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Togninalli: "Vedremo una Ferrari migliore di domenica"

Il responsabile degli ingegneri di pista della Scuderia analizza quali saranno le differenze che la Ferrari dovrà affrontare nel GP di Sakhir che si disputerà sull'Outer Track del Bahrain International Circuit rispetto alla gara dello scorso weekend: "Le gomme posteriori saranno sottoposte a livelli di energia più bassi del 20-30% per cui gli assetti aero saranno più scarichi e sarà più difficile portare gli pneumatici nella finestra ideale di esercizio".

Charles Leclerc, Ferrari SF1000

Charles Leclerc, Ferrari SF1000

Andy Hone / Motorsport Images

Quale Ferrari vedremo nel GP di Sakhir che a distanza di una settimana replica il GP del Bahrain sul tracciato dell’anello esterno che abolisce il tratto più guidato?

L’Outer Track del Bahrain International Circuit sarà un tracciato di appena 3.543 metri che risulterà il più corto del calendario 2020 (non essendoci stato il GP di Monaco con i suoi 3.337 metri). Il tempo sul giro stimato è di circa 55” e sarà il più corto della storia della F1.

Le zone DRS saranno due rispetto alle tre del weekend scorso: sul rettilineo principale e fra le curve 3 e 4. Da percorrere ci sono 87 giri e si aspettano medie orarie elevatissime visto che sarà scelta una configurazione aerodinamica molto scarica...

“Una sfida praticamente nuova, con un paio di parametri noti - spiega Matteo Togninalli, Head of Track Engineering della Scuderia - . È vero che gareggeremo nello stesso luogo e sul medesimo tipo di asfalto ma il tracciato ha caratteristiche diverse, soprattutto perché non hai più quella parte della pista nella quale c’erano il tratto misto e le curve ad alta velocità. Le gomme hanno così più ‘respiro’ tra una curva e l’altra”.

“Questo ha un impatto non soltanto sull’assetto e sul livello di carico aerodinamico ma anche sul comportamento degli pneumatici, visto che il livello di energia che devono sopportare, in particolare quelle posteriori, è fra il 20 e il 30% in meno”.

“Pertanto, certi problemi – come il surriscaldamento – che abbiamo visto lo scorso fine settimana, dovrebbero essere mitigati. In termini di efficienza, è sicuramente maggiore rispetto al tracciato dove abbiamo appena corso, quindi mi aspetto di vedere una tendenza a ‘scaricare’ le vetture”.

Le novità che offre e le caratteristiche complessive del tracciato sono un ostacolo o un’opportunità per la Scuderia?
“Direi più un’opportunità, perché è un fatto che sia sabato che domenica abbiamo sofferto particolarmente nella gestione dell’energia esercitata sulle gomme, quindi su questo fronte potremmo trovarci in una situazione migliore”.

“D’altro canto, è chiaro che la SF1000 non brilla nelle piste ad alta efficienza e questa è una configurazione sulla quale l’effetto relativo della prestazione del motore è più alto, due elementi che avranno un peso determinante. La cosa più importante sarà comunque essere in grado di tirare fuori tutto il nostro potenziale, cosa che non siamo riusciti a fare fino in fondo la settimana scorsa”.

Quanto dell’esperienza del Gran Premio precedente sarà utile in questo evento, in particolare sulla gestione delle gomme?
“Ci sono degli spunti che vogliamo approfondire per trovare delle soluzioni che ci consentano di migliorarne la prestazione, sia sull’approccio al giro che nelle regolazioni, ma saremo comunque di fronte a un evento diverso. Ad esempio, sarà differente la gestione delle qualifiche, sia perché non sarà per niente facile trovare il momento giusto per fare il tempo a causa del traffico, sia perché – proprio per quello che dicevo prima riguardo all’energia che devono gestire le gomme – sarà difficile portare le gomme nella finestra ideale di esercizio”.

“C’è molto lavoro da fare ma sono queste le sfide che piacciono a noi ingegneri. Parametri che dovranno essere tenuti sempre sotto controllo sono i consumi di carburante e il rendimento dei freni. Se il primo dovrebbe essere piuttosto in linea con quello della scorsa settimana, visto che su una pista che richiede maggiore efficienza si tenderà a girare con meno carico aerodinamico, per i freni potrebbe essere ancora più critico soprattutto in gara, quando le frenate più importanti, come quelle della prima e dell’ultima, dovranno essere ripetute una trentina di volte in più rispetto a domenica scorsa”.

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