Silverstone a rovescio? Una pazzia. Monza non ci pensa
In questa fase di motori spenti per il Coronavirus si devono sentire le proposte più stravaganti: Stuart Pringle, manager di Silverstone, sostiene che si possa disputare un secondo GP al contrario. Benvenuti di Monza esclude questa ipotesi ed elenca una serie di validi motivi.
Foto di: LAT Images
La cosa incredibile di questo periodo di stop forzato dovuto alla pandemia del Coronavirus è che bisogna ascoltare le idee più folli come se fossero una panacea per uscire dalla crisi che il COVID-19 ha scatenato.
Una fra le tante degli ultimi giorni è stata partorita da Stuart Pringle, giovane responsabile del tracciato di Silverstone, che pur di recuperare una gara in calendario sarebbe anche disponibile a far disputare un GP con l’inversione del senso della pista.
I media inglesi hanno accolto la proposta come una fantasiosa pazzia, ma c’è chi questa bella pensata l’ha presa sul serio.
Pringle parlando con Sky Sport GB aveva detto che “…la maggior parte dei team hanno sede qui, dunque dal punto di vista logistico sarebbe utile per loro che si corressero diverse gare sul nostro tracciato perché ogni sera gran parte degli staff potrebbero andare a casa loro a dormire".
E fin qui siamo nel razionale, il deragliamento è iniziato dopo:
"Correre al contrario non è affatto un pensiero stupido, anche se al momento non abbiamo l’omologazione del tracciato per farlo, ma ci potremmo lavorare. Siamo in un momento straordinario, per cui penso che anche un certo tipo di decisioni particolari possano essere prese”.
Nessuno ha posto delle logiche questioni di sicurezza e, allora, abbiamo girato la stessa domanda a Pietro Benvenuti, direttore dell’Autodromo di Monza…
“A Monza non lo farei mai di far gareggiare le Formula 1 in senso contrario. Tutte le misure di sicurezza sono state studiate in funzione del tracciato stradale che gira in senso orario: le vie di fuga sono state pensate per assicurare alle macchine degli spazi in caso di problema. Invertendo il senso sarebbero inadeguate se non pericolose. Non se ne parla proprio”.
Un’idea da buttare nel cestino?
“Penso di sì, magari in piste come in Qatar si potrebbe analizzare la proposta perché non hanno protezioni vicino al tracciato, ma girando al contrario sarebbero da rivedere tutti i cordoli. No, non se ne fa niente…”.
Lando Norris, giovane pilota McLaren che nelle ultime settimane è diventato idolo delle nuove generazioni grazie agli eSport:
“Sto guardando i video onboard di chi ha provato Silverstone al contrario. Sembra molto diversa e difficile, come ad esempio Becketts e Maggotts, ma in generale tutto è durissimo. Ci troveremmo con qualche curva veloce prima dei rettilinei, anziché delle varianti lente. Forse sarebbe più difficile superare o forse no, non ne sono sicuro, però sarebbe bello".
Ma alla sicurezza non ci pensa nessuno?
“Le misure di sicurezza sono studiate appositamente per un senso di marcia, e invece lunghi rettilinei finirebbero in tornantini senza vie di fuga. Pensando a Silverstone certi spazi ci sarebbero, ma bisognerebbe lavorare per aggiungere qualcosa in più, ma non penso si possa fare dappertutto”.
In verità non si può fare da nessuna parte, perché anche le postazioni dei commissari e le uscite dei mezzi sono state pensate per proteggere il personale.
E gli stessi segnali luminosi a bordo pista andrebbero rovesciati. Insomma, roba da due lire. E allora perché spararle così grosse per creare un’aspettativa che poi non porterà a niente. La F1 non ha bisogno di sensazionalismo, ma di piedi per terra…
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