Grosjean: "Le regole in Formula 1 non devono portare allo stesso caos della Formula E"
Il pilota del team Haas ha parlato del metro di giudizio dei commissari di gara apprezzando le minori penalità inflitte in caso di contatto. Grosjean non vuole, però, che si arrivi a situazioni oltre il limite come quelle viste in Formula E.
La BMW i8 Safety car, guida Oliver Rowland, Nissan e.Dams, Nissan IMO1
Alastair Staley / Motorsport Images
Come già anticipato da Motorsport.com, in occasione del Gran Premio del Bahrain della scorsa settimana gli stewards della FIA ed il direttore di gara, Michael Masi, si sono incontrati con i piloti per discutere il metodo di valutazione in caso di duelli ruota a ruota.
Si è dovuto trovare il giusto bilanciamento tra l’essere troppo severi con le penalità, ed evitare quindi le lotte tra piloti, e l’essere eccessivamente rilassati e lasciare correre eventuali comportamenti poco corretti.
Grosjean, membro della Gran Prix Drivers’ Association, ha affermato di aver apprezzato l’atteggiamento più tollerante, ma ha sottolineato come questo non deve arrivare a degli estremi.
“Non credo che vogliamo guidare come pazzi, ma credo che se tu stia superando un’altra vettura e blocchi le ruote e tocchi chi ti precede in maniera non intenzionale, non sia la fine del mondo”.
“Se fai una manovra come la mia a Spa nel 2012 o come quella di Hulkenberg sempre a Spa nella passata stagione, è ovvio che non è intenzionale, ma la conseguenze sono enormi ed è giusto ricevere una penalità. La stessa cosa vale per quanto fatto da Perez a Singapore”.
“Bisogna anche valutare quanto accade al primo giro se si frena un po’ in ritardo. Quello che è accaduto lo scorso anno con Charles Leclerc ad Austin mi è dispiaciuto. Sono stato io a farlo andare in testacoda, ma la sua gara era già rovinata perché aveva danneggiato il fondo e l’ala anteriore della usa monoposto, quindi le conseguenze non sono state così negative”.
“Credo si sia trattato di un incidente di gara. La sua gara era compromessa. In questo caso dovremmo considerare che si tratta del primo giro, un frammento di corsa nella quale ognuno cerca di guadagnare una posizione”.
“Ad ogni modo nessuno vuole arrivare a quanto visto in Formula E. Là si sono spinti troppo oltre. In Formula 1 se tocchi un’altra vettura la tua monoposto è danneggiata”.
Il pilota del team Haas ha poi apprezzato il meeting con gli stewards della FIA, incluso Garry Connelly, e ritiene che sia importante far conoscere il punto di vista dei piloti.
“Se sono a capo della GPDA è perché mi interessa questo sport e voglio migliorarlo”.
“E’ stato bello che Garry e Michael ci abbiano ascoltato. Nessuno vuole arrivare nel punto di frenata e pensare che potrebbe essere penalizzato in caso di contatto con un’altra monoposto. Vogliamo semplicemente correre”.
“In 21 gare gli incidenti possono accadere, ma bisogna trovare un giusto metodo di valutazione. Credo sia positivo avere la possibilità di poter lottare tra noi”.
“Ovviamente ci sono alcune cose che non vogliamo vedere come il cambio di traiettoria in frenata perché è una delle manovre più pericolose. Questo è un qualcosa che merita grande severità di giudizio, ma per il resto dovremmo essere messi in condizione di correre e divertirci”.
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