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Grosjean: “Pronto a correre in F.1 fino a 40 anni...”

Il 31enne, che si appresta ad affrontare il terzo campionato con i colori Haas, ha debuttato nel Circus nel 2012 con la Lotus dopo una breve parentesi di pochi mesi nove anni or sono alla Renault al posto di Nelson Piquet Jr.

Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-17

Foto di: Sutton Motorsport Images

Romain Grosjean, Haas F1
Romain Grosjean, Haas F1 Team
Romain Grosjean, Haas F1 Team
Romain Grosjean, Haas F1 Team
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-17
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-17
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-17
Romain Grosjean 1970's helmet concept

“Ho ancora molta strada davanti prima di concludere. Ho cominciato 27enne, quindi penso di poter proseguire almeno fino ai quarant’anni o giù di lì”, ha confidato il pilota di Ginevra a Motorsport.com. “Insomma per altre otto o nove stagioni”. 

 

Pur non nascondendo le proprie ambizioni di successo con la scuderia americana che lo sta schierando, Romain Grosjean non ha escluso un possibile rientro ad Enstone, essendo un top team. 

“Sarebbe bello tornare in Renault, specialmente ora che è in fase di crescita e sta costruendo auto migliori. Ho trascorso parecchio tempo là e sono rimasto in buoni rapporti. Detto ciò, non so che cosa porterà l’avvenire. Qui mi piace, tuttavia amo anche vincere. Ripeto. Essere in questa squadra e aiutarla a svilupparsi e a diventare di successo come accaduto alla Force India, sarebbe magnifico”. 

Del medesimo parere del driver franco-svizzero anche il compagno di box Kevin Magnussen che, dopo aver gareggiato per McLaren e Renault, spera di poter nuovamente approdare in un’équipe di primo piano. 

 

“Capitasse l’occasione la coglierei al volo. In fin dei conti è un sogno condiviso da tutti, ma fino ad allora sarò contento dove mi trovo. Sinceramente, sono convinto che come le altre scuderie minori saremo in grado di progredire. Il gruppo di Vijay Mallya ne è un esempio. Se guardiamo ai loro primi due campionati, il nostro esordio è stato migliore, il che è ottimo e mi fa credere che la direzione intrapresa sia quella giusta”, ha analizzato il danese.

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