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Ferrari: il motore non usa le trombette mobili

I tecnici del Cavallino non le considerano una priorità del V6 Turbo la soluzione permessa quest'anno dalla FIA

La Ferrari non usa le trombette variabili sul suo motore V6 Turbo. La squadra di Maranello, almeno per il momento, non sembra intenzionata a sviluppare un tema tecnico con molti punti interrogativi sul peso e l'affidabilità, e preferisce proseguire la sua rincorsa alla power unit Mercedes perseguendo il piano che era già stato varato.

I cornetti di aspirazione mobili erano vietati l'anno scorso, al lancio della nuova regolamentazione, ma sono stati ammessi quest'anno. La Renault è stata il Costruttore che ha più ha spinto per la loro introduzione, mentre Mercedes e Ferrari erano piuttosto fredde nel riaprire un filone tecnico in gran auge all'epoca dei motori 10 cilindri e ora che rischia di far impennare sensibilmente i costi.

Se bisogna dare per scontato che i francesi abbiamo provveduto a dotare il V6 Energy Hybrid delle trombette variabili, sappiamo che la Honda ha pensato la sua power unit con questa opzione normativa e la Mercedes, suo malgrado, pare che abbia provato questa soluzione proprio a Jerez.

La pista andalusa non è certo l'ideale per valutare un motore, un'idea più chiara sarà possibile farsela nei test di Barcellona che inizieranno il 19 febbraio, ma il propulsore Ferrari nell'inverno sembra aver fatto un importante salto di qualità dotandosi di nuovi scarichi e, soprattutto, di un gruppo turbina e compressore più grandi.

Lo 059 ha mantenuto il lay-out dello scorso anno con lo scambiatore di calore ad acqua all'interno della V della testata a 90 gradi: il plenum del motore del Cavallino è diviso in due parti (come il Mercedes), per cui è più piccolo di quello Renault che è unico. I primi due dovrebbero avere già un migliore riempimento, mentre l'unità transalpina potrebbe trovare un giovamento dall'aiuto delle trombette variabili.

La soluzione era stata lanciata per la prima volta dalla Ferrari, ma ai tempi dei propulsori aspirati, quando era molto importante "intonare" i cilindri al variare del regime di rotazione. Servirebbero cornetti corti per avere più coppia e trombette lunghe per sfruttare al meglio l'unità ai regimi più elevati. I tecnici di Maranello avevano ideato una soluzione mobile che consentiva il massimo rendimento in tutte le condizioni.

Con il turbo il vantaggio delle onde di sovrappressione è minore, ma la possibilità di migliorare il riempimento della camera di combustione può aiutare ad evitare i fenomeni di detonazione, che sono i più deleteri in un propulsore sovralimentato.

Per far funzionare le trombette mobili, che devono avere un movimento rapidissimo, è necessario un impianto idraulico controllato elettronicamente da una centralina. Insomma una complicazione in più nella già difficile gestione della power unit: Mattia Binotto e i suoi collaboratori non credono che siano una priorità dello sviluppo Ferrari, preferendo sviluppare i concetti che hanno già lanciato per la versione 2015 del motore.

 

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