Verstappen non teme la calura che fa paura alla Mercedes
L'olandese è il grande favorito per il GP del Brasile, anche se Vettel due anni fa infilzò il poleman Bottas alla prima curva. Con temperature elevate (si prevedono 50 gradi di asfalto) potrebbe beneficiarne Leclerc che scatterà con le gomme medie, mentre c'è un po' di allarme in Mercedes.
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
Quando al termine di una qualifica tra il poleman ed il quarto classificato ci sono due decimi di
secondo, la lista dei delusi è sempre maggiore di chi è soddisfatto.
Max Verstappen e la Red Bull hanno meritato la pole position conquistata oggi ad Interlagos, forse più di quanto dimostri il margine risicato confermato dalla classifica, legato tra l’altro anche alle ridotte estensione del circuito brasiliano.
Che la qualifica sarebbe stata tiratissima era nelle previsioni della vigilia, e le attese non sono state smentite: Verstappen si è portato in prima posizione al termine della Q1, e lì è rimasto fino alla bandiera a scacchi.
Che sarebbe stata la sua giornata è stato chiaro al termine della Q2, quando ha ottenuto un crono (1’07”503) risultato poi di cinque millesimi più veloce del tempo che gli ha poi consegnato la sua seconda pole position stagionale al termine della Q3.
Max ha poi sottolineato di ritenere sua anche la pole messicana, ma questa è un’altra storia che si
sposa con l’atteggiamento (quando è senza casco e tuta) dell’olandese.
Ciò che invece non era nelle previsioni sono state le difficoltà incontrate da molti piloti quando nel
momento in cui c’è stato da spremere tutto, ovvero nei dodici minuti finali.
Nel primo ‘run’ a commettere delle sbavature sono stati i due ferraristi, Verstappen ed anche Bottas, ma nonostante un errore nel secondo settore, Max si è comunque portato in vetta alla classifica.
Nel secondo ‘run’ l’olandese ha corretto il tiro, abbassando di un decimo il tempo nel tratto centrale e
ottenendo sul traguardo un tempo di 0”123 più veloce rispetto a quello di Sebastian Vettel, a sua
volta più lento con l’ultimo set di gomme nuove rispetto al tentativo precedente.
Il tedesco ha lasciato per strada qualcosa nel primo ‘run’, ma è stato soprattutto Leclerc (quarto) e
non concretizzare un potenziale mostrato oggi solo a sprazzi.
L’ideal-lap del monegasco conferma un tempo inferiore alla pole position di Verstappen, ma oggi Charles ha pasticciato un po' considerando il ‘plus’ che gli ha garantito una power unit fresca, impressione poi confermata dallo stesso Leclerc:
“Sono deluso, ho commesso un grosso errore all’ultima curva nel mio primo giro cronometrato ed ho perso almeno 3 decimi. Quindi si, oggi è stata colpa mia se non siamo in pole”.
Sorride Verstappen, sorride la Red Bull, ma sorride anche la Honda. È vero che la differenza
maggiore tra Max e Vettel è stata soprattutto nel tratto guidato (la SF90 ha digerito poco la curva
6) ma è anche vero che sul rettilineo di 1.2 chilometri che porta alla prima curva, la power unit
giapponese si è ben comportata confermando la bontà degli aggiornamenti introdotti a Suzuka.
La Red Bull ha scaricato al massimo possibile l'aerodinamica per recuperare velocità sul dritto, ma è una soluzione che fu scelta anche dodici mesi fa, e Verstappen non andrò oltre il quinto posto a mezzo secondo dal poleman Hamilton.
Il campione del Mondo oggi è invece ‘solo’ terzo, nonostante Lewis sia stato tra coloro che non
hanno commesso errori. Curiosamente nell’analizzare le velocità massime per verificare la forma
della power unit Ferrari (Leclerc è risultato primo in tutti i rilevamenti) è emerso che alla staccata
della prima curva Hamilton è solo diciottesimo e Bottas… ultimo. E non va molto meglio negli altri
punti, con Lewis 15esimomo e 11esimomo, e Valtteri 18esimo e 17esimo.
Forse la power unit delle due Mercedes accusa qualche sintomo di affaticamento legato
all’avvicinarsi del limite del chilometraggio, ma è sembrata soprattutto la W10 a pagare l’alto drag
che su altri piste è un’arma vincente, ma a Interlagos diventa un peso in più da portarsi dietro.
La Red Bull ha lavorato molto per cercare la massima velocità possibile, e le prove comparative tra la
nuova ala anteriore e la precedente sono proseguite fino al termine della sessione FP3. Alla fine è
stata validata la nuova versione, e i riscontri si sono confermati positivi.
Sarebbe un errore però ipotizzare che i 71 giri in programma domani confermeranno esattamente
le gerarchie viste in qualifica.
Per la Mercedes la gara potrebbe anche essere peggio, considerando le previsioni che stimano in 50 gradi la temperatura dell’asfalto (in qualifica è scesa da 38 a 32) e le difficoltà accusate già oggi da Hamilton e Bottas con le gomme soft, una sofferenza evidenziata dalla necessità di rimuovere le termocoperte dagli pneumatici con largo anticipo prima di uscire dai box.
Sarà una delle grandi incognite, se non la maggiore, che resterà tale fino al via della gara, corsa in cui Leclerc scatterà dalla quattordicesima posizione a causa della sostituzione del motore termico.
Per questo motivo la Ferrari ha deciso di mandare in pista il monegasco nella sessione Q2 con
gomme medie (coperture con le quali Charles ha ottenuto un ottimo tempo) al fine di poter
allungare il più possibile il primo stint di gara.
Ma la scelta potrebbe rivelarsi corretta anche in vista dell’aumento della temperatura, che potrebbe mandare in crisi prima del previsto le soft con cui scatteranno i primi dieci.
In casa Red Bull sembrano sicuri del fatto loro, e Verstappen non sembra per nulla preoccupato dalle possibili variazioni delle condizioni della pista. Vettel, da parte sua, sa che avrà una chance importante al via, e ha già un precedente a suo favore. Due anni fa Seb scattò dalla seconda posizione riuscendo a beffare il poleman Bottas alla prima curva e a prendere il comando senza più mollarlo fino alla bandiera a scacchi. Ma con Verstappen, c’è da scommetterci, non sarà una passeggiata...
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