come migliori risultati in gara due noni posti nei Gran Premi di Svezia e d’Olanda della seconda stagione, sue ultime uscite nel Circus iridato.
Nel 1973 esordì infatti congiuntamente alla scuderia Ensign e alla sua N173 nel GP di Francia, dove Frederick si qualificò 25esimo concludendo la corsa in 15esima posizione, con tre giri di ritardo dal vincitore Ronnie Peterson. Nel successivo evento a Silverstone prese il via dalla 21esima piazza e si classificò 13esimo, questa volta con ben sei tornate di ritardo dal mattatore Peter Revson.
Zandvoort portò un po’ di luce sul sodalizio Ensign-Von Opel, che scalò la griglia di partenza fino al 14esimo slot (davanti a due campioni del mondo come Emerson Fittipaldi e Graham Hill!), ma la presenza di crepe nel telaio, individuate soltanto la domenica mattina, indussero il team principal Mo Nunn a dichiarare forfait in extremis, e gli stessi guai impedirono al sodalizio anglo-liechtensteinese di partecipare al successivo GP di Germania.
Altrettanto problematici si rivelarono i Gran Premi d’Austria e d’Italia, gli ultimi sul suolo europeo, dove Von Opel fu fermato da un’avaria al sistema di rifornimento del carburante e dal surriscaldamento del motore, dopo avere preso la partenza rispettivamente dalla 19esima e dalla 17esima posizione.
In Nord America, andò anche peggio: “Rikky” e la N173 si classificarono in entrambe le occasioni ultimi (26esimo a Mont Trémblant e 27esimo a Watkins Glen), non classificandosi in Canada perché giunto con ben 12 tornate di ritardo dal mattatore finale e dovendosi arrendere negli Stati Uniti nella corsa conclusiva del 1973 con l’acceleratore bloccato addirittura al primo giro.
Malgrado premesse tanto negative e nessun punto conquistato nella stagione precedente, Von Opel decise di dare fiducia nuovamente al progetto Ensign anche per il 1974, ma la sua scelta si rivelò molto presto sbagliata. La MN174 scesa in pista a Buenos Aires si rivelò anche peggiore della N173 e così poco maneggevole da venire ritirata ancor prima del semaforo verde: “Rikky” si era qualificato 26esimo con sette secondi di ritardo dal poleman Ronnie Petersom e un secondo e mezzo dal penultimo, il britannico Guy Edwards.
Il pilota del Liechtenstein, saltati a piè pari i Gran Premi del Brasile e del Sud Africa, lasciò la scuderia inglese per accordarsi con la Motor Racing Developments di Bernie Ecclestone e subentrare a Richard Robarts sulla Brabham BT44-Cosworth in Spagna.
Malgrado questa vettura fosse decisamente migliore della Ensign MN174, pur se spinta da un analogo motore Ford, Von Opel faticò a eguagliare le performance del compagno di squadra Carlos Reutemann (vincitore quell’anno pressoché subito a Kyalami) nelle gare cui prese parte quarantatré stagioni or sono: Jarama, Nivelles, Montecarlo, Anderstorp, Zandvoort e, infine, Paul Ricard.
In terra iberica si qualificò 24esimo, salvo doversi ritirare in seguito a un trafilaggio di olio, mentre in Belgio scatto 22esimo e venne fermato soltanto dalla rottura del motore. L’iconico Gran Premio di Monaco rappresentò il momento più basso della stagione, laddove fu l’unico driver a non qualificarsi, suscitando le ire di Bernie Ecclestone e dello staff tecnico della Motor Racing Developments.
L’ascia di guerra del conflitto team-pilota fu dissotterrata temporaneamente in Svezia e Olanda, dove la combinazione Frederick Von Opel/Brabham BT44-Cosworth scucì due accettabili noni posti al traguardo, dopo avere occupato la 20esima e la 23esima piazza dei rispettivi schieramenti di partenza.
Si trattò di due fuochi di paglia, poiché la successiva mancata qualifica in Francia (in verità 24esimo su trenta concorrenti impegnati nelle prove cronometrate) portarono alla rescissione del contratto e alla sostituzione del driver dai natali newyorchesi con Carlos Pace: per ironia della sorte, il brasiliano aveva saggiato a propria volta una terza Brabham-Ford proprio a Le Castellet, mancando lo start in virtù della 25esima posizione in prova.
Il 6 luglio 1974, vigilia del Gran Premio di Francia e sabato di qualifica, rappresentò dunque l’ultimo atto della breve carriera nel motorsport di “Rikky” e l’ultima presenza di un pilota con cittadinanza del Principato del Liechtenstein in Formula 1. Von Opel è anche tuttora il solo ad avere deciso di ritirarsi a vita privata fra le mura di un luogo di meditazione e preghiera quale un monastero di fede buddhista, rinunciando a un ruolo fra le auto...
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