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Grosjean, il racconto della fuga dal fuoco

Il pilota della Haas racconta tutto ciò che ricorda di quei terribili secondi trascorsi tra le fiamme, dall’incidente alla fuga dalla sua monoposto, rivelando che in alcuni momenti ha temuto non riuscisse ad uscirne vivo.

I vigili del fuoco spengono le fiamme causate dall' incidente di Romain Grosjean, Haas VF-20, al primo giro della gara

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

A pochi istanti dal via del Gran Premio del BahrainRomain impatta e sprofonda tra le barriere del circuito. La sua Haas, divisa in due, viene spaventosamente avvolta dal rosso del fuoco. 

Il francese, nel tentativo di uscire dall’abitacolo, e non senza qualche difficoltà, non si accorge immediatamente delle fiamme: “Per me non sono trascorsi 28 secondi – dichiara Grosjean nel venerdì pomeriggio del Bahrain - mi sembrava fosse trascorso più di un minuto e mezzo. Quando la macchina si è fermata, ho aperto gli occhi e mi sono subito slacciato la cintura di sicurezza. La cosa che non ricordavo i giorni successivi è cosa ho fatto con il volante perché non ho il ricordo di averlo tolto”. 

 "La squadra mi ha detto di no, lo sterzo era entrato tra le gambe, tutto si è rotto ed è andato giù. Non dovevo preoccuparmi del volante, quindi ho provato a saltare fuori. Ma sentivo che qualcosa mi toccava la testa, così mi sono seduto di nuovo in macchina e il mio primo pensiero è stato: ‘Aspetterò. Sono a testa in giù contro il muro, quindi aspetto che arrivi qualcuno ad aiutarmi". 

In quel momento, nella mente di Grosjean, tutto sembra tranquillo. Pensa che il pericolo peggiore, il rischiare la propria vita, sia passato. Ma è stato allora che realizza di trovarsi nel mezzo di un incendio: "Non ero in pericolo, ma non sapevo che c'era questo incendio. Poi, guardo a destra e a sinistra e, guardando a sinistra vedo il fuoco. Allora dico: Ok, non ho proprio il tempo di aspettare’. Successivamente, ho cercato di salire un po' di più a destra, ma non riuscivo ad uscire. Vado di nuovo a sinistra, non funziona. Mi siedo di nuovo e poi penso a Niki Lauda, al suo incidente, e penso, sì, non può finire così. Non poteva essere la mia ultima gara. Non poteva finire così. Non può essere. Così ci provo di nuovo. E sono bloccato". 

I vigili del fuoco spengono le fiamme causate dall' incidente di Romain Grosjean, Haas VF-20, al primo giro della gara

I vigili del fuoco spengono le fiamme causate dall' incidente di Romain Grosjean, Haas VF-20, al primo giro della gara

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Sono parole che mettono i brividi. Ma Romain prosegue, nel suo drammatico racconto, sottolineando quanto quello fosse stato il momento più difficile. E nella sua testa risuonavano solo due domande: “Riuscirò ad uscire? Soffrirò?”.  

"Mi risiedo, e il mio corpo inizia a rilassarsi. E’ stato il momento meno piacevole, mi sentivo in pace con me stesso e ho pensato che stavo per morire. Mi sono chiesto: ‘Brucerà la mia scarpa, il mio piede o la mia mano? Sarà doloroso? Da dove inizierà il dolore?. E poi, penso ai miei figli, ‘Non possono perdere il loro papà oggi. Quindi, non so perché, ma ho girato il casco a sinistra, sono salito e ho provato a girare la spalla. In un certo senso ha funzionato”. 

"Poi, mi sono reso conto che il mio piede è rimasto incastrato nell'abitacolo. Così mi sono seduto di nuovo. Tiro più forte che posso sulla gamba sinistra. La scarpa è rimasta dov'era il mio piede, ma il mio piede è uscito dalla scarpa. Rifaccio di nuovo la stessa manovra, la spalla passa attraverso la fessura e, nel momento in cui la spalla è passata, realizzo che posso saltar fuori”. 

