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Williams: ecco l'ala anteriore nuova sperimentale

La squadra di Grove in Giappone ha portato al debutto una nuova ala anteriore che ha cambiato il concetto aerodinamico, passando dall'idea Mercedes (inwash) a quella Ferrari (outwash).

Williams Racing FW42, dettaglio dell'ala anteriore

Foto di: Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La Williams aveva fermato Robert Kubica a Sochi dopo l’impatto di George Russell nel GP di Russia che è avvenuto durante il regime di safety car.

Come avevamo spiegato su Motorsport.com la decisione era stata presa dal muretto dei box perché il team di Grove non disponeva che di due ali anteriori, per cui in caso d’incidente anche del pilota polacco, non ci sarebbero state parti sufficienti per affrontare la trasferta giapponese.

La premessa era indispensabile per dire che la Williams ha messo a disposizione di George Russell una nuova ala anteriore: si tratta di una versione sperimentale che anticipa il disegno di quella 2020.

Williams Racing FW42, dettaglio dell'ala anteriore standard

Williams Racing FW42, dettaglio dell'ala anteriore standard

Photo by: Giorgio Piola

Sulla FW42, infatti, finora abbiamo visto un’ala anteriore di disegno Mercedes, vale a dire votata al concetto dell’inwash dei flussi, mentre l’orientamento per il prossimo anno è quello di perseguire l’idea della Ferrari che, invece, ha puntato sull’outwash.

A Maranello preferiscono portare l’aria dell’ala anteriore all’esterno della ruota anteriore con il chiaro intento di contribuire alla pulizia delle turbolenze generate dalla gomma in movimento.

A giudicare dalla prestazione di Russell nel confronto con Kubica nella prima sessione di prove libere del GP del Giapponese, la nuova ala pare aver dato dei riscontri molto positivi.

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