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F1 | Strategie: previste due soste, con l'incognita della hard

I primi sei partiranno con le medie per valutare nel primo run del GP di Spagna quale strategia adottare: la tentazione è di andare verso le due soste (prima media e poi soft), perché la hard sembra 8 decimi più lenta della gialla nel passo gara, ma se qualcuno dovesse partire con la bianca e se con la pista gommata dovesse ridurre il gap prestazionale, allora l'orientamento potrebbe cambiare verso la sosta unica. Solo Leclerc, che si è risparmiato un treno di soft nuove, potrebbe prendere un rischio al via.

Carlos Sainz, Ferrari F1-75, effettua uno stop durante le prove

Carlos Sainz, Ferrari F1-75, effettua uno stop durante le prove

Mark Sutton / Motorsport Images

Maggiore è l’usura degli pneumatici e più cruciale diventa la strategia di gara. L’asfalto del circuito di Catalunya è uno dei più abrasivi dell’intero mondiale, e l’abbinamento con le temperature molto elevate che si sono confermate nell’arco di tutto il weekend costantemente superiori ai trenta gradi, hanno creato uno scenario molto temuto da squadre e piloti.

Non è un caso che alla vigilia dei 66 giri in programma oggi tutti i top-team abbiano conservati due set nuovi di gomme medie abbinati al tradizionale set di hard. Nelle posizioni di vertice il solo Leclerc è riuscito a completare il quadro perfetto, salvando anche un treno di soft nelle qualifiche di ieri.

La gomma hard è l'incognita del GP di Spagna

La gomma hard è l'incognita del GP di Spagna

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Restano però ancora dei dubbi su quale sarà la strategia vincente e, probabilmente, le risposte arriveranno solo nel primo terzo di gara. La tendenza è quella di assottigliare il più possibile i margini di rischio, puntando sulle gomme hard in abbinamento con le medie, ma a Montmelò la mescola ‘bianca’ (C1 in questo weekend) si è confermata molto più lenta della ‘gialla’, con un gap sul ritmo gara valutato in otto decimi.

Con uno stint che teoricamente dovrebbe durare più di metà gara, diventa un handicap, poiché il rischio è quello di perdere più tempo rispetto ad un’eventuale seconda sosta, calcolata in 23 secondi.

Per i top-6 c’è però ancora una possibilità per non fare un passo alla cieca. Al via è altamente probabile che nelle prime tre file tutti scatteranno con gomme medie, per affrontare un primo stint d’attesa.

La speranza degli strateghi di Red Bull, Ferrari e Mercedes è che qualcuno alle loro spalle decida di prendere il via con gomme hard, offrendo così la possibilità di valutare la performance della mescola.

Se i riscontri saranno positivi, allora sarà più probabile che al primo pit-stop vengano montate un set di ‘bianche’, viceversa sarà utilizzato il secondo set di medie per poi passare nella seconda ed ultima sosta alle hard o (se le medie consentiranno di arrivare a 15 giri dalla bandiera a scacchi) alle soft.

Diversa la situazione di Leclerc, unico dei piloti di vertice a disporre un set di soft nuove. La Ferrari ha confermato ieri in qualifica di essere pronta a prendersi qualche rischio (calcolato), e nella simulazione di gara completata ieri nella sessione FP3 il monegasco (con un alto carico di benzina) è arrivato a percorrere quattordici giri con un set di soft.

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Il vantaggio di scattare con le ‘rosse’ sarebbe notevole, sia in termini di grip al via che alla prima staccata, oltre a garantire una buona performance nei primi due giri. Questo permetterebbe a Leclerc di poter consolidare la leadership nei primi giri e di non dover utilizzare la hard, gomma temuta sia nelle prime tornate (a causa del maggiore tempo che richiede per raggiungere la finestra di temperatura ideale) che in caso di safety car, poiché esporrebbe chi le utilizza ad essere attaccato da un avversario che monta le medie nel giro di ripartenza.

Ovviamente sarà l’usura la chiave della corsa, un fronte sul quale la Red Bull venerdì ha raccolto ottimi riscontri. La Ferrari ha però trovato una via d’uscita nella situazione problematica emersa nella sessione FP2, ed anche la Mercedes ha confermato un buon ritmo, non all’altezza della Red Bull (e della Ferrari di sabato mattina) ma neanche tanto distante in termini di gap.

La percentuale di ingresso in pista della safety car è considerato elevato, anche se ci sono ampie vie di fuga fuori dalla sede stradale nella maggior parte delle curve c’è sabbia, quindi difficilmente in caso di uscita di pista un pilota sarà in grado di rientrare in carreggiata autonomamente.

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