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Ferrari: le Mercedes sembrano imprendibili, ma in Rosso niente è come pare

Hamilton e Bottas hanno dato uno strappo nelle prove libere di Sochi, ma a Maranello sono più ottimisti di quanto si è visto in pista: i motoristi hanno tenuto le potenze basse e Vettel non è riuscito a chiudere un giro lanciato nel traffico. C'è stata un po' di pretattica?

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal
Tifosi di Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 e Sebastian Vettel, Ferrari, con dei cartelli
Ferrari SF71H, turning vanes
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Ferrari SF71H, diverse configurazioni dell'ala anteriore
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Ferrari SF71H, dettaglio laterale

I numeri non dicono tutto. Leggendo i riscontri della prima giornata di attività in pista, emerge un quadro che riporta alla mente gli anni delle Frecce d’Argento, quando Lewis Hamilton e Nico Rosberg dominavano la scena guidando con un braccio fuori dall’abitacolo.

Ma parliamo di una classifica del venerdì, e la storia insegna che questa graduatoria non sempre si è confermata rappresentativa dei reali valori in campo. Indubbiamente la Mercedes ha iniziato il weekend russo con il piede giusto, con un uno-due nelle simulazioni di qualifica e dei riscontri molto positivi confermati anche nei long-run.

Sempre scorrendo le cifre delle sessioni FP1 e FP2 completate oggi, emerge una Red Bull nel ruolo di seconda forza, facendo anche sorgere il dubbio che il team abbia sbagliato weekend per decidere di cambiare le power unit, scelta che obbligherà sia Max Verstappen che Daniel Ricciardo a scattare dall’ultima fila nella griglia di partenza di domenica.

A seguire, e questa sembra essere la notizia del giorno, ci sono le due Ferrari. I riscontri delle Rosse sembrano certificare un venerdì tra i peggiori del 2018, ma pur confermando qualche problema in più del solito (Vettel ha parlato di problemi nella gestione degli pneumatici da risolvere) i riscontri nel box del Cavallino non sono così negativi come appaiono ad un primo sguardo.

La simulazione di qualifica, che sembra essere il passaggio cruciale per puntare alla vittoria nella gara di domenica, ha visto Vettel rimediare quasi sei decimi da Hamilton. Un divario importante, ma Seb non è riuscito a sfruttare il grip garantito dalle hypersoft nuove a causa del traffico causato da Vandoorne e Ricciardo.

In più c’è stata l’impressione che in Ferrari abbiano deciso di affrontare la giornata con una configurazione della power unit molto conservativa, come sembrano confermare anche i dati relativi alle velocità massime rispetto al tandem Mercedes.

Non è ovviamente certo che la Ferrari possa ambire ad un risultato in qualifica stile 2017 (quando Vettel e Raikkonen monopolizzarono la prima fila) ma il divario dalle due Mercedes non è neanche quello visto oggi. Diverse sono invece le valutazioni che riguardano le simulazioni di gara. La Ferrari ha sofferto molto le hypersoft della gamma Pirelli (provate solo con Raikkonen, poiché Vettel ha abortito il suo long-run per un testacoda quando montava questa mescola) ma anche la Mercedes di Bottas non ha avuto riscontri migliori.

I due finlandesi sono stati gli unici a provare questa mescola a serbatoi pieni, ovvero le condizioni di inizio gara, ed i riscontri non possono essere paragonati a quelli delle due Red Bull, che hanno utilizzato le hypersoft nelle fasi finali della FP2 con differenti carichi di carburante.

Questo perché sia Ricciardo sia Verstappen prenderanno il via con mescole dure (probabile che la scelta sarà soft) dovendo recuperare posizioni, per poi concludere la corsa con le hypersoft negli ultimi dieci/dodici giri. Per chi al via scatterà con le hypersoft, si preannuncia un primo stint di gara molto breve, probabilmente non oltre i dieci giri (se non ci saranno congelamenti con safety-car).

A preoccupare maggiormente Vettel (e non solo lui) è stato il long-run con le ultrasoft, simulazione che ha confermato problemi di blister alla gomma anteriore sinistra.

I tempi di Seb con questa mescola non sono stati all’altezza di Red Bull, e soprattutto delle due Mercedes, e la Ferrari è apparsa più in difficoltà rispetto ai rivali diretti soprattutto nelle curve a novanta gradi, una delle caratteristiche di Sochi.

È un problema, (che la Mercedes non ha) ma non impossibile da risolvere o attenuare. Ottimi sono stati invece i riscontri arrivati dalla simulazione di gara di Raikkonen con la mescola soft.

Iceman è stato l’unico pilota ad aver completato una sequenza di otto giri costantemente sotto la soglia del minuto e quaranta secondi, confermando ciò che già si sapeva alla vigilia della trasferta di Sochi: su questa pista con un set di soft è possibile completare anche l’intera distanza della gara, senza grandi problemi di blister e degrado.

Una valutazione che sposta molto l’attenzione sulle qualifiche di domani, perché alla luce delle previsioni sul fronte pneumatici (ovvero una variabile che in questo caso rischia di non essere tale) sarà fondamentale sfilare al comando alla curva 2 dopo il via, proprio come riuscì a Bottas lo scorso anno.

E su questo fronte è emerso un timido sorriso a Vettel: “Sul giro singolo non abbiamo problemi con gli pneumatici”, quasi a voler lanciare il messaggio che lui per la pole ci sarà. È ciò che si augura Seb, ma non sarà una passeggiata. Servirà il miglior Vettel e la miglior Ferrari per provare a mantenere vivo il sogno Mondiale, e quella di domani pomeriggio sarà una tappa importante per iniziare quella rincorsa in cui a Maranello tutti credono ancora.

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