Honda: l'aiuto tecnico Mercedes definito con la FIA in tre punti
Nonostante le smentite di Toto Wolff a Sochi, la Mercedes è disponibile ad aiutare i motoristi della Honda: la FIA ha discusso con i vertici sportivi della Casa giapponese quali saranno gli interventi autorizzati.
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Le smentite sono arrivate puntuali, perché il tema è davvero imbarazzante, ma gli uomini della Honda hanno avuto un lungo incontro con gli esponenti della FIA in occasione del weekend in Russia per definire nei dettagli quali possono essere gli aiuti che la Mercedes potrà dare alla Casa giapponese, nel tentativo di accelerare la crescita delle prestazioni e dell’affidabilità della power unit nipponica.
La Federazione Internazionale, dopo un calcolo astruso dei suoi tecnici, ha sancito che le power unit di Ferrari e Renault stanno in un range di potenza del 3% dall’unità della Mercedes che resta il punto di riferimento del Circus (la conferma l’abbiamo avuta al via del GP della Russia di domenica, quando Valtteri Bottas ha scavalcato le due Ferrari in prima fila con una facilità disarmante), mentre è evidente come il motore Honda sia molto al di sotto di questa soglia.
Il regolamento di Formula 1 consente al motorista che non riesce a entrare in target di essere aiutato, perché l’obiettivo è di arrivare a un’equiparazione delle potenze, come era riuscito negli ultimi anni dei V8 aspirati da 2,4 litri fino al 2013.
Ovviamente Christian Horner ha avuto da eccepire sul conteggio che sarebbe stato fatto sul 6 cilindri Renault: nessuno ha capito come l’unità di Viry Chatillon possa essere rientrata nella finestra del 3%. Il team principal di Milton Keynes ha fatto valere anche i discorsi sulla proprietà intellettuale dei progetti che, finora, hanno fatto crescere enormemente i costi di ricerca, costringendo ogni team a dotarsi di soluzioni proprie.
Ma in questo momento è importante dare un supporto alla Honda che sta rimediando una figuraccia dopo l’altra: Stoffel Vandoorne ha già omologato la quinta power unit in quattro GP, essendo il primo pilota a pagare 15 posizioni sulla griglia di Sochi.
E, come è successo al pilota belga in Bahrain, è toccato a Fernando Alonso non riuscire nemmeno a schierarsi al via del GP della Russia, mostrando non solo una grave carenza di cavalli, ma anche una fragilità della power unit a dir poco imbarazzante.
Gli orgogliosi giapponesi non vorrebbero alcun aiuto, ma i vertici della McLaren stanno lavorando da un anno perché dei consulenti occidentali possano dare una mano a risolvere almeno i problemi tecnici più macroscopici nel funzionamento del 6 cilindri turbo che per il 2017 è stato rifatto di sana pianta, copiando i concetti che dal 2014 hanno reso vincente la Mercedes.
E sul tavolo delle trattative con la FIA ci sarebbero tre diversi argomenti di discussione:
1 - la condivisione di alcuni fornitori
2 - il lancio di alcuni progetti in co-engineering con i motoristi di Brixworth
3 - la disponibilità di qualche specialista Mercedes a fare delle consulenze.
La FIA e Liberty Media vogliono fare in modo che la Casa giapponese non possa decidere di lasciare la Formula 1 all’improvviso, dopo aver raccolto solo brutte figure dall’anno del ritorno nei GP del 2015. Yusuke Hasegawa, responsabile Honda del programma nel Circus, ha confermato le anticipazioni Sauber che il marchio nipponico darà una seconda fornitura di motori alla squadra svizzera, dopo che è decaduto il veto della McLaren sull’esclusiva.
Gli uomini Honda hanno trattato con la FIA quali punti potrebbero sviluppare con la Mercedes, dopo che la Casa della Stella, al di là delle smentite di facciata di Toto Wolff, ha dato la sua piena disponibilità affinché gli ingegneri diretti da Andy Cowell diano una mano ai giapponesi. Ora dalle chiacchiere bisognerà passare ai fatti…
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