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Honda: Simon ha chiuso il rapporto di consulenza sul motore F.1

Dopo quattro anni di collaborazione con la Honda, il motorista Gilles Simon, ha interrotto la sua consulenza con i giapponesi: dovrà stare fermo in gardening fino a luglio. I nipponici non hanno più seguito le sue linee guida sullo sviluppo.

Honda logo on the nose of the McLaren MCL32

Honda logo on the nose of the McLaren MCL32

LAT Images

Gilles Simon, Scuderia Ferrari, capo del reparto motori
Fernando Alonso, McLaren MCL32
McLaren MCL32 nosecone
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32, makes a pit stop
Yusuke Hasegawa, Senior Managing Officer, Honda
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Fernando Alonso, McLaren MCL32

Si è interrotto il rapporto di collaborazione fra Honda e Gilles Simon, il motorista francese che era stato chiamato quasi cinque anni fa come consulente esterno per supportare il progetto della power unit in vista del rientro in Formula 1 con la McLaren che è puntualmente avvenuto nel 2015, ma finora ha prodotto più delusioni che risultati.

Il tecnico transalpino, che è nato in Marocco, a 59 anni ha preferito chiudere un’esperienza con i giapponesi visto che i suoi consigli sono stati spesso inascoltati: da luglio sarà libero di cercare un’altra sistemazione, quando scadrà il suo periodo di gardening che è di sei mesi.

Gilles è un motorista di esperienza: dopo un inizio in Renault e il passaggio alla Peugeot dove ha seguito il V10 francese di F.1 e passato alla Ferrari dove per dieci anni è stato il responsabile propulsori del Reparto Corse. Poi è stato chiamato alla FIA da Jean Todt proprio nel momento in cui si discutevano le regole 2014 e, quindi, ha provato l’avventura della PURE, una società francese che aveva l’ambizione di mettere sul mercato una power unit di F.1, ma l’esperienza è finita male per la mancanza di adeguate risorse finanziarie.

Pareva che con la conduzione di Yusuke Hasegawaci sarebbe stata un’apertura della Honda al mondo esterno per velocizzare la crescita di un motore ibrido molto complesso, ma alla fine ha prevalso la tradizione: il sei cilindri turbo RA617 H è nato nel centro ricerche di Tochigi e al debutto in pista nei test di Barcellona ha rivelato delle gravi carenze di affidabilità che hanno costretto la McLaren a girare a singhiozzo e con un regime di rotazione parzializzato per evitare che si aggiungesse una terza rottura alle due che hanno condizionato i primi giorni della sessione collettiva catalana.

Senza i vincoli di sviluppo dettati dai gettoni, la Honda ha lanciato l’anno scorso un nuovo progetto, scegliendo di seguire l’architettura del motore vincente che la Mercedes ha adottato dal 2014, vale a dire montando un turbo compressore grande, separando i due elementi della sovralimentazione che sono stati sistemati agli estremi del V6 e collegati da un alberino con in mezzo l’MGU-H che trasforma il calore generato dai gas di scarico in energia elettrica.

Alla McLaren speravano che al terzo anno di fornitura sarebbero arrivati i primi risultati, ma i test di Barcellona hanno spento ogni entusiasmo intorno alla MCL32, ammutolendo le aspettative di Fernando Alonso che ha portato avanti tre anni di contratto molto sofferti (se si esclude l’aspetto economico) con la squadra di Woking.

Pare ci sia un problema alle valvole del motore termico che non tengono l’incremento della pressione in camera di combustione oltre alla necessità, subito individuata nei test al Montmelò, di dover rifare il serbatoio dell’olio.

Si tratta di una questione che sarebbe legata ai materiali e non è roba di facile soluzione. Al punto che lo stesso Yusuke Hasegawa ha pubblicamente portato le scuse alla McLaren e ai piloti per l’inadeguato avvio della stagione 2017. Un segnale d’integrità morale, ma anche di profonda debolezza.

Al di là delle puntuali smentite che sono arrivate subito, sono in molti a scommettere che la Honda potrebbe lasciare nuovamente la Formula 1 alla fine dell’anno, ma sarebbe una grave sconfitta non solo per la Casa giapponese ma anche per l’intero sistema del Circus…

 

 

 

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