Ferrari: si è rovesciato il mondo con la Mercedes!
Anche a Sochi si è confermato che il pacchetto aero di Singapore ha permesso alla Ferrari di essere competitiva. I tecnici del Cavallino hanno aumentato il carico verticale e, quindi, l'inneco della temperatura delle gomme, spendendo solo qualche cavallo del motore più potente.
Foto di: Giorgio Piola
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
La Ferrari ha capovolto le gerarchie della F1: la SF90 che a inizio stagione è sembrata a qualcuno una macchina sbagliata, si sta rivelando un'arma letale nelle mani, in particolare, di Charles Leclerc. Tre vittorie di fila e quattro pole position consecutive sono il bottino della Rossa dal rientro della sosta estiva.
Il minuto di distacco che Sebastian Vettel e Charles Leclerc hanno pagato in Ungheria ha inciso nella carne dei tecnici ferraristi: un'onta che hanno voluto cancellare con una reazione davvero inattesa. Se i due successi di Spa e Monza erano preventivabili tenendo conto delle caratteristiche della Rossa che si esalta sui rettilinei, non era affatto prevedibile la supremazia a Singapore, un terreno di caccia delle frecce d'argento o tutt'al più della Red Bull.
Polesitter Charles Leclerc, Ferrari SF90, terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Photo by: Andy Hone / LAT Images
La SF90 con il nuovo pacchetto da alto carico aerodinamico, invece, ha fatto un salto di qualità devastante, trovando quella spinta verticale necessaria a innescare la temperatura delle gomme, facendole lavorare nella giusta finestra di utilizzo.
Insomma si è proprio capovolto un mondo, quando ormai solo a Maranello continuavano a credere nelle potenzialità della Rossa, perché anche a Sochi la Ferrari ha confermato una superiorità schiacciante proprio come a Marina Bay.
Ecco il nuovo muso che ha debutta a Singapore e che è stato confermato a Sochi
Photo by: Mark Sutton / Sutton Images
Lewis Hamilton sostiene che il motore Evo3 del Cavalino abbia un "Jet mode" che fa la differenza: è indubbio che la Rossa riesca a toccare la più alta velocità massima, ma Leclerc e Vettel arrivano al picco prima della concorrenza, pur avendo ridotto il margine dalle frecce d'argento.
Le considerazione da fare, quindi, sono due: la Ferrari ha un'efficienza della power unit che ha superato quella del Phase 3, il motore che ha imposto alla Mercedes una riduzione del potenziale per non intaccare l'affidabilità. Sui motori clienti si sono registrati dei cedimenti preoccupanti, che hanno obbligato i tecnici diretti da Andy Cowell a ridurre la potenza, aumentando la resistenza all'avanzamento della monoposto.
Sulla Ferrari si è registrato l'effetto opposto: la maggiore potenza del motore è stata in parte spesa per aumentare il carico aerodinamico, per cui non si è generato drag dal nuovo pacchetto, ma spinta verticale che ha permesso un migliore sfruttamento delle gomme.
Ferrari SF90, dettaglio del muso con il cape
Photo by: Giorgio Piola
Il nuovo muso dotato del mantello, in alto si può vedere una vista dal basso che evidenzia la presenza di una chiglia, e di un cape di dimensioni ridotte rispetto all'equivalente soluzione della Mercedes che ha lanciato questo concetto: a Maranello hanno mantenuto i turning vanes, mentre sulla W10 è l'estrattore anteriore a interagire direttamente con i bargeboard.
La grande novità, quindi, è stata la comprensione delle gomme Pirelli da parte di Enrico Cardile e David Sanchez e un migliore bilanciamento aerodinamico: l'incremento di downforce anteriore è stato bilanciato anche da un fondo diverso e da un estrattore modificato per ripulire la scia, sotto.
Ferrari SF90, dettaglio del diffusore posteriore con il rinforzo nel bordo esterno
Photo by: Giorgio Piola
Mattia Binotto ha lasciato intendere che alcune soluzioni portate sulla SF90 sono state anticipate dalla monoposto 2020, segno che i risultati strepitosi degli ultimi GP dovrebbero alimentare le speranze di vedere una Rossa competitiva anche il prossimo anno. Siamo all'inizio di un ciclo?
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