F1 | Wolff: "La Mercedes W13? E' in una terra di nessuno"
Il team principal della Stella è categorico: “Se vuoi cambiare concetto di monoposto devi capire cosa renderà il nuovo progetto più veloce di quello attuale. E allora penso che se lo avessimo saputo certamente l'avremmo fatto. Ogni chilometro che stiamo percorrendo è una lezione importante su come e cosa possiamo migliorare della macchina. Insomma dobbiamo solo uscire da questa terra di nessuno nella quale ci stiamo trovando in questo momento”.
Foto di: Alessio Morgese
Toto Wolff non vuole sentire ragioni: la W13 non va buttata a mare, ma la squadra deve continuare lo sviluppo della monoposto con le mini-pance.
Il quinto posto di George Russell a Monte Carlo ha un po’ mitigato la delusione delle qualifiche nel GP di Monaco, quando il giovane pilota inglese era sesto in griglia con un distacco dalla Ferrari di Charles Leclerc di oltre sette decimi. Un divario importante, considerato che quello del Principato è il tracciato più corto dell’intero mondiale.
La freccia d’argento per ottenere certe prestazioni ha bisogno di un assetto molto rigido che non era certo l’ideale sulle strade cittadine del Principato per cui Russell e Lewis Hamilton hanno dovuto fare i conti con un forte saltellamento che li ha penalizzati molto.
Siete arrivati all’idea di fermare l’evoluzione della W13?
“Se vuoi cambiare concetto devi capire cosa renderà il nuovo progetto più veloce di quello attuale. E allora penso che se lo avessimo saputo certamente l'avremmo fatto. Quindi, al momento crediamo ancora in questa macchina e in chi l’ha pensata: cerchiamo di portare avanti lo sviluppo per aumentare la comprensione e, dunque, le prestazioni della macchina”.
“Ad un certo punto, se ancora non saremo riusciati a colmare quel divario, penso che dovremo solo continuare a lavorare sodo e poi, se sarà necessario, prenderemo le decisioni per il prossimo anno, cambiando magari quelle cose prendere di architettura o aerodinamica, che non si possono modificare sulla monoposto attuale. Sono scelte alle quali non siamo ancora arrivati. Nel frattempo avremo un po’ di tempo per lavorare in galleria del vento da fine giugno in poi. Dove stiamo tornando”.
In Spagna sembrava che foste arrivati alla svolta della stagione, mentre a Monaco si sono riviste le solite difficoltà?
“Penso che stiamo imparando da ogni pista. Ogni chilometro che stiamo percorrendo è una lezione importante su come e cosa possiamo migliorare della macchina. Insomma dobbiamo solo uscire da questa terra di nessuno nella quale ci stiamo trovando in questo momento”.
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