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Arrivabene: "Alla Ferrari si tira tutti dalla stessa parte"

Il team principal ha incontrato i giornalisti a Barcellona: ecco tutto quello che ha detto...

Arrivabene:

Maurizio Arrivabene ha voluto esserci a Barcellona. Per vedere se il clima che si respira in fabbrica è lo stesso che c’è in pista. In pochi mesi il team principal bresciano sembra riuscito a ridare entusiasmo alla squadra del Cavallino, ridando a tutti l’orgoglio di essere ferraristi. Una mutazione non facile, dopo un pessimo campionato con la disastrosa F14 T. La SF15-T promette bene, ma il capo non vuole alimentare false illusioni: nella sosta pranzo ha incontrato i giornalisti per fare il punto della situazione. Ecco tutto quello che ha detto raccolto in sintetici capitoletti…

LA SQUADRA E’ UNITA
“La Ferrari c’è, io ho detto che la squadra c’è. Uno degli obiettivi che mi sono dato quest’anno è rimettere insieme il team. Non ci sono e non ci saranno più le correnti che c’erano prima: ora tutti lavorano per lo stesso obiettivo. C’è un’unità d’intenti sia nei ragazzi in pista che in quelli a casa: adesso c’è di nuovo serenità. È il primo passo importante…”.

DUE VITTORIE E UN BALCONE
“Credo di avere po’ di esperienza di Formula 1, visto che la frequento da 25 anni: non ho mai creduto ai campioni del mondo delle prove invernali. Il messaggio resta quello del pranzo di Natale: sarebbe un successo se riuscissimo a conquistare due vittorie, tre sarebbero un mega- successo. Le prove di Jerez sono andate bene, anche qui non andiamo male, ma se dicessi che lotteremo per il mondiale a casa mia direbbero che sono fuori come un… balcone".

LA SF15-T NON E’ LA MACCHINA DI MATTIACCI
“Voglio chiarire che LA SF15-T non è la macchina di Mattiacci, come qualcuno ha scritto, né di Arrivabene o di Marchionne. Questa è la macchina della Ferrari. Punto. Dal 1 dicembre, quando abbiamo fatto la riorganizzazione, è stato svolto uno splendido lavoro a cominciare da James Allison e da Simone Resta, il chief designer, che ha già apportato alcune modifiche importanti. Ho visto che è cambiato il clima: alla vigilia di Natale in fabbrica non si sentivano le note di Jingle bells, ma il suono del motore in sala prove, il 31 gennaio i ragazzi erano nel reparto dei compositi”.

IL RETROSCENA SU VETTEL
“Nel momento in cui c’era la certezza che Alonso avrebbe lasciato la Ferrari c’è stato un attimo di impasse, anche se si era già fatto il nome di Vettel. A quel tempo ero ancora solo sponsor e mi sono permesso di fare una telefonata a Sabine Kehm, la manager di Michael, per chiederle se conoscesse quale era la situazione di Sebastian. Sabine la Ferrari l’aveva conosciuta ai tempi di Michael ed è quella squadra che mi sto impegnando a ricreare. Lei aveva parlato al pilota tedesco, ma la telefonata fondamentale è stata quella di Sergio Marchionne che è stata fatta subito dopo Sochi”.

OTTIMA COPPIA DI PILOTI
“Abbiamo due ottimi piloti, Vettel e Raikkonen. Devono essere rivali in pista, perché il primo avversario è sempre il compagno di squadra, ma non deve esserlo nel paddock o nelle conferenze stampa. Credo nell’unità della squadra che deve lavorare in una sola direzione. E fra i due si è instaurato un rapporto eccellente”.

RORY BYRNE E’ IL MENTORE DI RESTA
“Rory Byrne è un entusiasta. Prima di Natale era andato al ristorante e l’ho trovato che stava mangiando in modo molto frettoloso. Mi si sono avvicinato al suo tavolo e allora gli ho detto di prendersela con più calma. Non mi ha ascoltato rispondendomi: “Voglio rientrare in fabbrica perché è programmato un meeting con Simone Resta”. È incredibile quale possa il supporto che può dare un personaggio che è parte della storia Ferrari, che può essere considerato un mentore di Simone resta. E’ stato un chief designer, un guru oltre che un amico. E può essere come un padre pieno di esperienza. Quando ho parlato di lui, James non ha avuto alcuna preclusione a ricoinvolgerlo. Ho un grande rispetto per Rory…”.

MOTORE FERRARI ALLA MANOR (MARUSSIA)
“Supporteremo la Manor con i motori del 2014. Stando alle ultime informazioni che abbiamo ricevuto la squadra ci sarà e saremo pronti a garantirle la fornitura della power unit 2014”.

