Honda ai GP solo senza rischi, anche se F1 ripartirà prima
Masahi Yamamoto, capo di Honda Racing, ha dichiarato al giornalista Masahiro Owari che la Casa giapponese si sarebbe opposta a disputare il GP d'Australia, ma non c'è stato da discutere con Red Bull e AlphaTauri che avevano già deciso nella notte di non correre. Anche il ritorno in pista avverrà solo in condizioni normali.
Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images
Si è scritto e detto molto sul meeting dell’Hotel Crown di Melbourne, un confronto serrato che ha poi portato alla richiesta di annullamento del Gran Premio d’Australia.
C’è però un aspetto rimasto sotto traccia e conferma che neanche Red Bull ed Alpha Tauri avrebbero potuto disputare la gara di Melbourne, come pubblicamente dichiarato dai responsabili della Red Bull.
Il motivo è la posizione della Honda, che a differenza della linea Marko-Horner, non era intenzionata a scendere in pista dopo aver ricevuto la notizia della positività al test Coronavirus di un tecnico McLaren.
“Dopo aver ricevuto quella notizia – ha dichiarato Masahi Yamamoto, capo di Honda Racing al giornalista Masahiro Owari – abbiamo capito che sarebbero arrivate presto delle decisioni".
"Abbiamo visto in tutto il mondo quanti eventi sportivi sono stati cancellati, quindi la posizione di Honda è stata chiara, ovvero tutelare la salute e la sicurezza di chi lavora in pista e dei fans. Per far questo era indispendabile astenerci dal correre”.
Yamamoto ha confermato che la decisione presa dai team è arrivata prima ancora che si facesse presente la posizione Honda a Red Bull ed Alpha Tauri.
“È accaduto tutto di notte – ha spiegato il responsabile del programma Honda F1 – la nostra posizione era chiara ed eravamo pronti a farla presente, ma non è stato di fatto necessario perché siamo stati anticipati dalla decisione presa nel meeting”.
“Era indispensabile fermarsi – ha concluso Yamamoto - questo ci darà la possibilità di osservare gli sviluppi (della pandemia). La Honda tornerà in pista solo quando la situazione tornerà ad essere normale e senza rischi, anche se la Formula 1 dovesse decidere di riprendere l’attività”.
Un messaggio in stile Giapponese: non sarà più tollerata una situazione come quella di Melbourne.
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