Honda: rotti i sigilli del motore di Kvyat. Sabotaggio? No, una furbata normativa
I tecnici giapponesi hanno deciso di togliere i sigilli FIA della power unit del pilota russo: per la Federazione equivale a una sostituzione di motore. A Daniil non costa nulla dovendo già partire dalla pit lane, ma al prossimo intervento pagherà solo 5 posizioni in griglia anziché 10.
Daniil Kvyat, Toro Rosso STR14
Steven Tee / Motorsport Images
Nella serata di ieri è arrivata la notizia che i sigilli sulle nuove unità MGU-H e turbocompressore della Toro Rosso di Daniil Kvyat erano stati trovati rotti in sede di verifica tecnica. Un caso? No, una strategia della Honda.
I giapponesi hanno deciso deliberatamente di rimuovere i sigilli posti dalla FIA, pur non avendo nei piani di sostituire i due elementi, per smarcare la penalità di dieci posizioni che un pilota deve scontare la prima volta che viene utilizzato un elemento aggiuntivo ai tre previsti dal regolamento.
Per la FIA la rimozione dei sigilli equivale ad un cambio di elementi, quindi di fatto il pilota russo risulta avere sulla monoposto un nuovo esemplare delle due componenti.
Per ogni elemento successivo la penalità è di cinque posizioni, e dovendo Kvyat già prendere il via dall’ultima posizione della griglia di partenza del Gran Premio di Francia a causa della sostituzione dell’unità termica (giunta al quarto esemplare) più un terzo MGU-K, pacco batterie e centralina, l’ulteriore sanzione non avrà di fatto alcun effetto.
Per la FIA ora Kvyat è al quarto turbocompressore e MGU-H della stagione, e qualora la Honda dovesse portare in pista la reale quarta componente dei due elementi in questione, sconterà una penalità di cinque anziché dieci posizioni essendo per la Federazione il quinto elemento stagionale.
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