Retroscena Ferrari: Raikkonen è stato fermato, non si è ritirato
Il finlandese ha vissuto un GP azero pieno di problemi: dall'urto di Bottas, alla gomma forata sui detriti Force India, per arrivare alla penalizzazione per un intervento sulla Rossa in zona vietata. Giusta la decisione del team di salvaguardare il motore.
Foto di: Sutton Motorsport Images
La frase del weekend di Baku spetta indiscutibilmente a Kimi Raikkonen. Il finlandese è un tipo di poche parole e quando dice qualcosa lascia il segno. Dopo la rocambolesca gara nella capitale azera Iceman ha ammesso: “…sono il primo pilota che si ritira due volte nella stessa gara!”.
L’analisi del biondino ferrarista è impeccabile, perché Kimi si stava già sfilando la tuta ignifuga quando la direzione gara aveva sventolato la bandiera rossa nel corso del giro 23 per neutralizzare il GP e dare modo agli incapaci commissari di percorso locali la possibilità di ripulire una volta per tutte il circuito cittadino di Baku disseminato di detriti un po’ dappertutto.
La "cannonata" di Bottas
La tappa azera di Raikkonen era già stata compromessa dalla “cannonata” che gli aveva rifilato nel corso del giro 1 il solito Valtteri Bottas, sorpreso al via dal connazionale che lo stava scavalcando.
Il finlandese ha avuto parole di elogio per la squadra del Cavallino perché Kimi era passato sui pezzi di Force India frutto della guerra fratricida da Esteban Ocon e Sergio Perez e ha forato una gomma che avviluppandosi al cerchio ha poi fatto danni seri alla SF70H…
Gran lavoro della squadra
"I meccanici hanno fatto un lavoro fantastico riuscendo a cambiare lo scivolo e la deriva dell'ala in pochissimo tempo. Ma la macchina logicamente non era al cento per cento e sono rientrato al box. Abbiamo lavorato al meglio, ma queste sono circostanze che sfuggono dalle nostre mani, e purtroppo abbiamo pagato un caro prezzo”.
Raikkonen spiega che è rientrato ai box: è successo al 44esimo giro, quando era diventato chiaro a tutti che non avrebbe avuto alcuna possibilità di riconquistare la zona punti, soprattutto dopo il drive through che gli è stato appioppato e che Kimi ha pagato nel corso del giro 34 perché il suo ingegnere di pista, Greenwood ha tolto un pezzo di carbonio penzolante mentre nella fase di neutralizzazione della gara in bandiera rossa, la SF70H era già in fast lane, vale a dire in una zona dove era vietato qualsiasi intervento esterno.
Drive through molto... tassativo
Un provvedimento che a livello normativo è stato sacrosanto, ma il tecnico del Cavallino, accortosi che c’era una parte che penzolava, doveva lasciar partire il pilota come se nulla fosse, per poi magari sentirsi richiamare dalla direzione gara che sarebbe stato necessario fermare la Rossa perché c’era un pezzo che si stava staccando? Comunque avessero agito gli uomini di Maranello avrebbero sbagliato…
Nel frattempo Kimi si era agitato via radio perché nel tratto fra il box e la pit lane la sua Rossa è stata spinta dai meccanici senza che gli fosse stato montato il volante: il realtà il volante-computer era nelle mani di un uomo del Cavallino che seguiva la SF70H, ma il pilota non l'aveva visto per cui via radio ha più volte chiesto imprecando dove fosse finito il suo steering power...
Il ritiro è stato indotto dalla squadra
Tatticamente giusta, quindi, la decisione della Ferrari di chiedere a Kimi di fermarsi due tornate dopo che Iceman aveva ottenuto il suo giro più veloce della gara al giro 44 in 1’45”542 a oltre due secondi dalla prestazione che è stata ottenuta dallo scatenato Sebastian Vettel nella sua rimonta al quarto posto.
Il finlandese, che per la FIA è classificato al 14esimo posto nella graduatoria finale del GP d’Azerbaijan a 5 giri dal vincitore Daniel Ricciardo, in realtà è stato stoppato a ragion veduta dalla squadra perché non aveva alcun senso fare altri chilometri con la power unit e il cambio che sono soggetti ad avere una vita limitata (visto che si possono usare solo quattro motori in una stagione).
Motore e cambio salvaguardati
Va ricordato, per esempio, che il motore numero 2 di Raikkonen ha già sul groppone una distanza di cinque Gran Premi (il motore 1 smontato in Bahrain per precauzione e che dovrebbe essere stato riutilizzato a Monte Carlo) preservarne la durata è stato più che logico.
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