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Ferrari: nel puzzle degli errori di Suzuka, Vettel ci ha messo ancora del suo

Il GP del Giappone di Sebastian Vettel è finito all'ottavo giro quando è entrato alla Spoon all'interno di Verstappen, terzo. “Se non mi butto in quello spazio, e lo spazio c’era, allora vado a casa” ha detto il tedesco ma "sapendo come è andata a finire non rifarei quella manovra".

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, precede Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, precede Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H

Andy Hone / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari, firma autografi ai tifosi
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Tifosi di Sebastian Vettel, Ferrari e Kimi Raikkonen, Ferrari
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09, precede Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W09 e Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari, scatta una foto ai tifosi
Sebastian Vettel, Ferrari, exits his car in parc ferme
Tifosi di Sebastian Vettel, Ferrari

“Se non mi butto in quello spazio, e lo spazio c’era, allora vado a casa”. Il Gran Premio del Giappone è finito da pochi istanti, e Sebastian Vettel nel giro di rientro ai box apre la radio e commenta la gara appena conclusa. Il riferimento è al contatto avvenuto nel corso dell’ottavo giro con Max Verstappen alla Spoon, che ha mandato in testacoda la Ferrari numero 5 mettendo fine alla poderosa rimonta iniziata allo spegnersi del semaforo.

La gara di Vettel, nonostante i 53 giri percorsi fino alla bandiera a scacchi, di fatto è finita lì, visto che il sesto posto finale ha il peso specifico dell’aria in un’ottica di classifica generale.
“Mi dispiace per il risultato, la macchina è stata forte, grazie ragazzi”, ha concluso Seb prima di tornare ai box, rendendo omaggio al lavoro fatto dalla squadra durante un weekend intenso e frustrante. Ma se ieri Maurizio Arrivabene ha avuto da recriminare per l’errore in qualifica commesso dal box del Cavallino, non è poi molto lontano il peso dell’errore commesso oggi da Vettel. 

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Seb è partito alla grande, arrivando in pochi giri alle spalle di Verstappen, ricucendo praticamente lo strappo del giorno prima. Dopo la ripartenza (seguita al regime di safety-car) Vettel ha voluto sfruttare la performance migliore che in quel momento aveva nei confronti della Red Bull, e quando alla Spoon Max ha lasciato libero lo spazio della traiettoria interna, Seb ci si è lanciato senza esitare. Fin qui tutto bene, se non fosse che quel sorpasso è possibile solo se chi è davanti decide di dare strada altrimenti il copione è già scritto. 

Una manovra che ad alcuni addetti ai lavori ha riportato alla memoria il “mezzo sorpasso”, copyright di Damon Hill, che non di rado in bagarre tirava la staccata senza però arrivare ad infilare l’avversario prima del cambio di direzione. Ma perché Vettel è stato così precipitoso?

“Quante volte ti puoi permettere di aspettare? – ha spiegato - non stavo correndo solo con lui (il riferimento di Vettel è ai 5 secondi di penalità che avrebbe scontato Verstappen, provvedimento di cui Vettel era a conoscenza) ma anche con le due vetture che erano in testa alla gara".

"Ho visto che la batteria della Red Bull era bassa, la luce posteriore lampeggiava, e dopo la sequenza di ‘esse’ mi sono avvicinato molto ed ho provato. So che non è il punto di sorpasso migliore di Suzuka, ma se arrivi ad essere affiancato a chi ti precede, credo che sia giusto farlo. Ho fatto del mio meglio per cercare di evitare il contatto, ma lui continuava a chiudere, cosa avrei dovuto fare?”.

A quel punto il contatto era di fatto inevitabile, ma questo è l’effetto e non la causa dell’errore. La Ferrari vista oggi in pista a Suzuka si è confermata una monoposto che ha ritrovato l’equilibrio aerodinamico grazie ad un mix tecnico tra novità e pezzi ripescati, e la facilità con cui Vettel è risalito dall’ottava alla quarta posizione è stata evidente.

Superare Verstappen è indubbiamente più difficile che sfilare Grosjean o Perez, ma in termini di velocità di punta Vettel si è confermato molto performante (Seb è risultato il più veloce in assoluto prima della 130R ed il terzo sul rettilineo principale, con Verstappen sedicesimo e diciottesimo in quei punti della pista), un aspetto molto importante per sfuggire alle valutazioni di un quattro volte campione del mondo, ed è un vero peccato, perché il terzo posto era già in tasca e la possibilità di infastidire Bottas non preclusa.

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“Non fraintendermi – ha concluso Vettel – non voglio sembrare arrogante, ma per me lo spazio c’era. Ovviamente sapendo come è andata a finire non rifarei quella manovra, ma non credo ci fosse nulla di sbagliato nel provare quel sorpasso”.     

Sta di fatto che ancora una volta Vettel in questa stagione ha lasciato dei punti per strada, aggiungendo una riga ad una tabella che vede già Baku, Paul Ricard, Red Bull Ring, Hockenheim e Monza. Mettendo da parte il ‘marziano’ Hamilton, tutto i piloti hanno commesso degli errori in un Mondiale decisamente lungo, ma per Vettel si è trattato spesso di corpo-a-corpo pagati a caro prezzo, scontri diretti che lo hanno visto nel ruolo poco gratificante di sconfitto.

C’è chi imputa questi errori alla pressione, ma non parliamo certo di un pilota ai primi passi, ed al quarto anno in rosso Seb è ben cosciente di cosa comporta guidare per la Ferrari, cosa che tra l’altro fa magnificamente quando riesce ad arrivare in prima posizione.

Ma non si può neanche dire che la pressione arrivi dall’interno del team, visto che la sua figura non è mai stata discussa all’interno del team. “Dopo quanto successo in qualifica, oggi sia la squadra che i piloti hanno reagito bene”, ha commentato dopo la corsa Arrivabene, una carezza all’indirizzo di Seb nella speranza che ritrovi presto il suo rendimento ottimale. 

 

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