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Hamilton: ecco perché la pole magica di Singapore evoca il ricordo di Senna

Tutti quelli che hanno lavorato con Ayrton hanno sempre rifuggito i confronti dei piloti di oggi con il campione brasiliano, ma dopo la prestazione di Lewis a Singapore molti hanno cambiato idea. Hamilton con la 79esima pole non ha solo prenotato il successo di domani...

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+

Manuel Goria / Motorsport Images

Il poleman Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09, festeggia nel parco chiuso
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09
Il poleman Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, festeggia nel parco chiuso con Angela Cullen, addetta stampa e fisioterapista
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, saluta il pubblico dopo aver conquistato la Pole Position
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+
Il poleman Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, festeggia nel parco chiuso

Il paddock di Formula 1 è un microcosmo con aspetti atipici, ma anche con regole abbastanza usuali nel mondo dello sport. Tra le tante anche quella di onorare gli eroi del passato, figure diventate nel tempo quasi mitologiche, come quella di Ayrton Senna.

Quando si parla del campione brasiliano non lo si fa mai a caso, c’è una forma di rispetto inconscio che viene osservata da tutti. La premessa diventa importante, perché oggi a Singapore il nome del brasiliano è passato di bocca tra molti addetti ai lavori.

Dopo il giro da qualifica che ha dato a Lewis Hamilton la pole numero 79 della carriera, tanti volti storici del paddock, presenti in pista quando il brasiliano ha scritto le pagine più brillanti della sua storia, non hanno avuto esitazioni:
“Quello che abbiamo visto oggi è una gemma, qualcosa che consacra al di là delle cifre e degli albi d’oro. Sì, Lewis ricorda Ayrton”.

Prima di oggi Hamilton di pole position ne aveva conquistate ben 78, quindi non è proprio uno che si è trovato a vivere un sabato inedito, eppure nella sera di Singapore lo abbiamo visto tremare quando ha fermato la monoposto in pit-lane. Uno stato di trance durato circa un minuto. Altri indizi della portata di quanto fatto da Hamilton sono arrivati da Toto Wolff (“abbiamo visto qualcosa di magico, non so cosa abbia fatto Lewis in quel giro”), James Allison e Andy Cowell, corsi ad abbracciare Lewis. Non sono scene abituali.

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Che la Mercedes quest’anno sia arrivata a Singapore con un altro passo rispetto alle edizioni precedenti era chiaro, ma neanche nel box campione del Mondo credevano di poter puntare alla pole position. Ora non lo ammetteranno mai, ma alla vigilia della sessione da qualifica avrebbero firmato senza esitazioni una prima fila, che avrebbe rappresentato un bel traguardo per Lewis e per la squadra.

Ma quando al posto delle vie di fuga ci sono i muri, la variabile ‘pilota’ aumenta di parecchio la sua influenza sul risultato finale, e oggi Hamilton lo ha dimostrato.

Lo ha chiamato a caldo “un giro magico”, sospirando e poi descrivendo in modo molto diretto quanto appena fatto: “Semplicemente non riesco a pensare ad una sola curva che avrei potuto fare in modo migliore, questo è”.

Ed è tanto, qualcosa che si ricorderà per anni, anche se oggi viviamo un periodo in cui si fa fatica a cogliere il presente. Al di là di quali saranno gli esiti della gara di domani e del Mondiale, queste sono giornate che meritano di essere celebrate e ricordate. Una pole stellare, arrivata in condizioni difficili e capace di sovvertire tutti i pronostici della vigilia.

Quando Hamilton ha stampato sui monitor il suo crono (1’36”015) mancavano ancora 7 minuti al termine della Q3, ed alcuni dei dieci piloti in pista dovevano ancora concludere il loro primo run. Eppure è stato chiaro che la serata di Singapore aveva già emesso il suo verdetto.

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Gli avversari sono rientrati ai box, uscendo con il secondo set di gomme (Hamilton incluso), ma la sensazione, poi confermata dagli eventi, è stata che non ci fosse più nulla da fare. Pratica archiviata. Ed anche quando Hamilton ha abortito per un errore il suo secondo run, non è arrivata alcuna imprecazione via-radio da parte di Lewis, è semplicemente tornato in pit-lane, quasi sapesse che il lavoro era stato fatto. Un lavoro che non ha portato punti nella classifica di campionato, ma che resta al di là di tutto una gemma da ricordare.

La pole position conquistata oggi da Hamilton non ha comunque solo un valore simbolico. Domani Lewis scatterà dalla pole position, e a Singapore vuol dire molto. Ad di là di imprevisti (la storia della gara di Marina Bay ne è ricca) avrà la possibilità di poter impostare la corsa a suo piacimento, ‘limitandosi’ a controllare eventuali tentativi di undercut.

Se Hamilton riuscirà ad arrivare alla sosta in prima posizione, troverà ad attenderlo un set di quelle gomme soft che nessuno come la Mercedes ha utilizzato ed analizzato nei due giorni di prove. Insomma, un percorso che sulla carta sembra in discesa. Ma per qualche ora, nella notte di Singapore, sarà ancora tempo per pensare e celebrare quanto visto oggi, qualcosa che non capita assolutamente di frequente.

 

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