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La Ferrari punge sulle gomme con "Il Grillo Rampante"

Il blogger misterioso sostiene che chi critica le strategie a quattro soste ha la memoria corta

La Ferrari punge sulle gomme con
Come spesso è capitato in passato quando era il momento di trattare degli argomenti spinosi, la Ferrari si è affidata al suo misterioso blogger, "Il Grillo Rampante", per commentare la decisione della Pirelli di modificare le gomme a partire dal Gp del Canada, considerando quelle attuali troppo deteriorabili sulla maggior parte delle monoposto. A Barcellona è parso abbastanza chiaro che la F138 fosse una delle vetture che si sposavano meglio con le coperture attuali, quindi è quasi ovvio che a Maranello ci sia stato un pizzico di rammarico per questa scelta del gommista italiano. Non è un caso che "Il Grillo Rampante" abbia provato a rinfrescare la memoria a tutti su altri casi in cui la strategia a quattro pit stop non fu considerata uno scandalo. Di seguito vi proponiamo integralmente il suo intervento: Sono tempi difficili per chi non ha memoria. Forse condizionati dalla quantità di informazioni oggi disponibile, si parla troppo in fretta, dimenticandosi di fatti accaduti in un passato più o meno recente. O, magari, i neuroni adibiti a far riemergere i ricordi si attivano in maniera selettiva, in funzione dei risultati ottenuti in pista. Ne è un esempio classico la vicenda del numero delle soste ai box. Alti lai si sono levati per sottolineare che diverse squadre – sia chi è salito sul podio sia chi c’è rimasto piuttosto lontano - hanno effettuato quattro pit-stop nell’ultimo Gran Premio di Spagna, rendendo la gara di difficile comprensione. Peccato che queste anime belle fossero rimaste silenti due anni prima quando, sia sullo stesso Circuit de Catalunya che sul tracciato di Istanbul, cinque dei sei piloti che salirono sul podio fecero esattamente lo stesso numero di soste di Alonso e Massa domenica scorsa nel Gran Premio di Spagna. Del resto, non è certo una novità che si possa vincere una gara con un numero di pit-stop così elevato, al netto di quelli determinati dall’alternarsi delle condizioni meteorologiche. Basta pensare al 2004, anno in cui Michael Schumacher s’impose nel Gran Premio di Francia grazie ad una strategia che passò dalle tre soste programmate alle quattro, la chiave per consentire alla F2004 del campionissimo tedesco di superare l’allora pilota della Renault Fernando Alonso che di soste ne fece tre. E quel giorno, noi ce lo ricordiamo bene, tantissimi furono gli elogi per chi scelse quella strategia e per il fornitore di gomme che rese possibile massimizzare il potenziale della vettura. Oggi, invece, sembra quasi che ci si debba vergognare di aver scelto una strategia che, come sempre del resto, è volta a tirare fuori il massimo dal pacchetto che si ha a disposizione. Se poi questa scelta viene effettuata sin dal venerdì perché tutte le simulazioni sono univoche non si capisce perché ci si debba sentire in imbarazzo nei confronti di chi, invece, ha fatto una scelta diversa salvo poi pentirsene durante la gara stessa.

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