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Bianchi tocca quota 1.000 km in due giorni

Oggi il francese della Ferrari si è concentrato sulle mappe del motore e sulle nuove gomme

Quando un pilota sta troppo tempo senza guidare accumula un senso di frustrazione: avere un volante fra le mani e poter spingere sull’acceleratore sono le cose che lo fanno stare meglio. Se a Jules Bianchi era venuto questo malessere ad Abu Dhabi sta seguendo la cura giusta: in due giorni il francese è arrivato a sfiorare quota mille chilometri, avendo aggiunto oggi altri 91 giri del circuito di Yas Marina agli 85 completati ieri, restando in macchina praticamente senza soluzione di continuità. “Nei test l’affidabilità è fondamentale perché ti permette di fare tutto quello che viene stabilito dagli ingegneri” – ha raccontato Jules al termine di questa lunga giornata – “Oggi abbiamo diviso il lavoro in due parti: la mattina ci siamo dedicati allo sviluppo di nuove soluzioni per le mappe motore del prossimo anno mentre nel pomeriggio abbiamo approfondito la conoscenza degli pneumatici sperimentali che la Pirelli ha messo a disposizione delle squadre in questo test. Per quello che abbiamo potuto vedere, non c’è molta differenza rispetto alle gomme 2011 ma ovviamente è ancora troppo presto per trarre qualsiasi tipo di conclusione”. Significativo è stato il progresso di Jules in termini di tempo sul giro, migliorato rispetto a ieri di circa sette decimi (da 1'40"960 a 1'40"279), non sufficiente però per metterlo in cima alla lista dei tempi perché anche oggi il connazionale Jean-Eric Vergne (Red Bull) è stato più veloce, pur se di appena 91 millesimi. “Sono un pilota e vorrei sempre essere il più veloce” – ha detto con sincerità Jules – “Ma so bene che nei test il cronometro conta relativamente. Mi ha fatto piacere essere riuscito a progredire anche in termini di prestazione perché vuol dire che sto lavorando bene ma la cosa più importante è portare a casa tutti i dati che ci servono: ci sono poche opportunità per provare in pista e bisogna sfruttarle al meglio. Domani continueremo a lavorare sugli pneumatici e poi bisognerà vedere che cosa metterà in programma la squadra nelle riunioni serali”. Di una cosa Jules può essere certo: qualche motivo per far fare chilometri alla monoposto gli ingegneri lo troveranno sempre perché anche loro sono come i piloti e l’appetito vien mangiando.

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