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Giovinazzi stakanovista, non l'ha fermato nemmeno un malore!

Il pilota pugliese ha coperto quasi due GP e mezzo con la SF71H, sebbene abbia dormito poco per un disturbo intestinale ed è arrivato a 68 millesimi da Bottas senza un assetto da qualifica: "Abbiamo raccolto molti dati utili alla squadra".

Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H

Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H

Joe Portlock / Motorsport Images

Barcellona: Test Formula 1 maggio 2018

Sul Circuit de Barcelona-Catalunya va in scena la seconda sessione di test collettivi della Formula 1. Al centro delle prove ci sono gli sviluppi delle macchine per il corso della stagione, le gomme 2019 e molto altro...

Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H, con sensori aerodinamici
Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H
Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H
Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H
Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H, precede Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W09
Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H
Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H
Antonio Giovinazzi, Ferrari SF71H
Il casco di Antonio Giovinazzi, Sauber
Antonio Giovinazzi, Sauber
Antonio Giovinazzi, Sauber C37
#52 AF Corse Ferrari 488 GTE: Toni Vilander, Pipo Derani
#52 AF Corse Ferrari 488 GTE: Toni Vilander, Pipo Derani

Secondo a 68 millesimi di secondo da Valtteri Bottas che è stato il più veloce alla conclusione dei due giorni di test a Barcellona che hanno fatto seguito al GP di Spagna. Antonio Giovinazzi, dopo una prima giornata di lavoro sulla Sauber C37, ha rilevato Sebastian Vettel sulla Ferrari SF71H per completare il lavoro in programma della squadra di Maranello.

Il pilota pugliese è stato stoico perché nella notte è stato colto da un brutto malore intestinale che lo ha fatto dormire poco, eppure alla fine della giornata, per quanto debilitato, è stato quello che ha coperto la maggiore distanza con 148 giri percorsi, l’equivalente di due GP e mezzo!

Va detto che la squadra di Maranello aveva messo in pre-allarme Daniil Kvyat che si è reso subito disponibile a raggiungere il circuito di Montmelò se ce ne fosse stato bisogno e, invece, Giovinazzi ha mostrato una gran tempra perché ha assolto il suo compito in modo più che egregio.

Non dimentichiamoci che Antonio arrivava da un’astinenza dalla F1 di mesi e si è fatto trovare pronto.

Altro aspetto importante da mettere nel conto è che il pilota pugliese prima di pranzo ha avuto la possibilità di montare un treno di hypersoft, ma la SF71H non era affatto in configurazione da qualifica, per cui non deve affatto sorprendere che abbia pagato 68 millesimi di secondo con due mescole più morbide di quelle usate dal finlandese della Mercedes.

Antonio hai percorso quasi due GP e mezzo con la Rossa?
“E' stata una giornata davvero dura perché nella notte non sono stato bene, ma poi mi sono ripreso e ho avuto l’opportunità di fare molti giri: mi sono davvero divertito e con la squadra abbiamo provato tante cose. Alla fine ho messo insieme 148 giri che sommati ai 137 di ieri testimoniano che dalla mia parte è stato un buon rientro. Sono davvero contento del lavoro svolto”.

Quanto importante è stato questo test per te?
“L’ultima volta che ho guidato in GP è stato nelle FP1 di Abu Dhabi, ma in FP1 si possono fare solo una decina di giri, mentre qui abbiamo lavorato sodo per tutto il giorno raccogliendo molti dati. È stato bello trovare che c’è una buona correlazione fra la macchina e il simulatore, per cui ringrazio la squadra per questa opportunità”.

La prossima presenza in pista sarà alla 24 Ore di Le Mans…
“E’ una sfida davvero eccitante. Sarà una Ferrari diversa, ma diverso anche il tipo di gara, essendo una 24 ore con un equipaggio formato da 3 piloti. Non vedo l'ora di correre in un appuntamento storico che guardo sempre in TV, ma prima conto di fare un test prima di Le Mans”.

Per la prima volta hai guidato la Rossa davanti a tuoi genitori…
“E’ stata una grande emozione. Mio padre mi aveva regalato una tuta rossa quando ero piccolo e ora indosso quella vera. È un sogno che si è avverato…”.

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