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Hamilton: una pole che fa la storia andando oltre i numeri

Per un pomeriggio il paddock si è tolto le divise riconoscendo in Hamilton non il pilota Mercedes, ma un valore aggiunto per tutta la F.1. La prestazione dell'inglese in Canada è stata sensazionale andando oltre il valore della freccia d'argento.

Il poleman Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1

Foto di: Charles Coates / Motorsport Images

La Formula 1 corre veloce. Nelle poche ore che ci separano dal via del Gran Premio del Canada a tenere banco nel paddock di Montreal non è solo una corsa dagli esiti tutt’altro che scontati, quanto l’onda lunga di una qualifica storica marchiata a fuoco da un Lewis Hamilton.

Ci sono pole e pole, e quella conquistata ieri dal trentaduenne Hamilton è decisamente speciale. Per la sostanza, per il peso storico, per le emozioni che ha saputo regalare.

Raggiungere il numero di pole position di Ayrton Senna è qualcosa che all’inizio di una carriera sembra la scalata dell’Everest a mani nude. E quando Senna è anche l’idolo di un’infanzia ed un’adolescenza trascorsa tra kartodromi e formule minori, assume un significato quasi sacro.

L’Hamilton che ha ricevuto il casco utilizzato da Senna nella stagione 1987 (gli hanno consegnato una replica, ma gli daranni l'originale) davanti alla tribuna posta all’esterno della curva dedicata proprio al pilota brasiliano, ha visto concretizzarsi qualcosa di pazzesco, semplicemente inimmaginabile quando dieci anni ed un giorno fa conquistò proprio a Montreal la sua prima pole position in Formula 1.

Lewis ha impiegato più di Senna per arrivare a quota sessantacinque pole, ma meno di Schumacher. Il punto, comunque, non è questo. Ogni pilota è figlio della sua epoca, a cambiare sono le tipologie delle problematiche, ma gli ostacoli sono sempre li, alti e difficili da superare.

A volte i numeri non dipingono al meglio un contesto, ma in questo caso le cifre dicono molto. Hamilton si avvia a diventare il pilota con all’attivo il maggior numero di pole position nella storia della Formula 1.

Un traguardo storico doveva per forza essere raggiunto con qualcosa di importante, e ieri Lewis ha decido di completare un giro mostruoso, uno di quelli che viene riconosciuto e celebrato a scena aperta anche dagli avversari.

Per un pomeriggio, o poco più, il paddock si è tolto le divise, riconoscendo in Hamilton non il pilota Mercedes, ma un valore aggiunto per tutta la Formula 1. Oggi si tornerà alla normalità, come è giusto che sia, con una gara da disputare in cui Lewis sa che non sarà una passeggiata confermarsi in prima posizione sotto la bandiera a scacchi. Ma per mezza giornata è stata un’altra storia, e che storia.

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