Ferrari: bisogna ancora capire il bottone magico Mercedes?
La Mercedes ha un margine di miglioramento fra la Q2 e la Q3 che resta maggiore rispetto alla SF70H: se l'olio nella benzina la versano tutti, qual è il vantaggio che si gioca Hamilton nei momenti decisivi della qualifica?
Foto di: LAT Images
Melbourne non è un stata un caso. A distanza di due settimane dal trionfo australiano la Ferrari ha replicato il risultato ottenuto in qualifica ad Albert Park, lanciando un messaggio ancora più chiaro sulla competitività della SF70-H.
L’esame era di quelli tosti: circuito permanente, temperature basse e gomme più dure. E il verdetto è stato molto chiaro: la prova è stata passata, anche se c'è ancora del lavoro da svolgere, ma la direzione ben chiara. La Rossa regge il confronto con la Mercedes ormai su tutti i fronti, ma secondo i ferraristi paga ancora quando entra in azione il celebre "bottone magico”.
Mercedes, supremazia sul giro secco
Parliamo del momento decisivo delle qualifiche, ovvero i due “run” che i piloti completano nella sessione Q3. Da anni la Mercedes nell’attimo cruciale del sabato pomeriggio riesce a mettere in campo un “plus” di potenza molto maggiore rispetto agli avversari. Renault e Ferrari (che dispongono anche loro di un dispositivo simile) hanno lavorato stagione dopo stagione sperando di colmare il divario, ma la Mercedes (su questo fronte) è ancora la davanti, e questo vantaggio sta diventando sempre più cruciale. Nella sessione di qualifica disputata oggi Hamilton tra Q2 e Q3 ha abbassato il suo tempo di 0”728, Bottas di 0”687, Vettel di 0”527 e Raikkonen di soli 0”041.
Il bottone resta magico?
I due decimi di miglioramento in più rispetto a Vettel hanno garantito a Hamilton la pole position, e questo non fa che accrescere nel paddock la curiosità su come la Mercedes riesca a migliorare così tanto la sua performance. Il bottone aziona solo una mappatura estrema della power unit o anche un sistema che porta olio nel carburante? Dopo una segnalazione arrivata dalla Red Bull la FIA ha effettuato delle ispezioni durante i test di Barcellona, e ha messo in guardia tutti i team in materia. Quindi, per ora, tutto okay.
Al netto dei sospetti (inevitabili quando si vince molto) la Mercedes il sabato pomeriggio ha ancora qualcosa in più, ma la Ferrari è sempre più vicina. Sono 186 i millesimi che hanno separato Vettel dal poleman Hamilton, il quale dopo la 63esima pole position della carriera ha sfoggiato il sorriso delle giornate migliori.
Hamilton non ha più margine
Ha dato il massimo, e questo vuol dire molto. Perché a differenza delle ultime tre stagioni, oggi alla Mercedes serve che tutto sia al 100% per poter essere al vertice. Vettel alla fine si è messo tra i due “grigi”, beffando di un millesimo un comunque molto positivo Bottas, e a Wolff l’exploit finale di Seb ha tolto un po’ la gioia della prima fila completa.
Sarebbe cambiato parecchio, perché al via una Rossa di fianco è sempre motivo di apprensione, e Melbourne ha detto che avere Vettel attaccato agli scarichi non aiuta a gestire la gara in tranquillità.
La SF70H costante nei long run di gara
Parliamo sempre di una Mercedes in pole e di una gara che inizierà nelle vesti di favorita, ma il contesto intorno è molto diverso rispetto alle scorse stagioni. Nei brevi long-run completati nell’unica sessione di prove libere disputata a Shanghai, sia Vettel che Raikkonen sono stati molto veloci e costanti. Peccato che tutti i riferimenti serviranno poco in vista di una gara che si preannuncia bagnata.
Nel box ferrarista durante le qualifiche hanno anche considerato di provare a passare la Q2 con la mescola soft, obiettivo realizzabile ma accantonato proprio a causa delle previsioni meteo. Anche questa è una prova di aggressività che qualche mese fa non sarebbe mai stata presa in considerazione.
Raikkonen non è utile alla causa?
Quando una monoposto funziona bene, nei box si lavora con maggiore serenità, e la pressione negativa lascia il posto ad una tensione agonistica che è una compagna di viaggio molto più gradita. L’unica nota non proprio esaltante del pomeriggio cinese della Ferrari è la quarta piazza di Raikkonen.
Il risultato di per sé non è poi male, il ritardo accusato da Vettel (276 millesimi) non crea alcun caso, tuttavia l’impressione è chiaro che se il confronto Ferrari-Mercedes proseguirà gara dopo gara sul filo del decimo di secondo, Kimi non sembra in grado di garantire quel colpo di reni finale che in questi casi fa la differenza.
E’ ancora presto, siamo alla seconda gara, e c’è spazio per riscattarsi. Ma la domanda sorge spontanea: Raikkonen ha ancora la voracità del terzetto salito sul podio di Melbourne?
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