E, in quel momento, Grosjean, vede le sue mani sul fuoco: "I miei guanti sono normalmente rossi. Ma vedo, soprattutto quello sinistro, cambiare colore, iniziare a sciogliersi e diventare completamente nero. Sento il dolore delle mie mani che sono sul fuoco, ma sento anche il sollievo di essere fuori dalla macchinaPoi salto fuori, salgo sulla barriera e sento Ian Roberts tirare la mia tuta. Finalmente realizzo che non sono più da solo e c'è qualcuno con me". 

Riuscito ad emergere dal pericolo, il francese teme di essere una palla di fuoco umana: “Quando atterro e poi mi toccano sulla schiena, mi dico: 'Oh merda, sono come una palla di fuoco in corsa'. Avevo in mente l'immagine che abbiamo visto in un video della FIA quando hanno fatto un test. Avevano messo qualcuno tra le fiamme e lui correva, il tutto per mostrare che la tuta era forte. Mi stringo la mano perché sono molto caldo e dolorante. Mi tolgo subito i guanti perché ho anche l'impressione che la pelle si stia sciogliendo, e che si attaccherà ai guanti. Quindi voglio togliermi subito entrambi i guanti, in modo che la pelle non si attacchi”. 

Romain Grosjean, Haas F1, portato via dai medici dopo l'incidente

Romain Grosjean, Haas F1, portato via dai medici dopo l'incidente

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

“Successivamente Ian viene a trovarmi, mi parla e mi dice: 'Siediti!’. Gli ho risposto male, e gli ho detto: Parlami normalmente, per favore. Credo che abbia capito che stavo bene, che ero normale. E poi ci sediamosiamo troppo vicini al fuoco e sento i ragazzi dell'estintore che dicono ‘La batteria è in fiamme, porta qualche altro estintore! Porta qualche altro estintore’. Poi, entra nell’auto medica: "Ci sediamo. Mi mettono un po' di impacco freddo sulla mano. Dico loro che ho le mani bruciate e che il piede è rotto. Ma poi il dolore comincia a farsi sentire forte davvero, soprattutto sul piede sinistro. Le mani erano a posto, il piede sinistro inizia ad essere molto doloroso". 

Mentre aspetta l’arrivo dell’ambulanza, Grosjean dice a Roberts di voler scendere a piedi dall’auto medica per mostrare al mondo intero che stava bene e che non era ferito gravemente"Ian mi spiega che l'ambulanza sta arrivando e che verranno con la barella e che io starò bene. Continuiamo a parlare in quel momento, e io dico: No, no, no, no, andiamo a piedi verso l'ambulanza". Loro dicono: No, no, no, no, il letto sta arrivando. Io dico ancora: 'No, no, no, no, la barella sta arrivando'. E loroVa bene, ti aiuteremo. Credo che dal punto di vista medico non sia stata la decisione ideale, ma hanno capito che per me è stato fondamentale nel momento in cui c'erano delle riprese di me che camminavo verso l'ambulanza, anche se ero uscito dall'incendio. Avevo bisogno di mandare un altro messaggio forte, che comunicasse che stavo bene e che stavo andando a piedi verso l'ambulanza. Dopo di che, ogni volta che incontravo qualcuno, dicevo: ‘Ho due mani bruciate e un piede rotto. Questo è tutto quello che potevo dire a tutti quelli che incontravo. Ero ovviamente spaventato dalla mia condizione e volevo che tutti quelli che venivano a curarmi sapessero quali erano i sintomi”. 

Questa - conclude Romain - è la storia completa dei 28 secondi. Come potete immaginare, sembravano più di 28 secondi con tutti i pensieri che avevo, quindidevono essere stati millisecondi". 

Una storia completa, drammatica, ma a lieto fine. 

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