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GP d'Italia: è mancata una tribuna low cost per i giovani

Le limitazioni dettate dal Covid hanno condizionato i giovani tifosi che volevano un approccio con il mondo chiuso della F1: impossibilitati dalle regole per il distanziamento di stare all'ingresso del paddock, i ragazzini hanno inseguito i loro idoli nei parcheggi degli hotel e lungo le strade che portano in autodromo sperando in un semaforo rosso per strappare un selfie o un autografo. Ecco cosa chiedono i giovani appassionati...

Un giovane tifoso sventola la bandiera italiana

Un giovane tifoso sventola la bandiera italiana

Charles Coates / Motorsport Images

L’autodromo di Monza ha dei punti iconici, noti nel mondo. Parabolica, Lesmo, Ascari, tutto trasuda storia.

La lista delle tradizioni è però molto più lunga, come il ‘serpentone’ rosso sotto il podio (quest’anno bloccato per regole Covid), il cuore Ferrari, sempre esposto sulla tribuna fronte-box, ed anche un altro punto fermo, ovvero il gruppo dei tifosi più irriducibili che la mattina (prima dell’inizio dell’attività in pista) e la sera, attende i piloti nel breve tratto che porta dall’uscita del paddock al parcheggio riservato ai piloti.

Pochi metri che nel corso degli anni hanno avverato sogni di intere generazioni di ragazzi, passati dagli autografi ai selfie ma animati sempre dalla stessa passione.

Quest’anno anche questa zona è diventata off-limit. Per tutelare il sistema ‘bolle’? Forse, ma gli irriducibili si chiamano così non a caso, ed il sogno di una foto con il proprio idolo si è spostato fuori dall’autodromo, in corrispondenza del semaforo di via Villa, nella speranza che il proprio eroe beccasse il rosso, condizione indispensabile per essere avvicinato.

Non era uno sparuto gruppo di appassionati, ma centinaia di giovanissimi che da venerdì a domenica hanno stazionato lungo la strada per ore. Costeggiando il parco la scena si riproponeva davanti all’Hotel de la Ville, una delle residenze storiche di piloti durante la settimana del Gran Premio.

Anche qui, i cancelli che delimitano il perimetro dell’albergo vedevano costantemente aggrappati decine di tifosi, soprattutto i fan di Charles Leclerc.

“Vorremmo venire in autodromo, ma costa troppo - è stato il coro unanime – ed essere qui compensa un po' questa mancanza. Vedere Charles, anche a qualche metro di distanza, è comunque una grande emozione”.

A colpire è stata l’età di questo pubblico, tutti giovanissimi, con l’immancabile maglietta col Cavallino ma non solo.

Una ragazza ha atteso tre giorni a bordo strada con uno striscione di incoraggiamento dedicato a Lando Norris:
“Avrei voluto esporlo in tribuna – ha raccontato – ma per me sono prezzi troppo alti”.

A quanto pare la sera di sabato la ragazza ha avuto fortuna, perché il messaggio ha fatto breccia su un’auto che si è fermata e…appena abbassato il finestrino è apparso Lando.

Ovviamente non è la prima volta che gli appassionati stazionano davanti agli Hotel, così come fuori dal circuito, ma ci sono due aspetti che hanno colpito durante questa edizione del Gran Premio d’Italia.

La prima è che molti di questi ragazzi hanno sostato fuori dal circuito per l’impossibilità di essere dentro, una scelta obbligata per respirare l’odore dell’evento, anche se a distanza. L’altro aspetto è l’età, molto giovane, proprio quella fascia di pubblico che Liberty Media ha più volte sottolineato di voler catturare.

Una visione corretta, perché i giovani sono il serbatoio da cui poter attingere gli appassionati del futuro, e le passioni prendono forma per lo più durante l’adolescenza.

Sarà una considerazione che manager ed esperti di marketing possono giudicare banale, ma stride un po' sentire parlare di una politica mirata ai giovani e poi vedere tanti ragazzi impossibilitati ad essere in autodromo.

Il sistema finanziario che regolamenta la Formula 1 è noto: il detentore dei diritti commerciali (Liberty Media) vende al promoter nazionale (in questo caso l’Autodromo di Monza con al fianco Aci Sport) la possibilità di ospitare un Gran Premio di Formula 1.

Chi ospita sborsa una cifra non indifferente, e deve rientrare della spesa con i ricavi che arrivano dai biglietti di ingresso, dall’affitto delle hospitality, da qualche spazio pubblicitario ed altre voci secondarie. È l’autodromo che fissa i prezzi dei biglietti, ma è chiaro che se la cifra da raggiungere per evitare un passivo è molto alta, non si può pensare che le cifre richieste agli spettatori siano popolari.

Assistere ad un Gran Premio di Formula 1 è costoso, e a parte qualche rara eccezione lo è sempre stato rapportandolo al costo della vita.

Ci sono però sempre state delle alternative low-cost, i famosi biglietti ‘prato’ che per tante generazioni di giovani hanno rappresentato la via d’ingresso per assistere ai loro primi Gran Premi.

Quest’anno questa tipologia di biglietti è stata bloccata dalle normative Covid, ma non si è pensato a nulla di sostitutivo, qualcosa che anche a livello simbolico avrebbe avuto un bel significato e (come Liberty è ben capace di fare) diventare magari anche uno spot per la stessa Formula 1.

Cosa? “Una tribuna under 21 – come suggeriva una dei ragazzi appostati fuori dall’ingresso pista di Vedano - Cento euro, anzi, novantanove suona meglio, anche solo il venerdì, sarebbe stato bellissimo, e da quello che abbiamo visto i posti c’erano, e a quella cifra i ragazzi ce l’avrebbero fatta”.

Le restrizioni ci sono, nessuno lo nega e lo dimentica, ma ci sono idee che possono incastrarsi bene anche con i vincoli attuali.

Ormai l’edizione 2021 è in archivio, ma si potrebbe trarre insegnamento per un futuro dietro l’angolo, soprattutto per rendere visibile la volontà esposta a gran voce del nuovo ciclo della Formula 1 di voler guardare ai giovani.

Al di là dei click sui telecomandi, serve anche un gesto visibile, concreto, per uscire qualche volta dalla realtà trainante del mondo social. La visione di Bernie Ecclestone (una Formula 1 esclusiva per pubblico premium) aveva raggiunto il suo obiettivo, lasciando da parte le nuove generazioni per puntare ad un pubblico over40.

Oggi le intenzioni sono diverse, fortunatamente in linea con il 2021, per questo un segnale concreto assumerebbe tanti significati. Lo sforzo può essere congiunto, tra Liberty e chi gestisce l’impianto monzese, ma il prossimo anno, se sarà possibile, facciamo entrare in autodromo quei ragazzi.

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