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La Pirelli si aspetta due o tre soste in Canada

L'azienda italiana porterà a Montreal le medium e le supersoft. Nelle libere poi ci saranno le gomme posteriori nuove

Il circuito Gilles Villeneuve di Montreal è un tracciato semipermanente, che alterna lunghi rettilinei veloci a curve lente. Qui Pirelli porterà i P Zero White medium e i P Zero Red supersoft: entrambi sono pneumatici low working range, adatti alle condizioni meteo che normalmente si presentano in questo periodo in Canada. Le temperature sono, infatti, abbastanza fresche e, in passato, ci sono state molte gare bagnate, il che potrebbe far scendere in pista gli pneumatici da bagnato Cinturato Green intermediate e Cinturato Blue wet. Inoltre, solo per le prove libere del venerdì, Pirelli metterà a disposizione uno pneumatico medio prototipale, due set per vettura, con una diversa costruzione posteriore che potrebbe essere utilizzato per il resto della stagione. "Il Canada è una delle gare più imprevedibili dell’anno; è, inoltre, molto impegnativa per gli pneumatici, soprattutto a causa delle zone di forte frenata e per la trazione. Se a ciò si aggiunge un elevato grado di evoluzione della pista, la gestione efficace degli pneumatici si rivelerà ancora una volta determinante. Ci aspettiamo 2-3 pitstop per pilota, ma potremo avanzare una previsione più precisa dopo le prove del venerdì, una volta che le monoposto saranno scese in pista. Qui le condizioni meteorologiche giocano spesso un ruolo fondamentale: il nostro primo Gran Premio del Canada, nel 2011, si è rivelato essere la gara più lunga nella storia della Formula Uno a causa della forte pioggia e di un successivo stop della gara" ha detto il responsabile motorsport Paul Hembery. "L’anno scorso ci sono, invece, state condizioni di asciutto, ma abbiamo assistito comunque ad un record, con il settimo vincitore diverso nelle prime sette gare. Dato l’elevato grado di usura degli pneumatici, ci attendiamo di vedere una varietà di strategie diverse – con le squadre che dovranno decidere se optare per una strategia ‘sprint’ o se fare meno soste e porre l’accento sulla durata. L’anno scorso l’approccio ‘sprint’ ha premiato, ma con così tanti parametri da tenere in considerazione, i Team dovranno analizzare ogni dato con molta attenzione prima di scegliere quale tattica adottare. In genere, un approccio flessibile è quello che funziona meglio in Canada, quindi possiamo aspettarci che molte squadre lascino aperte diverse opzioni, permettendo ai piloti di fare davvero la differenza quando necessario" ha aggiunto. Jean Alesi: "Il Canada è un posto incredibilmente speciale per me: nel 1995 ho vinto il Gran premio alla guida di una Ferrari, con il numero di Gilles Villeneuve: numero 27. E’ difficile descrivere l’emozione, ma c’era un’atmosfera incredibile, con la folla che si riversò in pista dopo la gara. I tifosi in Canada sono assolutamente fantastici: è bellissimo gareggiare in un Paese in cui la Formula Uno è supportata con tanto entusiasmo. Per un pilota è una grande sfida: le tribune sono vicino alla pista e anche le barriere sono molto vicine, è un po’ come essere a Monaco. Ma naturalmente è un circuito molto più veloce di quello monegasco, e per questo è ancora più impegnativo per gli pneumatici. La caratteristica principale è l’accelerazione e la frenata: vi è una vastissima gamma di velocità, dalle curve molto lente ai rapidi rettilinei. E’ importante gestire le gomme correttamente e avere una buona strategia per rispondere a queste sfide".

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