Strategie Singapore: tutti per una sola sosta
La gara di Marina Bay si gioca su un'unico pit stop, ma sarà interessante scoprire chi potrà anticipare la sosta (undercut) e chi al contrario punterà all'overcut. Determinante sarà la classifica determinata dal primo giro.
Foto di: Lionel Ng / Motorsport Images
Sulla carta la strategia del Gran Premio di Singapore non sarà molto complessa: la corsa richiederà un solo pit-stop che servirà per passare dalle gomme soft montate al via alle medie (o hard). Ma in realtà quello a cui saranno chiamati gli strateghi delle squadre sarà un Gran Premio ad alta tensione.
Gli scenari saranno ovviamente conseguenti all’ordine con cui i piloti transiteranno alla prima curva; se saranno confermate le posizioni sulla griglia di partenza, ovvero Leclerc davanti a Hamilton e Vettel davanti a Bottas (Verstappen sulla carta può contare meno sul compagno di squadra) il primo stint sarà una guerra di nervi in attesa di chi farà la prima sosta.
La Pirelli ha garantito dai 18 ai 22 giri con le soft (ovvero un terzo di gara) ma non è da escludere che chi insegue possa anticipare il pit.
Se la Ferrari deciderà di agire d’anticipo, dovrebbe essere Vettel a fare la sua sosta per primo, obbligando così Hamilton a seguirlo per evitare rischi di undercut. Se invece Bottas sarà nella scia di Seb (ma dovrà liberarsi di Verstappen) è probabile che Valtteri sarà il primo ad entrare in pit-lane.
Altrettanto probabile è la possibilità che Ferrari e Mercedes differenzino le strategie tra i due loro piloti, con stint anticipati ed allungati (il gap potrebbe essere una decina di giri).
Ovviamente sempre con l’incubo safety-car, possibilità da non escludere a Singapore vista la mancanza di vie di fuga.
Le squadre cercheranno di proteggersi con un pilota, ma se la vettura di servizio dovesse entrare in pista a cavallo dei pit-stop potrebbe creare il caos sul fronte strategico, ed essere determinante sul risultato di gara.
Non ci sono invece grossi timori sui fronti usura e degrado degli pneumatici, ma sarà comunque da tenere d’occhio il temuto surriscaldamento dell’asse posteriore. Su questo fronte i dati di venerdì hanno confermato una Mercedes molto costante, ed è ciò in cui spera Lewis Hamilton per il riscatto.
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