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Gasly orgoglioso di aver chiuso a pieni giri in Ungheria: "Stavolta ero io a fare i doppiaggi!"

Il miglior risultato stagionale della Toro Rosso rimane il quarto posto del Bahrain, ma il sesto di Budapest ha un grande valore per il francese, perché per la prima volta in carriera non è stato doppiato dal vincitore.

Pierre Gasly, Toro Rosso STR13

Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images

Pierre Gasly, Scuderia Toro Rosso STR13
Pierre Gasly, Toro Rosso STR13
Pierre Gasly, Scuderia Toro Rosso
Pierre Gasly, Toro Rosso STR13
Pierre Gasly, Toro Rosso STR13, precede Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14
Pierre Gasly, Toro Rosso
Pierre Gasly, Toro Rosso STR13
Pierre Gasly, Scuderia Toro Rosso STR13
Pierre Gasly, Toro Rosso STR13

La felicità può essere una bandiera blu. Nell’ultimo terzo del Gran Premio d’Ungheria Pierre Gasly viaggiava stabilmente in sesta posizione quando ha visto i commissari di percorso sventolare le bandiere blu. “Ho pensato che stesse arrivando qualcuno dei primi alle mie spalle – ha confessato il pilota della Toro Rosso – invece le bandiere erano per chi si trovava davanti a me. Non ero il doppiato, ma…il doppiatore! E li ho capito che la mia gara era buona”.

Gasly ha concluso la corsa in sesta posizione e a pieni giri, doppiando a sua volta molti avversari: “In Bahrain ero giunto quarto ma ad un giro, qui sono arrivato nel giro del vincitore, e la pista è ben più corta”.

Dopo cinque gare Gasly è tornato in zona punti, e lo ha fatto al termine di un weekend che lo ha visto protagonista insieme alla Toro Rosso. Sesto in qualifica, sesto in gara, al termine di 70 giri condotti in modo impeccabile.

“Ma anche al termine di una gara un po'…solitaria – ha rivelato il francese - quando ho preso un buon margine su Kevin (Magnussen) sono rimasto a lungo da solo, ma sapevo anche che sarebbe tornato sotto negli ultimi giri, come poi è successo. La chiave della gara? Superare Sainz al via, manovra che mi ha permesso di avere aria pulita e di poter spingere al massimo possibile senza timori eccessivi di surriscaldamento”.

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La svolta che ha portato la Toro Rosso a poter ambire ad un weekend da protagonista, come poi confermato anche in gara, è stata la qualifica sul bagnato.

“Decisamente entusiasmante – ha confermato Gasly – avevamo un solo giro per sparare le nostre cartucce, ed è andata bene grazie anche al motore Honda, che non sarà ancora al massimo in termini di potenza assoluta ma è molto fluido nell’erogazione, e questo in condizioni di scarsa aderenza aiuta molto. Ma dopo la qualifica c’era da confermare l’exploit in gara, e i 70 giri percorsi in condizioni di caldo torrido e con una gestione degli pneumatici tutt’altro che semplice, mi hanno resto contento ed orgoglioso del risultato portato a casa”.

A sorprendere, anche lo stesso Gasly, è la differenza di performance della monoposto al variare delle piste. Così la Toro Rosso è passata da non riuscire a superare la soglia del Q1 in Germania (ad Hockenheim Gasly e Hartley hanno ottenuto in qualifica il 17mo e 18mo tempo) ad un ruolo da "prima degli altri" sette giorni dopo a Budapest.

“Sono stato stupito in qualifica – ha confessato Gasly – e ancora di più in gara. È sorprendente come cambi la competitività della vettura da una pista all’altra, siamo passati dai problemi di stabilità e trazione del weekend tedesco ad una monoposto con un bilanciamento molto buono sull’Hungaroring, sin dal primo turno di prove libere. Per questo diventa fondamentale per noi sfruttare tutte le occasioni che ci si presentano. È andata bene in Bahrain, a Monaco e qui in Ungheria, le uniche piste in cui finora per noi era tecnicamente possibile ambire a queste posizioni, e sono contento del bottino raggiunto”.

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