Ferrari: un passo indietro nelle scelte tecniche, per tornare a progredire
Dopo le prove libere alcuni aggiornamenti come il nuovo fondo con lo slot più lungo davanti alle ruote posteriori sono stati messi da parte per tornare a soluzioni che fino a Monza avevano permesso alla Rossa di essere il punto di riferimento del paddock. Perché poi...
ingegneri a lavoro sulla monoposto di Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Glenn Dunbar / Motorsport Images
Prima delle qualifiche disputate oggi a Suzuka, nel box Ferrari c’era un cauto ottimismo. Non proprio le premesse di chi entra in pista per giocarsi la pole, perché con il Lewis Hamilton attuale sembra proibitivo per tutti, ma almeno di chi può provare ad insidiare la seconda Mercedes senza doversi guardare le spalle dalle Red Bull.
Il tutto dopo un venerdì non facile, in cui Sebastian Vettel aveva lamentato problemi soprattutto con le mescole ultrasoft, sia nelle simulazioni di qualifica che nei long-run, completati con un vistoso blister negli pneumatici posteriori.
Problemi da cui la Ferrari due mesi fa sembrava essere immune, grazie ad una SF71H confermatasi esemplare nella gestione delle gomme nella prima metà del Mondiale, ad esclusione della sola tappa di Barcellona.
Nella notte tra venerdì e sabato nel box del Cavallino hanno deciso di fare un passo indietro, rimontando sulle monoposto dei pezzi utilizzati fino alla tappa di Monza e poi sostituiti da aggiornamenti introdotti a partire dal successivo appuntamento di Singapore. Un modo per verificare se gli improvvisi problemi con le mescole tenere siano o meno legati alle evoluzioni aerodinamiche montante sulla Rossa nelle ultime due gare.
La giornata odierna non è stata del tutto lineare (a causa di una pioggia intermittente che ha complicato un po' il lavoro dei team) ma i riscontri arrivati dalla pista sono stati comunque incoraggianti e, prima delle qualifiche, c’era una ritrovata tranquillità tra i tecnici della Scuderia.
Gli eventi legati alle scelte strategiche e la pioggia arrivata nella sessione Q3, hanno ovviamente stravolto i piani e gli esiti della giornata, ma volendo cercare una nota positiva nel sabato nero ferrarista, c’è probabilmente l’aver identificato una via d’uscita ai problemi di surriscaldamento degli pneumatici posteriori.
Prima dell’arrivo della pioggia erano arrivati anche dei dati positivi sul fronte power unit, finito sotto i riflettori dopo la notizia del secondo sensore che la Ferrari ha applicato al suo pacco batterie di comune accordo con la FIA.
La perdita di potenza che avrebbe subito la power unit dopo l’arrivo del sensore ‘bis’ si è confermata una speculazione, visti i dati di velocità massima confermati da Kimi Raikkonen.
Il finlandese si è rivelato il più veloce nei primi due rilevamenti e ad un soffio dalle due Mercede nei successivi due. Tra i problemi accusati dalla Ferrari a Suzuka, non c’è di sicuro quello della potenza garantita della power unit.
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