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Due Dallara separate da mezzo secondo

L'HRT di F.1 va poco più forte della Gp2: scopriamo il perché...

Sono entrambe delle monoposto Dallara. A Barcellona erano divise solo da un divario di mezzo secondo in qualifica. Un divario importante se si trattasse fra due compagni di squadra. E, infatti, non stiamo parlando della distanza in qualifica fra i due piloti della Hispania Racing Team, Karun Chandhok e Bruno Senna che più o meno era di questa portata. Stiamo analizzando, invece, la differenza fra l'ultima F.1 qualificata sulla griglia del Gp di Spagna e la migliore GP2. Vale a dire la HRT di Senna che ha girato in 1'27”122 e il tempo ottenuto da Jules Bianchi autore della pole position con la monoposto cadetta in 1'27”727. Poco più di mezzo secondo, appunto che è scomparso in gara, visto che Fabio Leimer con la GP2 ha spiccato un eccellente 1'31”229, facendo addirittura meglio di Chandhok che al 26. giro della gara aveva ottenuto un riscontro di 1'32”041, vale a dire che la F.1 è risultata più lenta della monoposto scuola di 0”8! Colin Kolles, team principal della HRT sostiene che la Dallara non avrebbe realizzato una monoposto adeguata agli standard della F.1 e i rilievi cronometrici sembrerebbero confermare questa impressione. Il fatto è che il costruttore è lo stesso, per cui è quanto meno anomalo che la GP2 risulti competitiva e performante (l'anno scorso il gap medio dalla F.1 era di circa 6/7 secondi), mentre ora il saldo è diventato negativo. È chiaro che i team che hanno costruito le loro monoposto secondo il budget cap ventilato dall'ex presidente della Fia, Max Mosley, e poi saltato prima del tempo, hanno messo in pista vetture poco raffinate e lente che si beccavano circa 7/8 secondi al giro al debutto. La Lotus ha quasi dimezzato il gap, mentre l'HRT non sembra progredire. E allora si arriva al nocciolo della questione: come è possibile che una F.1 con un motore V8 da 2.4 litri capace di 740 cv a 18 mila giri e un peso di 625 kg, rivaleggi con la più piccola Gp2 che dispone di un propulsore V8 di 4 litri con 612 cv a 10 mila giri e un peso di 688 kg? La risposta è semplice: non c'è stato lavoro di sviluppo. Perché? L'HRT è in rotta con Dallara. Kolles imputa alla struttura di Varano de' Melegari di aver realizzato una F.1 con poco carico. È indubbiamente vero, ma bisogna ricordare che il progetto è stato bloccato nell'inverno per la mancanza di soldi: Adrian Campos aveva finito le risorse economiche ed è stato costretto a cedere la sua quota perché il team non saltasse per aria. Il modellino in galleria non c'è più andato da fine novembre, proprio mentre gli altri team intensificavano il lavoro di sviluppo. Non deve stupire, quindi, se la HRT sul lungo rettilineo di Barcellona (una sorta di galleria all'aperto) ha registrato una velocità massima molto alta (309,5 km/h pur non disponendo dell'F-Duct), in linea con quella dei top team, mentre ha mostrato una grave carenza di carico aerodinamico. Non solo, ma proprio per l'acclarata carenza di budget il progetto di Gabriele Tredozi, capo progettista, è stato più volte rivisto al ribasso, per restare nella teorica disponibilità economica. I bracci delle sospensioni, per esempio, sono in metallo con una pelle in carbonio e non in materiali compositi: questa scelta costa circa 10 kg in peso nella delicata area delle masse non sospese. La cura dimagrante potrebbe proseguire cambiando i radiatori: sostituendo quelli in rame si toglierebbero altri 10 kg senza dover modificare un bullone. E 20 kg in F.1 valgono circa 6/7 decimi al giro. Un'enormità... La monoposto, insomma, è rimasta acerba, ma avrebbe dei margini di crescita. Kolles ha impugnato il contratto con Dallara e vuole chiudere la collaborazione: l'ingegnere parmense non vuole fare assolutamente resistenza, a patto che la HRT trovi un accordo economico per le pendenza che la factory emiliana non ha visto onorate. La rottura del cordone ombelicale avrebbe effetti benefici per entrambe le parti. L'HRT potrebbe avere tutti i disegni per sviluppare altrove (si dice nella sede di Colonia della Toyota) la monoposto secondo i dettami di Geoff Willis, il tecnico a cui è affidata la direzione tecnica della squadra. Per completare il quadro va detto anche che il team che va in pista è molto inesperto, come sono molto inesperti i due piloti, per cui è pensabile che finora non si sia tirato fuori tutto il potenziale di una macchina che è stata finita nei box del Bahrain, nel weekend del primo Gp. Kolles conta di rafforzare la parte tedesca del team (la base è in Germania, così come quasi tutto il personale), mentre il socio di maggioranza Carabantes, vorrebbe portare la struttura in Spagna nella regione di Murcia, disponibile a finanziare questo progetto di F.1. Il dualismo fra i due soci non aiuta a ricomporre una situazione molto difficile, ma se la HRT vuole andare avanti deve sciogliere urgentemente molti nodi. Affinché non diventino scorsoi...

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