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Mercedes: vibrazioni nocive dalla sospensione inedita

A Brackley hanno scoperto la causa delle vibrazioni che nel GP d'Austria hanno mandato in crisi i sensori del cambio quando la W11 andava sui cordoli. La sospensione posteriore è attaccata alla struttura deformabile e non al cambio.

Mercedes AMG F1 W11, dettaglio della sospensione posteriore

Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La Mercedes ha trovato la causa delle fastidiose vibrazioni sulla W11. I tecnici di Brackley dopo un’accurata analisi dei dati svolta in sede hanno individuato qual è stato il motivo che ha innescato delle nocive vibrazioni che nel corso del GP d’Austria della scorsa settimana avevano mandato in crisi i sensori del cambio costringendo i piloti a ridurre il passo ed evitare di salire sui cordoli.

Il capo degli ingegneri di pista, Andrew Shovlin, aveva detto: "Abbiamo un’anomalia da risolvere sulla monoposto. Sembra essere un qualcosa legato alle caratteristiche della vettura: dobbiamo prevedere, quindi, che il guaio si ripresenti, anche se non siamo in grado di dire quando”.

Inizialmente era parso che ci fosse un problema nell’accoppiamento di telaio e motore o fra il propulsore e il cambio, ma le indagini torsionali svolte nella factory hanno escluso anomalie di quel tipo, per cui andava capito cosa potesse aver innescato delle vibrazioni che hanno avuto un effetto negativo mandando dei segnali sporchi al sensore del potenziometro della trasmissione, impedendo cambiate precise, ma con pericolose sfasature nel comando.

I tecnici diretti da James Allison hanno scoperto che le anomalie dipendono dalla sospensione posteriore. Il braccio posteriore del triangolo inferiore non è più ancorato alla scatola del cambio, ma alla struttura deformabile posteriore, un particolare anti-crash imposto dalla FIA che non ha mai avuto funzioni prestazionali.

La scelta di progetto molto ardita è stata dettata da esigenze aerodinamiche: la sospensione è stata sollevata e il braccio spostato più indietro per ripulire i flussi che generano la scia aumentando l’efficienza aerodinamica della freccia nera.

Per ottenere questo vantaggio aerodinamico in Mercedes sapevano che avrebbero dovuto fare i conti con un fissaggio meno rigido di quanto sarebbe risultato con l’attacco della sospensione sulla scatola del cambio, tanto che non avevano previsto che sui cordoli alti come quelli di Spielberg si sarebbero potute generale delle vibrazioni killer per i sensori che comandano la trasmissione.

Gli ingegneri, quindi, sono riusciti a irrobustire l’attacco del braccio alla struttura deformabile, spegnendo almeno in parte le anomale vibrazioni dopo un’analisi modale delle risonanze. Lewis Hamilton ieri ha scolpito una pole position che rimarrà nella storia della F1 potendo sfruttare la W11 al limite, senza incorrere nei “misteriosi” problemi che lo avevano rallentato nelle prove libere.

Le frecce nere, quindi, hanno trovato il loro tallone d’Achille e dovranno tenere d’occhio solo le temperature della power unit (ma in Stiria farà meno caldo) per dettare legge di nuovo…

Mercedes W10, dettaglio della sospensione posteriore vista da sotto  con gli attacchi sul cambio

Mercedes W10, dettaglio della sospensione posteriore vista da sotto con gli attacchi sul cambio

Photo by: Giorgio Piola

Mercedes W10, dettaglio della sospensione posteriore vista da sotto con gli attacchi sul cambio.

Mercedes W10, dettaglio della sospensione posteriore vista da sotto con gli attacchi sul cambio.

Photo by: Giorgio Piola

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