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Verstappen punito per l'incapacità di saper alzare il piede

Il collegio dei commissari sportivi del GP d'Italia ha sanzionato Max con tre posizioni sulla griglia del prossimo GP attribuendogli la maggiore responsabilità del crash che è finito bene grazie all'halo che ha protetto la testa di Hamilton: "Sono fortunato perché il diadema ha fatto il suo lavoro e mi ha salvato". L'olandese è fortissimo nel tenere il pide sul gas, meno nel saperlo togliere le poche volte in cui ce ne sarebbe il bisogno.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, Lewis Hamilton, Mercedes W12, dopo l'incidente alla prima variante

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, Lewis Hamilton, Mercedes W12, dopo l'incidente alla prima variante

Zak Mauger / Motorsport Images

Ci sono momenti, tanti, in cui un pilota di Formula 1 deve tenere il pedale dell’acceleratore a fondo corsa, ma la storia delle corse insegna anche che in alcune circostanze (molto rare) è bene alzarlo.

Max Verstappen ha ben presente il primo scenario, ma molto meno il secondo, un aspetto emerso già in altre occasioni ed evidenziato in modo chiaro oggi a Monza.

Un assaggio di quanto sarebbe poi accaduto alla prima variante nel corso del ventiseiesimo passaggio, lo si è avuto nel corso del primo giro, quando alla staccata della Roggia un lanciatissimo Lewis Hamilton ha provato ad affiancare e passare Verstappen.

L’olandese ha chiuso lo spazio, e la Mercedes numero 44 è stata costretta a passare nella via di fuga, rimettendoci una posizione a favore di Norris.

Mezz’ora più tardi i due si sono ritrovati, a ruoli invertiti, nella stessa situazione. Questa volta era Hamilton ad essere davanti all’avversario, e come accaduto nel corso del primo giro a Verstappen, Lewis ha affrontato la variante chiudendo lo spazio all’esterno.

Max aveva due possibilità: transitare nella via di fuga (come fatto da Hamilton ad inizio gara) o alzare il piede dall’acceleratore, ed accodarsi all’avversario. Verstappen ha fatto un’altra scelta, cercando spazio dove spazio non c’era, se non a costo di saltare su uno dei ‘salciciotti’ posti all’esterno del cordolo.

Verstappen è giovane all’anagrafe, ma vive in pista da sempre, ed era ben cosciente di cosa sarebbe accaduto.

Non è premeditazione, ma semplicemente l’incapacità di arrendersi all’evidenza, il ‘killer instinct’ (che ha tanti aspetti positivi) ma che in altre situazioni diventa un limite. Il collegio dei commissari sportivi in servizio a Monza ha radiografato molto bene la situazione: Verstappen non ha mai affiancato a Hamilton (“in nessun momento l'auto numero 33 sopravanza le ruote anteriori dell'auto 44”), quindi non ha mai avuto diritto ad avere uno spazio completo per percorrere la curva affiancato all’avversario.

La FIA conclude specificando che Verstappen avrebbe dovuto rinunciare alla manovra indietreggiando o girando a sinistra dietro il cordolo. Da qui le tre posizioni di penalità sulla griglia di partenza di Sochi.

Ci sono due valutazioni da fare su questo episodio. Il primo, puramente sportivo, è che l’esito del Mondiale 2021 rischia di essere influenzato da manovre che si prestano a valutazioni che non si vorrebbero mai fare.

Verstappen era arrivato a Monza per giocare in difesa, poi le vicende del weekend lo hanno messo nelle condizioni di puntare con decisione ad un successo di tappa che sarebbe stato un colpo importantissimo in chiave Mondiale, scenario svanito di colpo quando il suo pit-stop è naufragato a causa del primo errore stagionale dei meccanici Red Bull. Da quel momento l’idea di uno ‘zero a zero’ per Max è diventata molto allettante.

Ma l’aspetto più preoccupante è che in questo confronto, che ha raggiunto vette di tensione altissime, l’obiettivo finale sta facendo perdere il senso del pericolo.

Le monoposto sono sicure, e questo ha probabilmente contribuito ad allontanare dai piloti la percezione delle conseguenze che possono avere manovre che ormai sono valutate in termini di conseguenze sportive e di un conteggio economico dei danni.

“Onestamente, mi sento molto molto fortunato oggi – ha commentato Hamilton tre ore dopo la gara - grazie a Dio l’halo ha fatto il suo lavoro e questo mi ha salvato. Al momento sento un po' di dolore al collo perché l’adrenalina della gara è svanita, ma lavorerò per rimettermi in forma”.

Silverstone è sembrato un caso, Monza ha confermato che non lo è stato, e con l’avvicinarsi all’epilogo della stagione, un colloquio tra i ‘due’, alla presenza della FIA, può non essere tempo perso.

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