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Ferrari: questa volta gli acciacchi non sono spariti sabato notte

Vettel ammette che la Ferrari non poteva sperare di fare meglio del quinto e sesto posto. Il pilota tedesco che ha risposto picche alla chiamata box del team per il pit stop ammette di aver sbagliato la scelta. Anche se non avrebbe cambiato la sostanza.

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

XPB Images

Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB12, Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W07 Hybrid e Sebastian Vettel,
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H precede il compagno di squadra Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari
Gino Rosato, Ferrari con Norbert Vettel
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari con Diego Ioverno, Direttore delle operazioni Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H

Non sarà semplice per la Ferrari riuscire a godersi una vacanza spensierata. Anche se il regolamento FIA impone due settimane di stop obbligatorio, l’impressione è che ai piani alti di Maranello il cantiere della ristrutturazione (anche se solo nella testa dei responsabili del Cavallino) rimarrà aperto.

Si parla di futuro, ma c’è anche un presente, che non aiuta a trovare la serenità ma va pur sempre affrontato. La Ferrari ha lasciato Hockenheim con il temuto sorpasso della Red Bull nel Mondiale costruttori, ma questo è un verdetto che non sembra essere inappellabile.

Servirà però un deciso colpo di reni, perché le due SF16-H viste ad Hockenheim hanno messo a nudo una competitività che non trova riscontri in quella di inizio Mondiale.

In una corsa senza eventi straordinari, come safety-car, condizioni meteo o strategie a sorpresa, sia Sebastian Vettel che Kimi Raikkonen non hanno retto il passo gara delle due Red Bull. A Budapest il problema era stata la qualifica, perché in gara le Rosse erano sembrate più veloci delle rivali dirette, pur non riuscendo a concretizzare il sorpasso in pista.

Una settimana dopo gli acciacchi non sono spariti il sabato notte, e la corsa ha confermato i verdetti delle qualifiche.

“Ovviamente speravamo di ritrovarci almeno nella situazione di Budapest – ha confermato Raikkonen - ma non è accaduto. Semplicemente non eravamo abbastanza veloci. Siamo andati bene nei primi giri con la gomma nuova, ma dopo la performance è calata. Ci aspettavamo una resa migliore, ma in generale abbiamo davvero bisogno di più carico aerodinamico per migliorare la performance ma anche per gestire meglio la vita dei pneumatici”.

Durante la gara, proprio in tema di gomme, c’è stato un curioso team-radio tra Vettel e il suo ingegnere Riccardo Adami, che lo invitava a rientrare ai box per il secondo pit-stop.

“Negativo – ha risposto Seb – sento che la gomma ha ancora un paio di giri buoni”.

Dopo la corsa però, Vettel ha inquadrato diversamente la situazione.
“Ho appena dato un'occhiata ai dati – ha spiegato con sincerità il tedesco - ed ora penso di aver fatto un errore perché avremmo avuto la possibilità di mettere le vetture davanti a noi (le due Red Bull) più sotto pressione, ma in quel momento non volevo allungare troppo il mio ultimo stint”.

Di fatto non sarebbe cambiato però nulla nell’economia della corsa.
“Di solito in gara siamo più forti che in qualifica – ha proseguito Vettel - ma oggi questo non è accaduto: la macchina scivolava troppo e questo rovinava le gomme. Il quinto e sesto posto sono il massimo che potevamo fare oggi ma di certo non possiamo accettarlo: lavoreremo per migliorare e sappiamo dove, le cose che arriveranno nelle prossime gare sono state pianificate da tempo. La prima parte di stagione non è andata come volevamo e dobbiamo lavorare anche su noi stessi: io per esempio ho avuto troppi alti e bassi che mi sono costati diversi punti. Ma continueremo a lottare”.

Nell’ultimo giro per Vettel c’è stato anche un momento di tensione, confermato dal cronometro che ha riportato un tempo di sei secondi più lento di quello di Raikkonen.
“Sono andato largo alla curva 1 e sono saltato sul cordolo. Ho voluto assicurami di non aver danneggiato la monoposto, così ho ridotto il ritmo e ho lasciato passare dei doppiati. Ho perso molto tempo, ma non è stato un problema”.

In effetti i problemi sono altri, come i cinquantuno punti persi dalla Ferrari nei confronti della Red Bull nel mese di luglio. Per recuperare il divario servono punti, ma principalmente quei punti di carico aerodinamico di cui la monoposto sembra avere una gran fame. Sul fronte power unit il lavoro prosegue invece come pianificato, con gli ultimi tre gettoni che saranno spesi a Spa o Monza.

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