IMMOBILISMO DEL CIRCUS
“La F.1 va cambiata: non ho cambiato idea rispetto a qualche mese fa. Non sono il tipo che parla di rivoluzioni e poi fa subito dei passi indietro: la F.1 è uno sport che deve avvicinarsi di più alla gente, anche se qualcun altro pensa che il paddock debba restare vuoto, per tenere alto il suo livello. Secondo me non è quella la direzione da prendere: dobbiamo elevare lo spettacolo e non trasformare il paddock in una sorta di setta. Chi andrà a an Ginevra potrà ammirare la 488 Gtb: tutti i visitatori del Salone potranno vederla, ma rimarrà sempre una Ferrari, una macchina esclusiva, di fascia alta. Bisogna mantenere la F.1 come un pinnacolo tecnologico, rendendo però questa disciplina accessibile”.

PRESTO NOVITA' DALLA F.1 COMMISSION
“Ci siamo impegnati a mantenere il silenzio su quanto abbiamo discusso nella F.1 Commission: vi assicuro che qualcosa si sta muovendo verso un cambiamento importante. Capisco che ci possano essere dei vincoli di tempo, ma questi sono dati dai tecnici: bisogna essere realisti e i grandi cambiamenti chiesti per l’anno prossimo avrebbero comportato che delle decisioni da prendere molto prima. Io credo che ci voglia un po’ di pazienza, ma credetemi che qualcosa si sta muovendo…”.

RAIKKONEN NON E’ UN FERMO!
“Sia chiaro che Raikkonen non è un fermo: lo avevamo già visto quando era in Lotus. E dopo Michael Schumacher è stato l’ultimo campione del mondo con la Ferrari. La macchina dello scorso anno non si adattava alle sue caratteristiche. Kimi faceva molta fatica a guidarla, perché non la sentiva sull’anteriore. Credo che il finlandese sia il pilota che ci vuole accanto a Sebastian. Possono fare una coppia perfetta, perché uno si compendia nell’altro. Raikkonen ha solo bisogno di un po’ di fiducia: adesso lo vedo sorridere, parlare. Gli ho chiesto se fosse… “malato” e mi ha risposto sorridendo: “No, ora sto benissimo!”. Credetemi è un altro: l’ho anche visto chino sotto alla Rossa perché voleva sapere come è fatta per filo e per segno. Sono contento nel vederlo così attivo nella squadra…”.

MI SCUSO PER I PARAVENTO IN PIT LANE
“Chiedo scusa a tutti se anche noi usiamo i paravento davanti ai garage, ma nei primi test sono quasi d’obbligo perché la monoposto è quasi sempre scoperta. Mi scuso con i tifosi che non possono curiosare nel box, ma ognuno cerca di proteggere le sue novità come può…”.

LA NUOVA GESTIONE SPORTIVA E’ UN’OPPORTUNITA’
“La nuova Gestione Sportiva darà modo alle persone della Ferrari di lavorare meglio: adesso siamo impacchettati uno sull’altro. Bisogna ammettere che le attuali strutture sono un po’ obsolete per cui è giusto cambiare, innovare. L’unica che mi dispiace è lasciare l’ufficio di chi c’è stato prima di me: a quel posto si sono sedute persone che aveva vinto molto, mentre io non ho vinto niente. Quando sono arrivato a Maranello, Piero Ferrari mi ha fatto notare che era stato rifatto tutto il pavimento, tranne dove c’era la mia poltrona: il parquet, infatti, era tutto consumato. Nessuno aveva voluto rifarlo perché lì si era seduto suo padre. È un posto carico di significati e penso che sia una zona da preservare. È un segno tangibile della nostra storia. E non nascondo che nei primi giorni non mi sentivo pronto per quel posto”.

ENZO FERRARI, UN GURU COME STEVE JOBS
“Guardando al passato bisogna riconoscere il valore del fondatore: Enzo Ferrari. Per i giovani delle ultime generazioni Steve Jobs è l’esempio, un guru, ma se ci pensate esiste un parallelo con Ferrari. Entrambi avevano iniziato la loro avventura in un garage. Enzo aveva cominciato a correre con l’Alfa Romeo e anche per quello che c’è il marchio del Biscione sulla macchina. Da un piccolo garage ha costruito macchine da sogno che hanno vinto su tutte le piste del mondo”.

NON SI DISCUTE L’AUTONOMIA DEL CAVALLINO
“La Ferrari è la Formula 1, non ci può essere Gp senza il Cavallino in pista. Non sarebbe più la stessa cosa. Chi pensa che il marchio possa essere piegato al Gruppo FCA si sbaglia di grosso: Sergio Marchionne vuole dare alla Ferrari l’autonomia con lo spin off”.

