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Ferrari: anche Byrne ha partecipato ai Technical Working Group!

Nel meeting di Ginevra la Ferrari è rappresentata da Binotto, ma agli incontri precedenti del TWG si è rivisto Rory Byrne fra i direttori tecnici e i chief designer, segno che Mattia vuole sfruttare l'enorme esperienza del 73enne sudafricano.

Rory Byrne

Rory Byrne

XPB Images

Maurizio Arrivabene, Team Principal e Mattia Binotto, Race Engine Manager Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Paolo Martinelli, Ross Brawn, Rory Byrne e Jean Todt
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
(da sinistra a destra): Simone Resta, Vice capo progettista  Ferrari con Esteban Gutierrez, tester e terzo pilota Ferrari
Ferrari SF16-H, targhetta
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Ferrari SF16-H, lo scarico

La notizia è ghiotta: al Technical Working Group che è in corso nella sede della FIA a Ginevra la Ferrari è rappresentata da Mattia Binotto, ma in alcuni degli appuntamenti precedenti si sarebbe visto… Rory Byrne.

Il consulente tecnico di 73 anni è l’uomo che la squadra del Cavallino sta mandando con una certa regolarità ai meeting promossi dalla Federazione Internazionale ai quali normalmente partecipano i direttori tecnici o i capi progetto delle monoposto di tutti i team iscritti al mondiale.

Al Technical Working Group del 7 novembre che si è svolto al Sofitel dell'aeroporto londinese di Heathrow avevano preso parte Rory Byrne (Ferrari), John Owen (Mercedes), Tim Goss (McLaren), Paul Monaghan (Red Bull), Eric Gandelin (Sauber), Andy Green (Force India), Nick Chester (Renault), Ed Wood (Williams), James Key (Toro Rosso), John McQuilliam (Manor), Rob Taylor (Haas).

Considerato che il direttore tecnico della Ferrari è Mattia Binotto e il chief designer è Simone Resta, è quanto meno curioso che il team di Maranello si sia affidato anche a Rory Byrne. In realtà la scelta oltre che azzeccatissima, è anche condivisibile: nessuno può negare l’enorme esperienza che si porta dietro il sudafricano.

Nei TWG, infatti, si discutono le regole tecniche e la scaltrezza di Rory non può che essere utile alla Scuderia: prima di Adrian Newey, il tecnico che meglio di chiunque altro sa interpretare le nuove norme con soluzioni al limite del regolamento, era la coppia formata da Ross Brawn e Rory Byrne a dettare legge.

Ross Brawn, nel frattempo, è saltato dall’altra parte del tavolo, accettando l’offerta di Liberty Media per diventare l’uomo d’ordine degli americani nel paddock, mentre Rory Byrne è stato nuovamente coinvolto quasi a tempo pieno nel progetto della 668.

Nella sua lunga carriera Rory ne ha viste di tutti i colori, per cui la sua conoscenza è un bene inestimabile per tutto il gruppo tecnico diretto da Mattia Binotto. L’ingegnere reggiano sta cercando di valorizzare al massimo le persone che ha a disposizione, mentre per James Allison, precedente direttore tecnico del Cavallino, l’anziano sudafricano era visto come una figura piuttosto ingombrante che non rientrava nei suoi piani.

Sia chiaro che mandare Byrne al Technical Working Group non equivale a una delegittimazione di Simone Resta. Il faentino, infatti, è stato uno dei grandi protagonisti dell’inverno: con due lettere scritte a Charlie Whiting nelle quali chiedeva qual era la corretta interpretazione regolamentare della FIA sulle sospensioni a comando idraulico e sui nuovi limiti del launch control.

Resta è riuscito a far vietare soluzioni che stanno facendo discutere il paddock: proprio oggi, infatti, si discutono a Ginevra quali sono i limiti che la FIA accetterà nell’uso delle sospensioni idrauliche. La partita è in gioco…

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