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F1 | Shovlin: "W13 fastidiosa. Ecco perché è difficile rinunciarvi"

Andrew Shovlin, direttore delle operazioni in pista di Mercedes, spiega perché il team di Brackley non sia riuscito ad accantonare il progetto W13. Ora le monoposto sembrano pronte per sfruttare il loro potenziale.

Lewis Hamilton, Mercedes W13

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

La Formula 1 è andata in vacanza dopo aver inaspettatamente ritrovato la Mercedes. La pole position ottenuta da George Russell al Gran Premio di Ungheria e il seguente doppio podio sempre arrivato in terra magiara grazie a Lewis Hamilton e all'ex pilota della Williams sono stati segnali molto forti dopo una prima parte di stagione a dir poco negativa.

La W13 era stata frenata prima dal porpoising, poi dal bouncing e da scelte progettuali troppo estreme. Non si tratta delle pance "size zero", ma di geometrie delle sospensioni, il fondo e altri particolari che rendevano le Frecce d'Argento troppo rigide e soggette ai saltellamenti su quasi ogni tipo di pista.

Dopo numerosi interventi, le W13 hanno iniziato a mostrare del potenziale interessante, culminato con l'ottimo risultato di Budapest. Andrew Showlin, direttore delle operazioni di pista di Mercedes, ha spiegato per quale motivo il team non abbia ceduto alle tentazioni di abbandonare il progetto e che, anzi, continuerà a svilupparlo.

"La W13 è stata particolarmente fastidiosa per il modo in cui ti dà scorci di prestazioni e di ciò che potrebbe essere, e lo fa a un livello tale che è difficile per noi rinunciare a lei. Quindi ti risucchia un po' dal punto di vista ingegneristico".

"E' stata una monoposto difficile. E certamente alcuni dei problemi sono dovuti al fatto che non abbiamo abbastanza deportanza. Dobbiamo trovarne e dobbiamo trovare anche un po' più di potenza. Ma nel complesso la pole di Russell e il risultato ottenuto in Ungheria è un segno che stiamo andando nella direzione giusta".

George Russell, Mercedes W13, effettua una sosta ai box

George Russell, Mercedes W13, effettua una sosta ai box

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

"Il doppio podio, la pole position, sono tutte cose che all'inizio dell'anno avremmo potuto solo sognare. E questo è incoraggiante. Sembra proprio che stiamo facendo progressi. E' stato utile vedere che questa vettura con carrozzeria stretta può dare buoni risultati in gara".

La W13, risolto il porpoising, ha fatto vedere di poter essere una macchina competitiva. Non è un caso che Shovlin abbia lasciato intendere che il concetto base della vettura di quest'anno potrebbe essere mantenuto anche nel 2023.

"E' sicuramente un elemento da prendere come base per lo sviluppo. Saremo più efficaci se lavoreremo con quello che abbiamo, piuttosto che cercare di adattarci al progetto di qualcun altro".

"Le pance sono state una distrazione rispetto ai problemi generali che abbiamo dovuto risolvere. Se si pensa che solo tre gare fa rimbalzavamo da tutte le parti. Montreal, Baku e Monaco soprattutto".

"Ora i piloti escono e se parlando di bouncing è perché ne hanno avuti un po' in curva. Si nota quasi per la sua assenza. E siamo riusciti ad applicare questi miglioramenti al pacchetto attuale e questo è un ottimo segno".

Charles Leclerc, Ferrari F1-75, si scontra con George Russell, Mercedes W13

Charles Leclerc, Ferrari F1-75, si scontra con George Russell, Mercedes W13

Photo by: FIA Pool

Se nella prima parte di stagione le vetture realizzate a Brackley avevano lasciato poco spazio per poterla definire "fastidiosa". Sembrava infatti essere un progetto sbagliato, invece dopo le correzioni apportate negli ultimi mesi i tecnici del team tedesco hanno iniziato a capire come farla funzionare nella giusta finestra per estrapolare poi le prestazioni desiderate.

"Una delle cose che è cambiata è che i piloti, improvvisamente, hanno trovato la fiducia nella monoposto che a loro era mancata nella prima parte della stagione. In precedenza, nel corso delle qualifiche, dicevano sempre che il posteriore non aveva un comportamento corretto. Non 'attaccava'. Abbiamo fatto modifiche alla vettura che potrebbero aver aiutato Russell a ottenere la pole".

"Il team ha fatto un ottimo lavoro per mettere tutto nella giusta finestra. ma la risposta onesta è che non sappiamo come abbiamo ottenuto la pole di Budapest", ha terminato Shovlin.

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