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Ferrari: cosa nasconde il nervosismo di Vettel nel long run?

Il tedesco è stato il più veloce in simulazione da qualifica, poi è stato abilissimo a portare la SF70H quasi ai box nonostante un black-out elettrico. Seb si è perso, invece, durante il long ostinandosi a stare dietro a Bottas e rovinando le gomme.

Sebastian Vettel, Ferrari SF70H

Foto di: LAT Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Ferrari SF70H, dettaglio
La monoposto di Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H

Dopo la prima giornata di attività in pista, le gerarchie sul circuito di Al Sakhir sono lontane dall’essere definite, a causa di un pomeriggio un po’ pasticciato da parte dei due leader del Mondiale.

La classifica della seconda sessione di prove libere propone un Sebastian Vettel in versione sprinter, capace di ottenere il miglior tempo di giornata, ma la serata barenita per “Seb” è stata tutt’altro che lineare.

Un black-out elettrico non ferma Vettel

Il primo imprevisto è stato un blackout che ha ammutolito la sua monoposto mentre si apprestava ad iniziare la simulazione di gara. L’effetto è stato quello di un computer in panne, e Vettel ha agito come un utente alle prese con un problema informatico, allungando il braccio destro fuori dall’abitacolo e premendo il pulsante Neutral a disposizione dei commissari per staccare la trasmissione e mettere la macchina in folle.

La Ferrari ha minimizzato l’accaduto, spiegando il motivo dello stop con un problema elettrico che ha mandato in protezione il sistema. Vettel, ha perso quasi trenta minuti, ma è tornato in pista per il long-run con gomme soft, e qui il tedesco è stato poco freddo, perdendo la pazienza quando si è ritrovato alle spalle della Mercedes di Bottas.

Il nervosismo di Seb dietro a Bottas

Sarebbe bastato alzare il piede, sacrificare un giro, e ripartire. E, invece, il tedesco si è intestardito dietro il finlandese, alzando le temperature, e finendo con l’alterare la linearità della simulazione. I riscontri sono stati così diversi da quegli attesi, ma dopo le disavventure del mattino, a portare a casa i dati necessari agli ingegneri è stato Raikkonen.

Nella prima sessione di prove libere il finlandese è stato bloccato da un improvviso innalzamento della temperatura che ha interessato il compressore, ed i tecnici sono stati costretti a cambiare la power unit. Lavoro svolto a tempo record, e Kimi è tornato in pista al tramonto con un ottimo passo. Buona la sua simulazione di qualifica (a 0"168 da Vettel), ottima quella di gara, completata sia con le supersoft che con le soft.

Anche la Mercedes ha pasticciato

Il tutto va però tarato con i riscontri (mancati) della Mercedes, ed in particolare di Hamilton. Lewis ha completato un long-run molto buono con entrambe le mescole (soft e supersoft), ma ha pasticciato nella simulazione di qualifica, rimediando 0"284 da Vettel.

Nel primo giro Hamilton ha sbagliato la frenata di curva 1, nel secondo tentativo ha abortito la qualifica per un problema di traffico, realizzando il suo crono solo in una terza tornata lanciata, con la gomma che aveva perso non poca efficienza.

Tutto rimandato a domani, anche se l’impressione è quella di un Hamilton capace di qualcosa in più, magari poco, ma qualcosa in più. Ma è meglio attendere domani per i riscontri definitivi, visto che non mancheranno gli interventi sul setup nel corso della serata.

C'è il risveglio della Red Bull?

La sorpresa principale della prima giornata di Al Sakhir è stata però una Red Bull rinvigorita, confermatasi molto più vicina al tandem Mercedes-Ferrari rispetto alle prime due prove stagionali. Ricciardo è sembrato sorpreso dai riscontri cronometrici (0"066 da Vettel nella versione da qualifica), ed anche la simulazione di gara con mescola supersoft è stata positiva.

E’ mancato il confronto con Verstappen, bloccato a lungo ai box con il fondo danneggiato dalla T-wing persa da Bottas. In Red Bull sono sembrati abbastanza soddisfatti, ma non hanno aspettative superiori alla terza fila in qualifica, almeno fino a quando la Renault non metterà a disposizione un bottone “magico” all’altezza di Mercedes e Ferrari.

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