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Ferrari: Vettel non deve mancare una pole che può valere un campionato

Il tedesco, che ha urtato le barriere nel secondo turno di libere del GP di Singapore, deve dimostrare di non patire le conseguenze della toccata potendo disporre della Ferrari che è la monoposto migliore del Circus, perché altrimenti Lewis è pronto a sfruttare la situazione...

Sebastian Vettel, Ferrari

Sebastian Vettel, Ferrari

Mark Sutton / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari

Domani sarà un giorno importante per Sebastian Vettel. Lo aspetta un’impresa che in altri momenti sarebbe stata considerata ordinaria, conquistare la pole position numero 56, che diventerebbe la quinta per Seb sul tracciato di Marina Bay.

C’è tutto per farlo, perché dai primi riscontri emersi oggi al termine delle due sessioni di prove libere, la SF71H si è confermata nello stato di forma (eccellente) visto negli ultimi weekend di gara. Ma il potenziale va tradotto in risultato, ed è questa conversione a non essere data così per scontata come in altri periodi.

La Ferrari, giustamente, fa gruppo, e nel gioco delle parti ci sta. Però non può neanche passare inosservato l’errore del pilota più atteso del momento, soprattutto dopo lo svarione monzese.

Se tutto andrà come previsto (ciò che si augura il box del Cavallino e soprattutto Seb) nella valutazione del weekend di Singapore l’errore commesso oggi da Vettel diventerà solo una banale svista del venerdì, cose che capitano. E il pensiero andrà ai 61 giri della gara di domenica, facendo diventare passato anche il weekend di Monza.

Viceversa sarebbe un problema, perché mancare la pole per poco potrebbe essere imputato al ‘braccino’ che arriva dopo aver assaggiato i muri. Un esempio è arrivato oggi da Charles Leclerc, che dopo l’errore del mattino nella sessione pomeridiana è stato più cauto, ritrovandosi a due decimi da Marcus Ericsson.

Al momento l’errore di Vettel è costato 45 minuti di prove libere, ovvero il tempo in cui si completano le abituali simulazioni di gara, che Seb non ha potuto fare.

Se domani andrà tutto per il meglio, le conseguenze negative non andranno oltre.
“Penso che la monoposto sia molto performante – ha confermato Seb – già dalla prima sessione di prove. Nella FP2 abbiamo provato delle soluzioni che non si sono confermate perfette, credo che torneremo indietro, ma fino al momento in cui ho toccato il muro, il giro era comunque molto buono”.

Che la Ferrari sia competitiva è confermato anche da un venerdì che ha visto Kimi Raikkonen chiudere al comando della classifica dei tempi, anche se di un soffio davanti a Lewis Hamilton.

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Nel caldo di Singapore Iceman non si è sciolto, anzi. Da quando è stato informato del termine della sua esperienza in Ferrari, Kimi sembra avere anche un pizzico di grinta in più, forse orgoglio, chissà. Buona complessivamente la sua simulazione di qualifica, ed il suo long-run (a lungo condizionato dal traffico) si è concluso con un giro che ha reso più chiaro il buon potenziale della Ferrari sul passo gara.

Era da tempo che la Formula 1 non evidenziava gli aspetti psicologici dell’essere pilota in modo così chiaro. Per un Vettel che sembra accusare un pò la pressione della volata Mondiale (lo negherà lui, lo negherà la Ferrari, ma dall’esterno sembra proprio così) c’è un Raikkonen che appare rilassato, molto diverso, anche nella mimica, da quello delusissimo post-Montreal.

Sarà per i sei podi ottenuti nelle ultime sette gare, o per aver ormai chiaro il suo futuro nel lungo periodo, sta di fatto che Iceman (pur non essendo un caimano alla Hamilton) è comunque in un buon stato di forma, cosa che fa comodo alla Ferrari, e ad anche allo stesso Vettel. Chi lo avrebbe mai detto solo tre mesi fa?

Sul fronte tecnico i primi riscontri arrivati da Marina Bay hanno visto una Mercedes più vicina del previsto. Lo scorso anno Hamilton e Bottas dovettero accontentarsi della terza fila della griglia di partenza (dietro le due Ferrari e le due Red Bull) dodici mesi dopo nel box campione del Mondo sperano in qualcosa in più.

La qualifica si preannuncia molto tirata, e gli oltre sei decimi che nel 2017 Hamilton si beccò dal poleman Vettel sembrano essere il ricordo di un passato lontano. Oggi il cronometro ha proposto Lewis a 11 millesimi da Raikkonen, con le Red Bull (buon passo gara) staccate di mezzo secondo. Il caimano, come ha fatto in più occasioni quest’anno, è pronto a cogliere ogni passo falso.

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