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Haas: il mistero degli strani numeri scritti sul bargeboard

La squadra americana ha portato alle verifiche del GP d'Ungheria la VF-19 di Romain Grosjean che mostrava dei numeri scritti a pennarello su alcuni elementi del bargeboard e del fondo. Ci siamo incuriositi ed è emerso che...

Haas F1 Team VF-19, dettaglio delle barge board

Franco Nugnes

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La Haas è penultima nel mondiale Costruttori, mentre l’ambizione del team USA era guardare a metà classifica confermando il buono che era stato costruito nel 2018.

Il tracollo si è materializzato per i frequenti contatti fra i piloti che hanno buttato a mare un sacco di punti, ma anche per uno sviluppo della VF-19 che ha preso una strada sbagliata, al punto che Romain Grosjean ha disputato gli ultimi due GP con la sua monoposto con la configurazione aerodinamica usata nella gara di apertura stagionale in Australia.

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Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-19, bargeboard e deviatori di flusso

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Photo by: Giorgio Piola

Quasi sicuramente anche Kevin Magnussen (forse da Spa Francorchamps) farà un passo indietro: il danese avrebbe seguito le scelte del compagno di squadra, ma la mancanza di pezzi per riconfigurare la macchina in versione Melbourne ha richiesto la produzione di parti mancanti che nel frattempo sono andate ad esaurimento.

Nel paddock dell’Hungaroring siamo rimasti colpiti dal fatto che la Haas sia andata in verifica con la VF-19 del francese che sul bargeboard davanti alle fiancate, ma anche su diverse parti del fondo mostravano degli strani numerini scritti con un pennarello.

Cosa significavano? Il mistero è stato chiarito grazie alla gentilezza di un importante esponente del team che ci ha spiegato l’arcano: l’altezza del fondo e del pavimento dei vari elementi aerodinamici deve essere ad almeno 50 millimetri dal piano di riferimento.

L’immagine scattata nella pit lane magiara ci mostra come ogni singolo elemento richieda un accuratissimo lavoro di misurazione: essere al di sotto del limite significa disporre di un pezzo non a regolamento, mentre stare al di sopra dei 50 mm molto probabilmente significa perdere delle prestazioni.

Un pezzo, quindi, una volta che è stato deliberato non è detto che resti nella configurazione per il quale è stato pensato: un cordolo, un detrito o un piccolo contatto possono essere motivi sufficienti per modificare, magari di poco, l’allineamento e l’altezza di questi particolari di micro-aerodinamica.

E se al CFD e in galleria del vento i soffiaggi sono perfettamente allineati per dare il massimo risultato prestazionale, è indispensabile che la stessa accuratezza si verifichi anche sui pezzi che vengono montati sulla monoposto.

Dettaglio del fondo della Ferrari SF90 con i rinforzi metallici visti a Silverstone

Dettaglio del fondo della Ferrari SF90 con i rinforzi metallici visti a Silverstone

Photo by: Mark Sutton / Sutton Images

Si ricorderà per esempio che a Silverstone la Ferrari aveva portato un fondo che era caratterizzato da vistosi inserti di metallo utili a legare i binari nei tre segmenti diversi. Da quanto sarebbe emerso, pare che al crescere del carico si registrassero delle flessioni del fondo diverse da quelle che erano state programmate dagli aerodinamici, rendendo la SF90 instabile in certi momenti. La modifica, invece, avrebbe permesso di ritrovare i valori prestabiliti e, quindi, l’efficienza che era stata cercata a scapito di un piccolo incremento di peso…

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