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Ferrari: per ora niente appello al Tribunale FIA, ma la questione non è chiusa

I legali della Scuderia starebbero valutando nuove prove che potrebbero riaprire il caso del GP del Canada: a Maranello avrebbero preparato una difesa che invocherebbe delle ragioni di sicurezza. L'istanza sarà discussa dalla Federazione Internazionale o magari al TAS?

Sebastian Vettel, Ferrari SF90 lotta con Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

“Si ricorda ai concorrenti che hanno il diritto di appellarsi a determinate decisioni del Collegio dei Commissari, in conformità con l'Articolo 15 del Codice Sportivo Internazionale della FIA e Articolo 9.1.1 delle norme di giudizio e disciplinari della FIA, entro i termini applicabili”.

Questo è l’ultimo paragrafo del provvedimento n. 42 emesso dal collegio dei Commissari Sportivi del GP del Canada che ha sancito i 5 secondi di penalità a Sebastian Vettel nel duello con Lewis Hamilton, dopo il taglio della chicane al giro 48 e il conseguente impedimento della Ferrari sulla Mercedes che è costata al tedesco la vittoria a Montreal.

Leggendo con attenzione è evidente che solo “determinate decisioni del collegio dei Commissari” sono appellabili. Per esempio non le penalità in tempo inflitte in gara.

E la ragione è semplice: se l’appello fosse accettato e discusso, la Mercedes avrebbe diritto a sua volta di protestare sostenendo che Hamilton ha adeguato la sua tattica di gara alla sentenza emessa dal collegio giudicante chiedendo un secondo grado di giudizio, per cui non se ne verrebbe mai fuori.

Eppure, la Ferrari, con il suo direttore sportivo, Laurent Mekies, ha notificato al Collegio dei Commissari sportivi del Gran Premio del Canada l’intenzione di presentare appello contro il provvedimento preso nei confronti di Sebastian Vettel.

Dopo aver presentato il pre-annuncio di appello, la Ferrari avrebbe 96 ore per decidere se procedere con il suo ricorso al Tribunale Internazionale d'Appello. L’istanza, anche se dovesse essere presentata, non verrà mai discussa semplicemente perché non è ammissibile a termini di regolamento.

La bandiera del Cavallino sul pennone del Reparto Corse in segno di vittoria e l’annuncio di un appello serve a tenere buoni i tifosi e un Sebastian Vettel che proprio in Canada aveva ritrovato il buon umore dopo la strepitosa pole position?

No, non è così. Lo staff legale del Cavallino sta valutando quale azione portare avanti, dando per scontato che il Tribunale Internazionale d’Appello della FIA non prenderebbe in considerazione il ricorso Ferrari. Insomma l’idea è di spostare la questione da un’altra parte, al di fuori del giudizio sportivo.

Stando al collegio dei commissari sportivi le immagini della camera car di Sebastian avrebbero evidenziato due distinte correzioni del volante a destra del pilota tedesco quando era già tornato sull’asfalto della pista. Vettel, quindi, avrebbe cercato un’azione di difesa nei confronti di Hamilton (e lo diciamo: come Seb avrebbe agito qualunque altro pilota, lo ha ammesso anche Lewis) per evitare il sorpasso.

Il penta-campione ha dovuto frenare per non tamponare la Rossa, riducendo la velocità di 50 km/h: la combinazione di queste due prove ha portato i commissari a sanzionare Vettel con una penalità di 5 secondi per l’impedimento, adottando la pena meno pesante fra quelle disponibili nel Codice Sportivo Internazionale.

Si pensava che la Ferrari fosse finita in un vicolo cieco: insomma la questione è destinata a restare nella storia, ma pare non finire nell’oblio, perché al Reparto Corse stanno raccogliendo i fatti nuovi che potrebbero cambiare lo scenario.

E proprio la telemetria di Vettel potrebbe essere utile a dimostrare che Sebastian non avrebbe agito per creare un impedimento a Hamilton, ma semplicemente avrebbe fatto delle manovre per restare in pista ed evitare di andare a sbattere contro le protezioni, invocando, pare, una questione di sicurezza.

La Ferrari potrebbe chiedere l'applicazione dell'Articolo 14.1.1 del Codice Sportivo che concede di portare nuove prove oppure fare ricorso a un Ente esterno alla FIA come il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, l’organismo autonomo cui vengono affidate le controversie giuridiche, regolamentari e finanziarie in materia di sport, la cui soluzione non è prevista dalle regole che gestiscono l'attività sportiva.

Alla TAS aveva fatto ricorso Valentino Rossi che aveva respinto la richiesta di sospensiva della penalizzazione di 3 punti sulla patente ricevuta a Sepang per il “contatto” con Marc Marquez. A Maranello stanno valutando il da farsi. La questione, quindi, potrebbe prendere tutta un’altra piega, ben sapendo di aprire un contenzioso con la FIA… 

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