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GP di Monaco, ecco come nasce la "pista"

A due settimane dal Gran Premio, i lavori per preparare le stradine del Principato sono in via di ultimazione. Motorsport.com vi racconta come lo storico tracciato prende vita.

Tornante Fairmont Hairpin

Tornante Fairmont Hairpin

Ingresso del Tunnel
Uscita del Tunnel e Nouvell Chicane in allestimento
Uscita del Tunnel
Tunnel
Tunnel
Ingresso del Tunnel
Ingresso del Tunnel
Tornante Fairmont Hairpin
Tornante Fairmont Hairpin
Tornante Fairmont Hairpin

Questo sabato l'ePrix e GP di Formula 1 domenica 28: tutta Monte Carlo è in pieno fermento. Le stradine del Principato brulicano di attività con sensi di marcia invertiti, blocchi del traffico e circolazione in certi tratti in tilt. In queste due settimane ci sarà meno spazio per il glamour perché il Circuito sta prendendo vita.

E' affascinante poter vedere come i 3337 metri del tracciato emergono tra tombini e marciapiedi. Gli operai a lavoro si prodigano per sistemare barriere, guard rail, cordoli, tribune e a risistemare le disconnessioni dell'asfalto dovute al normale traffico cittadino.

Il GP può essere criticato per lo spettacolo e i sorpassi che, a volte, latitano, ma solo calcare questo nastro d'asfalto a piedi, assaporandone asperità e dislivelli impossibili da cogliere in TV, fa comprendere perché continua ad esercitare lo stesso fascino da oltre 50 anni. E gli aspetti che colpiscono sono 2: spazio e altitudine.

Altitudine, perché la salita del Beau Rivage fino al Casino è ripida e si inerpica fino al punto più elevato del Circuito a circa 89.5m sul livello del mare. Dalla Mirabeu in poi comincia la "picchiata" delle monoposto, che si mangiano circa 40m di dislivello scendendo verso la Darsena. Spazio, perché le alte barriere montate a filo dei marciapiedi danno l'impressione di mangiarsene talmente tanto che la carreggiata sembra ancora più stretta di quando già non lo sia.

Spazio, anche perché non cè un punto di tutto il tracciato nel quale non ti chiedi: ma 20 F.1 come fanno a passarci? È un po' il paradosso del Fairmont-Hairpin, il famosissimo tornantino: gli operai stanno mettendo in sicurezza il tratto, si circola a senso alternato non senza difficoltà eppure, per esempio, Sutil ha trovato il pertugio per passare Alonso nel 2013 proprio qui.

E poi c'è il Tunnel da percorrere a tutta fino a toccare i 295 km/h fino alla staccata della Nouvelle Chicane, con l'acciaio dei guard rail a destra e il cemento dei muretti a sinistra che sembrano sempre più vicini di quanto dovrebbero.

Usciti dalla galleria, in lontananza, si vedono gli spalti al Tabaccaio ormai completati. Nella Darsena gli yacht ormeggiati completano la tipica cartolina che ogni anno Monte Carlo spedisce ai tifosi. Tutto è pronto, o quasi... Non resta che aspettare uomini e mezzi sfidare, ancora una volta, le contraddizioni che esistono solo qui in tutto il Mondiale.

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