E' dall'inizio del campionato che la Red Bull Racing è tenuta d'occhio per la flessione delle ali anteriori. Adrian Newey ha via via affinato i concetti aerodinamici sviluppando profili sempre più complicati che permettono dei movimenti programmati, frutto di un lungo lavoro in galleria del vento.
La Ferrari ha provato a copiare il concetto dell'ala anteriore mobile e i risultati si sono visti sulla 150° Italia di Fernando Alonso (mentre sono mancati su quella di Felipe Massa perché i profili hanno accusato il fenomeno del fluttering, strisciando in modo anomalo sull'asfalto, tanto da consigliare i tecnici del Cavallino a rinunciare a quel profilo per far correre il brasiliano con l'ala solita).
Nei test destinati ai giovani piloti che si stanno disputando ad Abu Dhabi le squadre ne hanno approfittato per trasformare le loro vetture in veri e propri laboratori, montando sensori un po' dappertutto. La Red Bull RB7 ha stupito tutti perché si sono visti ben sei braccetti telescopici collegati ciascuno ad un flap dell'ala anteriore per registrare carichi, movimenti e flessioni della tanto discussa soluzione disegnata da Adrian Newey.
Segno che l'inglese ha già ben chiaro in quale direzione è necessario esasperare i concetti per il prossimo anno, senza mettere in crisi le prove statiche di flessione a cui ogni ala viene sottoposta dai tecnici della FIA.
La difficoltà, infatti, è riprodurre un modello azzeccato: le flessioni programmate variano in funzione della fibra di carbonio che si usa (spessore e rigidezza) e dell'orientamento che viene dato alla fibra. Un lavoro molto complicato che si associa ad uno studio molto complicato di galleria del vento e di simulazione al CFD.
Con gli esperimenti di Abu Dhabi la Red Bull Racing ha oggettivamente ammesso che le sue ali si flettono secondo precise sollecitazioni. Se la FIA vuole veramente bloccare la proliferazione di flap, spoilerini e quant'altro, dovrebbe limitare il numero dei profili dell'ala, come ha fatto nel posteriore.
L'azione combinata di ogni particolare consente i movimenti che il progettista cerca, senza assolutamente disattendere alle norme regolamentari. Una presa in giro con l'imprimatur dei commissari tecnici della Federazione Internazionale. L'ennesima riprova del genio di Adrian Newey...
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