ALLISON HA SCELTO I TECNICI, JOCK CLEAR ARRIVERA’
“La squadra è stata disegnata da James. È Allison che ha selezionato gli uomini che lavorano con lui. Certo ho dato il mio contributo di idee nella ricostruzione del team anche prima che venissi ufficializzato nel mio ruolo, perché Marchionne mi aveva chiesto dei pareri su come rivedere la struttura. Ora il team è completo e sono soddisfatto. Riguardo a Jock Clear arriverà: c’è un agreement in Formula 1 e vogliamo rispettarlo. Quando si esce da un team bisogna accettare un periodo di gardening. Abbiamo parlato con Mercedes perché l’uscita avvenga dopo sei mesi anziché un anno”.

NON VOGLIO PIU' VEDERE GLI ORTICELLI
“La cosa più importante è lavorare duro, senza prendere troppe direzioni diverse. Bisogna condividere le scelte, parlarsi. All’inizio ho trovato situazioni che funzionavano perché c’erano vari orticelli e ognuno difendeva il suo. La prima cosa che ho fatto è stato far parlare le persone fra di loro, perché condividessero i problemi e non ci fosse lo scarico delle responsabilità fra i telaisti e i motoristi. Non sono due mondi separati, fanno parte della stessa azienda. E già questo passaggio è stato importante. La responsabilità me l’assumo io. In squadra non ci devono essere paure, ma la convinzione di fare il proprio meglio condividendolo con tutti gli altri”.

I GRANDI MOTORISTI LI ABBIAMO IN CASA
“Una delle cose che ho chiesto a James è di avere un approccio alle persone più aperto, più a 360 gradi. Non credo agli architetti che non ascoltano i consigli dei loro muratori. Ad Allison ho chiesto di sentire i pareri dei collaboratori, di filtrare le loro esperienze e di decidere aiutato dai nostri motoristi. Ho scoperto che noi abbiamo dei grandi motoristi, gente molto preparata, in grado di fare molto bene. Avevano solo bisogno di uscire dal guscio, di ritrovare la loro passione e di condividerla. Il bello è che queste risorse le abbiamo in casa, non dobbiamo andarle a cercare fuori!”.

SONO L’ALLENATORE DELLA SQUADRA
“Eppoi c’è Simone Resta, il chief designer: so che viene dalla scuola di Aldo Costa, persona che rispetto tantissimo. Ci sta dimostrando che non c’è bisogno di grandi nomi, né di caricare le persone di troppe responsabilità. Io mi considero l’allenatore di questa squadra, ma non chiamatemi Mister perché odio questo termine. Il mio compito è di far giocare al meglio la squadra, sfruttando le capacità che ciascuno sa esprimere nel suo ruolo. Se poi i risultati non verranno sarò io ad andare a casa”.

F1 CONCEPT, UNA PROVOCAZIONE RIUSCITA
“La F1 concept è stata una provocazione, ma neanche tanto. Abbiamo cercato di interpretare il look di una monoposto per fare vedere che si possono fare delle cose diverse, ridando spazio alla fantasia, al sogno. Chi ha commentato dicendo ma noi abbiamo la macchina che va più forte della vostra non ha capito niente. È stupido rimanere legati a queste letture. Dobbiamo muovere qualcosa: alla fine di gennaio ho detto che la SF15-T era sexy, ma abbiamo pensare che si possa realizzare qualcosa di ancora più bello per il futuro. I ragazzi sono attratti dalle macchine dei videogame e magari le preferiscono alle monoposto da Gp: dobbiamo riconsiderare alcuni aspetti della F.1 senza farci condizionare da regolamenti che sono troppo difficili da interpretare. Le norme tolgono troppo la creatività dei progettisti: è sbagliato”.

GUTIERREZ NELLE LIBERE IN MESSICO?
“Esteban è arrivato in Formula 1 troppo presto, ma ha delle doti che non ha potuto mettere in mostra in un team che non aveva le risorse per valorizzarlo. Ha l’esperienza di due stagioni di gare e potrà crescere in un top team come terzo pilota, lavorando anche al simulatore. Non lo abbiamo preso perché è supportato da Carlos. Mi piace separare la sponsorship dal pilota, sono due aspetti che non vanno messi insieme. Abbiamo scelto il pilota e non i suoi sponsor. Sono felice che possa lavorare con noi per imparare: è stato adottato dalla squadra e non è escluso che gli si possa dare una chance per guidare nelle libere del Gp del Messico. Perché no? Intanto sarà protagonista del filming day la prossima settimana proprio qui a Barcellona”.

NON SI POSSONO SCARICARE LE COLPE SU ALONSO
“Chi pensa che i problemi dell’anno scorso dipendessero da Alonso si sbaglia di grosso. Fernando è una persona che stimo e un pilota fortissimo. Non si può indicare lo spagnolo come causa dei guai del passato campionato. I miei rapporti con lui sono rimasti buoni…”.

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