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Ferrari: scopriamo perché un doppio podio può valere quanto una vittoria!

Con Raikkonen secondo e Vettel terzo e le due Mercedes ritirate, la Ferrari torna leader nelle classifiche dei due mondiali dopo una gara che ha visto sei motori del Cavallino nei primi dieci. Sta cambiando qualcosa nelle gerarchie del campionato?

Il secondo classificato Kimi Raikkonen, Ferrari, il terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari

Il secondo classificato Kimi Raikkonen, Ferrari, il terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari

Steven Tee / Motorsport Images

Podio: il terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari, spruzza lo champagne sul podio, accanto al vincitore della gara Max Verstappen, Red Bull Racing
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09 lotta con Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H al primo giro
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09 lotta con Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H al primo giro
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 e Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, lottano al primo giro
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, solleva scintille
Podio: il vincitore della gara Max Verstappen, Red Bull Racing, il secondo classificato Kimi Raikkonen, Ferrari, il terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari
Max Verstappen, Red Bull Racing e Sebastian Vettel, Ferrari festeggiano sul podio con lo champagne
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari, e Mattia Binotto, Chief Technical Office, Ferrari
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14, lotta con Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H precede Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09
Il terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, arriva in griglia

Sembra un film. Ma i film ad un certo punto finiscono e si ritorna a casa, mentre oggi sul circuito Red Bull Ring dalla realtà non ci è mai mossi. Ed è una realtà dolce o amara, a seconda da dove la si osserva. Dal box Ferrari la visione è decisamente zuccherata, perché i 71 giri del Gran Premio di Spielberg hanno detto molto sullo stato attuale del Mondiale.

La Ferrari ha lasciato l’Austria dopo aver messo in saccoccia la doppia leadership nelle classifiche piloti e Costruttori, con margini rispettivamente di uno e dieci punti. Il tutto grazie al secondo podio del miglior Raikkonen del 2018, e la terza posizione di Vettel.

Un doppio podio non è mai un bilancio di tappa negativo, ma diventa molto più dolce se in prima posizione non c’è l’avversario diretto, perché alla fine si parla di numeri, ed una battuta d’arresto dei rivali comporta il passaggio dal segno meno al più.

Fino al giro 14 il Gran Premio d’Austria sembrava una gara decisamente in salita per Raikkonen e Vettel: quarto Iceman, dopo un avvio di gara non dei migliori, e sesto Seb. Poi tutto è cambiato, una Mercedes ferma (quella di Bottas) e un'altra che non rientra ai box in regime di virtual safety car.

Giro dopo giro, mentre il team campione del Mondo ha inanellato problemi ed errori, mentre la Ferrari ha messo in campo tutto ciò che poteva, ovvero una strategia perfetta, una gestione degli pneumatici ottimale (un plus cruciale nella gara di oggi), ed una power unit che ha marciato come un orologio, mentre un’importante fetta della concorrenza ha vissuto una domenica da dimenticare.

Alla fine tutte e sei le monoposto spinte dalla power unit del Cavallino hanno concluso nelle prime dieci posizioni, e ben quattro nelle prime cinque. È un passaggio importante in chiave Mondiale, anche se il cammino è ancora molto lungo. In un recente passato era la Ferrari a temere sempre qualcosa in più sul fronte affidabilità, ma oggi anche nel box Mercedes le certezze di un tempo non ci sono più.

Merito del lavoro fatto a Maranello, riuscito nel tempo e far sentire il fiato sul collo ai tecnici di Brixworth, costretti a loro volta a spingere molto per riuscire a mantenere la loro leadership. E quando si forza i rischi aumentano.

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Il Gran Premio d’Austria ha visto anche un contributo importante arrivato da Raikkonen e Vettel. Iceman non ha iniziato la gara nel migliore dei modi (Kimi non guadagna posizioni nel primo giro da 29 GP) prima bloccando alla curva 3 e poi subendo il soprasso da parte di Verstappen alla 7.

“Siamo arrivati in quel punto molto vicini – ha spiegato Raikkonen – avevo la Mercedes davanti a me e ha disturbato un po' il carico aerodinamico. Ho cercato di rimanere all’esterno, e ci siamo toccati. Non è stato l’ideale per me, ma comunque siamo rimasti nei limiti”.

In altre occasioni abbiamo visto Raikkonen subire un po' il contraccolpo legato alla perdita di una posizione, ma non oggi a Spielberg, perché il ferrarista ha confermato un ottimo ritmo in tutte le fasi della corsa, gestendo bene gli pneumatici e riuscendo a tenere Vettel a distanza di sicurezza.

Nel box Ferrari non è mai stata presa in considerazione la possibilità di impartire degli ordini di squadra, e Kimi è riuscito a mettersi nelle condizioni perfette per non permettere a Vettel di disturbarlo, ovvero sempre al riparo dalla zona DRS. Sotto la bandiera a scacchi ha piazzato anche il giro più veloce della corsa:

“Se ci fossero stati ancora due o tre giri chissà”, ha commentato a fine gara, ma al di là di un successo alla portata (il distacco da Verstappen sotto la bandiera a scacchi è stato di 1”504) resta comunque la soddisfazione di aver ottenuto il secondo podio in otto giorni ed essere salito al terzo posto nella classifica generale con una gara da protagonista.

È più agrodolce, invece, il bilancio del weekend di Vettel. L’aspetto tremendamente positivo è l’essere uscito da Spielberg con la testa del Mondiale ed un bilancio di tappa di +15 rispetto a Hamilton. Le cose per Seb hanno girato tutte nel verso giusto, e queste sono giornate che a fine stagione possono avere un peso specifico notevole.

Certo è che il terzo posto finale è anche l’ultimo piazzamento dei big giunti al traguardo, ed anche il suo passo in gara non è stato tale da assicurargli di andare a prendere Raikkonen. Vettel ha perso circa cinque secondi al pit-stop per attendere che il team completasse il cambio gomme di Raikkonen, un gap che ha recuperato in parte ma faticando molto. Una gemma però è arrivata, ed è stato il sorpasso su Hamilton effettuato al giro 39 alla curva 3: una staccata decisa, che ha tramortito non poco il campione del Mondo, come è stato confermato dai suoi team radio successivi.

“Non posso ritenermi completamente felice di questo weekend – ha poi confermato Vettel con onestà – senza la penalità di ieri sarebbe probabilmente stata un’altra storia”.

E un'altra storia sarà probabilmente il prossimo weekend a Silverstone, dove la Mercedes (sulla carta) dovrebbe correre sul velluto, grazie al layout della pista e alla scelta delle mescole molto dure. Ma, a conferma che i risultati sono la miglior medicina per il morale, Raikkonen non vuole attraversare la manica per correre in difesa: “Non è certamente la nostra pista preferita, ma avremo delle novità e vediamo poi che condizioni ci saranno. Sono impaziente di tornare in macchina, spingere e provare a cercare di fare il meglio possibile. Non precludiamoci alcun obiettivo a priori”.

Ha ragione Kimi, la storia di questo mondiale non sembra essere solo un confronto di pura performance, e la Mercedes oggi a Spielberg l'ha toccato con mano.

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