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Marchionne: "Con i nostri motoristi sfido chiunque!"

Il presidente della Ferrari ha fatto visita alla squadra del Cavallino nei box di Barcellona

Marchionne:

La Ferrari sta ritrovando il suo orgoglio. Sergio Marchionne ha voluto essere vicino alla squadra impegnata nei test di Barcellona: si è presentato nei box catalani a metà mattinata. È stato accolto dal team principal Maurizio Arrivabene e poi si è intrattenuto con Sebastian Vettel e con i tecnici che stanno seguendo lo sviluppo della SF15-T. Subito dopo il presidente del Cavallino rampante si è concesso ai giornalisti…

Quali sono le sue aspettative dopo questi primi test positivi?
“Era essenziale ricreare un equilibrio nello sviluppo della vettura. Quello che stiamo vedendo adesso è il risultato di una pianificazione chiara di una squadra che ormai ha gli obiettivi chiari e i mezzi per farlo. Tutto questo spingerà la Ferrari avanti. Ci vorrà un po’ di tempo, alla prima gara sarà difficile stabilire quale sarà la vera capacità della vettura, bisognerà aspettare di tornare qui in Spagna durante la stagione per vedere cosa sarà capace di fare”.

Arrivabene nella conferenza stampa di ieri ha lanciato una sorta di operazione simpatia…
“Si, ovviamente, la Ferrari uno la può criticare per tantissime cose, ma è un marchio straordinario ed è una grandissima scuderia che ha avuto una relazione straordinaria con i suoi tifosi. Bisogna ristabilire quel rapporto di fiducia e di serenità andando avanti perché abbiamo avuto alcuni anni che non sono stati i più fortunati. Il futuro è tutto da farsi, lo stiamo costruendo un po’ alla volta, con l’umiltà necessaria, perché non abbiamo niente per essere arroganti”.

Ieri il team principal ha detto che è stato lei a convincere Vettel con una telefonata, che strategia ha usato?
“Niente, gli ho semplicemente offerto di venire da noi: Sebastian è un ferrarista sfegatato, non ci è voluto molto per convincerlo…”.

La SF15-T si sta comportando bene anche qui a Barcellona, se l’aspettava meglio o peggio?
“Me la potevo immaginare pure peggio. Credo che stia dando risultati in linea con quello che si attendevano i tecnici, ma bisogna aspettare le gare. I test sono utili a scoprire quali sono i limiti della vettura, ma poi bisogna andare a correre”.

Vedere Kimi Raikkonen con il sorriso è già un segnale positivo?
“E’ un passo avanti enorme. La squadra sta bene: vedo un senso di tranquillità nell’affrontare il futuro. Poi è anche arrabbiata perché vuole tornare a vincere”.

Sembra che ci sia un cauto ottimismo dopo le previsioni difficili dell’inverno…
“Il ritardo c’è ancora. È che ormai lo abbiamo metabolizzato, mica possiamo darci sempre delle colpe. L’abbiamo capito e ora bisogna guardare avanti. E poi bisogna vedere come stanno giocando gli altri. Credo che la cosa importante sia stata convincere la Commissione F1 di poter usare dei gettoni per lo sviluppo nel corso della stagione con un’interpretazione delle regole che era giusta. Questo ci dà modo di apportare delle modifiche alla power unit durante la stagione. Abbiamo conseguito un risultato importante per noi”.

La Ferrari si riprende un po’ di autorevolezza per avere un ruolo più centrale nella F.1?
“Noi abbiamo un ruolo importante in F.1, ma ho il massimo rispetto per quello che è riuscita a fare la Mercedes l’anno scorso: ha svolto un lavoro stupendo e assolutamente incredibile, mi vergogno del fatto che non siamo riusciti a farlo noi…”.

La Formula 1 non cambia niente per il prossimo anno mentre si prometteva una rivoluzione…
“Non bisogna confondere due cose: cosa si può fare nel 2015 per il 2016 e quello si potrà ottenere per il 2017. Quei cambiamenti che erano richiesti per il 2016 avrebbero creato dei grossi problemi nella gestione del 2015 sia per noi, sia per la Mercedes. Abbiamo deciso di fare di affrontare le gomme più grandi, le monoposto più larghe e i motori più potenti in maniera più coerente nel 2017. Il regolamento attuale resta valido anche per il prossimo anno: modificare le regole di sana pianta, toccando l’aerodinamica, avrebbe creato dei problemi enormi. Non dobbiamo scherzare: questi sono proiettili su pista e non ce li inventiamo di notte. È facile fare le modifiche sulla carta, ma poi bisogna farle funzionare in pista”.

La vedremo spesso in pista?
“Fino a quando sarà necessario e poi sono un ferrarista sfegatato per cui vengo non appena posso. Una cosa importante che i ragazzi devono capire è che gli stiamo dando un appoggio e un sostegno incondizionato. Sono qui per fare il tifo per loro, non sono in grado di cambiare la vettura, non ne sarei capace. È importante che sappiano che c’è tutta la Ferrari dietro di loro. E spero che lo capiscano anche i tifosi che torneranno ad avere fiducia in quello che stiamo facendo”.

Era qualche anno che non si vedeva il presidente a un test della Rossa…
“Non lo so, volevo venire anche prima, ma non ho avuto tempo. Stavo vendendo vetture altrove…”.

E’ soddisfatto del team attuale?
“Le squadre si fanno con chi c’è al tavolo. Si chiudono le porte e si fanno i muscoli con le forze che si hanno. Non ho mai creduto nell’andare a cercare le superstar, gente che poi ti rivoluziona il modo di lavorare. I ragazzi che abbiamo in pancia sono fenomenali. E vi dico che i nostri motoristi li schiererei contro chiunque. Non mi vergogno né di loro, né dei telaisti. Non chiedo né scuse, né sconti: ce la vedremo in pista…”.

Qual è la sua motivazione del marchio Alfa Romeo sul cofano della SF15-T?
“Ieri sera ero al Museo Ferrari: se si va a vedere la storia c’è una grande vicinanza con l’Alfa Romeo. È una Casa che ci riporta alla nascita della Scuderia. Abbiamo riavvicinato due marchi molto legati”.

Ma non è un legame che si proietta anche nel futuro?
“Può darsi… Chi lo sa? Intanto cominciamo a mettere il marchio sulla monoposto…”.

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