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Analisi

Force India: un... quarto di nobiltà per un piccolo team efficiente

La squadra di Silverstone, nonostante i problemi dal punto di vista economico, replica il quarto posto nel Costruttori grazie alla VJM10 molto affidabile e ai due piloti, Perez e Ocon, che si sono dati battaglia facendo crescere il team.

Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10

Esteban Ocon, Sahara Force India VJM10

Sutton Motorsport Images

LA SQUADRA 

 

Robert Fearnley, Deputy Team Principal Sahara Force India F1 Team
Robert Fearnley, vice Team Principal Force India

Photo by: Sutton Motorsport Images

Se in Formula 1 esistesse una classifica basata sul rapporto punti/budget, la Force India nelle ultime due stagioni sarebbe stata in corsa per il titolo Mondiale. Anche se nel bilancio 2017 manca quel podio che era sempre arrivato nell’ultimo triennio, la squadra nel campionato concluso un mese fa ad Abu Dhabi ha ottenuto il punteggio più alto della sua storia, soprattutto grazie ad un arma: l’affidabilità.

Nelle venti gare disputate ha pagato solo tre ritiri, un'efficienza inferiore alla sola Mercedes campione del Mondo. Il quarto posto nel Mondiale Costruttori ha replicato il bilancio del 2016, confermando una solidità che ha reso quello della Force India non più un exploit occasionale, ma la prima realtà dopo i tre top-team.

La novità di spicco del Mondiale 2017 è stata l’arrivo in squadra di Esteban Ocon, che ha sostituito senza rimpianti Nico Hulkenberg, riuscendo a mettere sotto pressione Sergio Perez anche più di quanto fosse riuscito a fare il pilota tedesco.

Il duello interno ha creato momenti di tensione a Montreal, Baku e Spa, ma complessivamente ha spinto i due piloti a dare costantemente il massimo, garantendo un contributo che è stato fondamentale per vincere il confronto diretto con la Williams (a parità di power unit) con ben 104 punti di margine.

Nel 2018 arriverà una sfida ancora più impegnativa, contro McLaren e Renault a caccia di riscatto. Due squadre che possono contare su un piano tecnico ed un budget più corposo rispetto al team di Silverstone, ma sarebbe un errore pensare che la Force India parta battuta. L’obiettivo, anche nel 2018, è quello di continuare a stupire.

Sergio Perez

 

Sergio Perez, Force India, nel parco chiuso dopo le Qualifiche
Sergio Perez, Force India, nel parco chiuso dopo le Qualifiche

Photo by: Steven Tee / LAT Images

 

Complessivamente il pilota messicano ha completato un buon Mondiale, garantendo alla Force India 100 punti, uno in meno del 2016 (ma in calendario c’era un Gran Premio in più). Ma sulla stagione di Perez pesano due aspetti: la mancanza di quel piazzamento sul podio che era sempre arrivato nell’ultimo triennio, e la pressione subita da Esteban Ocon.

Dopo una convivenza più semplice con Hulkenberg nel 2015 e 2016, l’arrivo nel team del giovane francese lo ha messo un po’ in crisi, ed è stata una notizia che ha sorpreso. Nella prima parte del Mondiale Perez ha complessivamente concretizzato più di Ocon, ma a Baku e Montreal è emersa la forte rivalità tra i due, con il secco ‘no’ arrivato via-radio da Sergio in Canada quando la squadra gli ha chiesto di dare strada al compagno di squadra che poteva contare su una strategia rivelatasi più performante.

A fine Mondiale Perez ha ottenuto il 13% dei punti in più di Ocon (nel biennio precedente il messicano aveva concretizzato il 25 e 28% in più di Hulkenberg) e nessuno più di Sergio ha avvertito da subito il potenziale del francese.

Sergio ormai è a un bivio: dopo sette anni di Formula 1, se le ambizioni sono quelle di puntare a qualcosa di più è tempo di imboccare la strada di un top-team. E con le scadenze di contratto di molti sedili ambiti, sarà fondamentale un 2018 solido e con un approccio da team-player. Se accuserà la crescita di Ocon, i riflessi anche sui taccuini dei top-team saranno inevitabili.

Esteban Ocon

 

Esteban Ocon, Sahara Force India F1, selfie con un fan
Esteban Ocon, Force India, si fa un selfie con una fan

Photo by: Sutton Motorsport Images

La stagione 2017 di Ocon è un grafico che evidenzia una costante crescita. Nella prima parte della stagione il rendimento in qualifica è stato il maggiore problema del ventunenne francese, con un bilancio a favore di Perez di 11 a 2 nelle prime 13 tappe del Mondiale.

Poi Ocon ha cambiato passo, e nelle ultime sette gare ha mostrato un evidente progresso con un parziale di 5 a 2 a suo favore. I passi avanti sono stati confermati anche in gara, con un bilancio nelle ultime sei gare di 30 a 24 su Perez nonostante il ritiro nel Gran Premio del Brasile (causato da una collisione innescata da Grosjean) che si è confermato l’unico stop della stagione!

Ocon è stato il "rookie" dell’anno, dando ragione alla scelta molto ferma della Force India, che lo aveva preferito a Pascal Wehrlein, nonché alle aspettative di Toto Wolff, che per lui prevede un futuro importante.

Per la statistica in realtà Esteban aveva già disputato le prime gare in Formula 1 lo scorso anno con la Manor, ma con la carenza di chilometri a cui i giovani sono costretti con l’attuale regolamento, qualche gara con la vettura più lenta del lotto non cambia la sostanza. Di Ocon ha sorpreso non solo la velocità, ma anche la concretezza, l’aggressività confermata in pista anche nei confronti di avversari di peso, e la velocità di adattamento. E’ uno dei nomi della Formula 1 che verrà, destinato a rimanere nel Circus molto a lungo.

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