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Ferrari: quel secondo (Red Bull) che ora diventa indigesto

Il dato impietoso che emerge dalle qualifiche di Hockenheim per la Ferrari è che dall'Australia a oggi ha perso più di un secondo nel confronto con la Red Bull. Lo sviluppo che arriva da Maranello è molto più lento di Milton Keynes...

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Foto di: XPB Images

Non è un estate che la Ferrari ricorderà tra le sue migliori. Mentre a Maranello il presidente Sergio Marchionne sta provando a ridisegnare le linee guida al fine di porre le fondamenta per un nuovo ciclo tecnico, il calendario del Mondiale marcia a ritmi serrati, e stampa classifiche che non aiutano a trovare quella serenità che è sempre un’ottima compagna di lavoro.

Le qualifiche di Hockenheim hanno confermato i verdetti di Budapest, con la Ferrari che (al momento) ha ceduto il ruolo di seconda forza alla Red Bull, dovendosi accontentare della terza fila. Sull’Hungaroring era nell’aria che Ricciardo e Verstappen potessero trarre il massimo da una monoposto che sulle piste ad alto carico aerodinamico si esalta, ma Hockenheim non è proprio il toboga di Budapest. Eppure anche in Germania le due Red Bull sono state in grado di essere le prime sfidanti delle due Mercedes.

L’impressione è che al di là di quella che è la base tecnica delle monoposto Ferrari e Red Bull, a partire dalla gara inaugurale di Melbourne, nella sede di Milton Kynes abbiano lavorato in una direzione più efficiente rispetto a quella presa a Maranello.

Nelle qualifiche australiane tra Vettel (terzo) e Ricciardo (decimo) c’erano quasi un secondo, ora, a ruoli invertiti, il gap è di quattro decimi.
“Non è questione di trovare un punto della pista in cui perdiamo di più – ha commentato Kimi Raikkonen – abbiamo bisogno di carico aerodinamico per essere più veloci, perché la guidabilità è buona. Con l’ultimo set di gomme nella Q3 ho avuto qualche difficoltà in più rispetto al treno di pneumatici precedente, con il quale ho completato un buon giro a parte una sbavatura alla curva 8. La vettura si è comportata bene, ma se si spinge si finisce per andare oltre il limite. E’ deludente per essere dove siamo, ma continueremo a lavorare”.

“Mi sembra chiaro che in qualifica non abbiamo la competitività che ci auguravamo – ha confermato Vettel - oltre a guardare chi ci precede, se osserviamo chi è dietro di noi vediamo che siamo stati due decimi più veloci delle Force India. Qualcosa non ha funzionato nel modo giusto, e dobbiamo capire perché".

"Dal mio punto di vista posso dire che ero contento del mio ultimo giro in Q3, in termini di sensazione, ma poi il cronometro ha detto che non ero veloce abbastanza. Ovviamente sta a noi capire e trovare le ragioni per cui non siamo dove dovremmo essere, e dove possiamo essere, in qualifica. Per domenica io sono un pò meno preoccupato”.

In Ferrari hanno lavorato molto sul setup, come confermato dallo stesso Vettel, faticando a trovare l’assetto ideale, e probabilmente la configurazione della SF16-H vista in pista oggi ha pagato nel Motodrome un setup più scarico.

Vettel ha poi commesso un errore nel primo run della Q2 danneggiando il fondo della sua monoposto e lasciando per strada qualche decimo che probabilmente ha condizionato la sua qualifica nei confronti del compagno di squadra.

Ora è tempo di pensare alla gara, e alla possibilità di poter scavalcare in partenza almeno una delle due Red Bull.
“Rispetto ad oggi mi aspetto una migliore competitività in gara, di solito siamo più performanti – ha commentato Raikkonen – ma servirà una buona partenza”.

Non è certo, ma molto probabile, che la corsa di domani possa riproporre un confronto in gara tra Ferrari e Red Bull, e il tracciato di Hockenheim dovrebbe favorire (soprattutto alla staccata della curva 6) la possibilità di sorpassare grazie a scia e DRS. Ma attenzione alla Red Bull, perché il bluff di Horner (abbiamo almeno 40 cavalli in meno delle power unit Mercedes e Ferrari) sembra sempre più un copione a cui gara dopo gara diventa sempre più difficile credere...

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