Gomme 2020: per la scelta c'è una questione di galleria?
C'è molta incertezza sulla delibera degli pneumatici per il mondiale di F1 del prossimo anno: per la prima volta c'è un ballottaggio fra le coperture nuove e quelle di quest'anno. Andiamo a scoprire quali sono tutti gli elementi che possono influenzare la scelta finale. E non tutti dipendono dalla Pirelli.
Pneumatici 2019-2020 a confronto
Giorgio Piola
È solo una questione di gomme, oppure sta diventando una faccenda aerodinamica con profonde implicazioni politiche, in un (solito) gioco di forze?
I test di Abu Dhabi devono deliberare le Pirelli per la prossima stagione e, mai come quest’anno, questi collaudi saranno decisivi, perché per la prima volta c’è la possibilità che gli pneumatici 2020 vengano bocciati per proseguire, in stabilità di regolamento tecnico, con quelle 2019.
Il 70% delle squadre di F1 nell’estate ha chiesto alla FIA che il fornitore unico realizzasse gomme per la prossima stagione con una finestra di utilizzo più aperta. La Pirelli ha studiato un prodotto con caratteristiche molto diverse da quelle sviluppate nei test, per cercare di raggiungere il target previsto: nuova costruzione e nuovo disegno (la spalla risulta più tonda) e pressioni di gonfiaggio più basse.
I tre top team (Mercedes, Ferrari e Red Bull) hanno effettuato un test straordinario a Barcellona proprio per valutare le nuove gomme 2020 in vista del collaudo collettivo che era previsto nelle prove libere del venerdì del GP degli Stati Uniti.
Le condizioni meteo avverse hanno giocato contro: il freddo non permetteva di raggiungere la giusta finestra di funzionamento per cui il giudizio di molti piloti è stato negativo, anche perché le gomme non erano state gonfiata con la pressione più bassa richiesta, ma con quella deliberata per l’evento.
Insomma è stato un vero flop, per cui il giudizio finale è stato rinviato ai due giorni di Abu Dhabi nel test che segue l’ultimo GP della stagione 2019. Romain Grosjean, pilota Haas, non ha avuto parole incoraggianti sulle gomme 2020, lasciando intendere che preferirebbe proseguire con quelle attuali.
L’atteggiamento è quanto meno strano: la Haas è certamente la F1 peggiore nella gestione degli pneumatici e cambiare gomme potrebbe essere un’occasione per modificare lo status quo. E, invece, proprio il team USA sembra spingere per una soluzione che potrebbe sembrare autolesionistica.
In realtà non è così: i team da giugno lavorano alle monoposto 2020 e solo nei primi giorni di novembre hanno ricevuto il nuovo profilo del pneumatico e la gommina per la galleria del vento. Significa che per mesi hanno sviluppato la macchina della prossima stagione con il disegno delle gomme 2019 che hanno un impatto profondamente diverso dal punto aerodinamico rispetto a quelle nuove.
Come abbiamo già accennato le gomme 2020 hanno una spalla più tonda, con una differenza di 4 millimetri. Un niente che però rivoluziona l’andamento dei flussi e la generazione di certi vortici.
Non ci dovremmo sorprendere, quindi, che squadre da centro schieramento in giù possano puntare a mantenere le gomme “vecchie”, per risparmiare tutto il lavoro di aggiornamento aerodinamico che avrebbe dei riflessi importanti sui budget già stanziati.
Più che di una mossa tecnica, potrebbe sembrare politica, soprattutto in vista di un 2021 che imporrà una vera rivoluzione. Ma quali sono le posizioni? È difficile saperlo, perché molti fanno melina.
Stando alle indiscrezioni la Mercedes sta sviluppando la W11 con le due soluzioni, mentre la Ferrari punta sulle gomme 2020. È giusto che sia così, perché la squadra di Maranello deve recuperare il gap di carico aerodinamico sulle frecce d’argento, per cui partire con pneumatici che dovrebbero avere un “working range” più aperto dovrebbe favorire la rincorsa della Rossa.
E gli altri? Lo scopriremo nei prossimi giorni, visto che ci sarà una votazione per definire i giochi una volta per tutte, ma come si sarà capito la partita è molto più complessa di quanto possa sembrare.
Probabilmente la Pirelli non ha una gomma che apre la… finestra delle temperature secondo le aspettative di alcune squadre (chi dispone di meno carico fa più fatica a portare energia sulle coperture e si ritrova con un intervallo di utilizzo della gomma più stretto) e questo spinge alcuni a restare al modello 2019 che non necessita di ulteriori studi e sviluppi. Insomma c’è sempre chi finisce a fare valutazioni di budget.
Non è il caso dei tre top team che alla fine avranno il potere di “influenzare” i loro clienti. C’è un aspetto importante che è stato disatteso: aspettiamoci un importante incremento delle prestazioni dalle monoposto 2020, visto che il regolamento tecnico non cambia.
Ogni squadra cercherà di risolvere i problemi delle vetture che hanno ancora corso domenica, per cui la Pirelli sarà costretta ad aumentare le pressioni di gonfiaggio per motivi di sicurezza, rendendo le F1 più scivolose e ostiche da mettere a punto.
Insomma è il gatto che si morde la coda, per cui tanto varrebbe puntare sullo sviluppo del prodotto nuovo. Tanto più che c’è chi nei test sta girando con assetti standard e non ha fatto alcun adattamento alle esigenze delle nuove gomme (pressione, camber, caster) e ha invitato piloti a pagamento come la Williams con Nissany che ha girato a sei secondi dai tempi di riferimento o la Haas con Pietro Fittipaldi.
Se si preferisce fare cassetta a cercare le prestazioni si trovano poi tante risposte ai problemi. La Formula 1 sembra finita in un (wind) tunnel…
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