Ferrari: Vettel ha colpito in modo micidiale solo quando è servito
L'urlo di Sebastian dopo la pole ha evidenzato quanto la partenza al palo, determinante a Singapore, sia stata cercata dalla Ferrari in una Q3 che ha spento le ambizioni della Red Bull. E il team di Maranello ha mostrato l'attesa superiorità sulla Mercedes.
Foto di: Charles Coates / Motorsport Images
Se non ci fosse stata di mezzo la giornata di venerdì, osservando i risultati delle qualifiche disputate oggi a Singapore il primo commento sarebbe il classico “tutto come previsto”. A rendere meno scontata la pole di Sebastian Vettel erano stati gli imprevisti registrati nelle prove libere di ieri, con verdetti che avevano rimescolato le carte, almeno in apparenza.
Ed anche se in Ferrari (nonostante le classifiche poco rassicuranti) non si sono visti segnali di nervosismo, un po’ di apprensione prima delle qualifiche c’era. Una pista che cambiava giro dopo giro, una Red Bull arrembante e la paura di una sbavatura che sul circuito di Marina Bay (come accaduto ieri anche a Vettel) costa carissima.
C’è voluto un grande Seb, che ha estratto dalla SF70H tutto quello che la monoposto può dare nelle condizioni di pista presenti a Singapore, per mettere le cose dove (secondo le attese Ferrari) dovevano essere.
L’urlo lanciato da Vettel quando Riccardo Adami gli ha comunicato “Pole Sebastian, pole” è stato degno di un successo di grande portata, a conferma che il tedesco ci teneva da morire a questa pole position.
Il giro più veloce mai percorso a Marina Bay è arrivato quando era necessario che arrivasse, come è attitudine dei grandi. E dopo cinque sessioni sempre in prima posizione, la Red Bull ha incassato il colpo.
Daniel Ricciardo, e soprattutto Max Verstappen, al termine delle qualifiche non avevano l’espressione di chi (dati alla mano) aveva appena concluso il miglior sabato stagionale. Perché dopo tre sessioni di prove libere e due turni di qualifica che li ha visti sempre al vertice, alla pole ci puntavano davvero, ma poi è arrivata la stoccata di Vettel a mettere tutti d’accordo.
Bisogna però sottolineare come questa volta la Red Bull non sia stata solo la meteora del venerdì, perché anche un super-Vettel ha dovuto dare tutto (con tanto di ‘bacio’ al muro della curva 19) per strappare la pole.
Nel box del Cavallino è stato un sabato quasi perfetto, visto che anche Kimi Raikkonen ha improvvisamente ritrovato quel feeling con la monoposto che sembrava svanito nel nulla nella giornata di ieri.
Un quarto posto Iceman e la stessa Ferrari lo avrebbero firmato alla grande prima delle qualifiche, ma ad un certo punto si è pensato anche a qualcosa in più della seconda fila. Un secondo posto avrebbe contribuito ad un sonno ancora più sereno per la Ferrari, che ora guarda alla gara di domani pensando soprattutto al via, quando Verstappen (che ha ben poco da perdere) potrebbe creare problemi con la sua esuberanza.
L’olandese prenderà il via dalla parte sporca della pista, e questo è un buon vantaggio per Vettel, ma con Max non si sa mai, come sa molto bene Ricciardo.
Inutile sottolineare come la pole position rappresenti per Vettel una sorta di assicurazione che lo mette al riparo da errori altrui, ma la gara si preannuncia tutt’altro che una sgambata, e non solo per la tenuta fisica molto temuta soprattutto negli ultimi dieci dei sessantun giri in programma.
Oltre al temuto assalto Red Bull, la Ferrari non potrà sbagliare nulla sul fronte della strategia, conscia che gli avversari diretti (soprattutto Mercedes) proveranno la strada non percorsa da Vettel. I dati Pirelli confermano una sola sosta: la simulazione più performante prevede il passaggio dalle ultrasoft alle supersoft al giro 19, con l’alternativa dell’utilizzo delle soft con il cambio anticipato alla tornata numero 14.
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