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Sepang dà un segno: Perez è il... presente Ferrari?

La crisi di Massa non trova soluzione e il messicano potrebbe essere il secondo pilota ideale di Alonso

Questa è stata una vittoria di Fernando Alonso. Se provate a togliere il due volte campione del mondo dalla classifica del Gp di Malesia vi trovereste con Sergio Perez sulla Sauber C31-Ferrari che rifila quasi un giro a Felipe Massa sulla F2012. E oggi staremmo a parlare della squadra del Cavallino come di un team allo sbando. E, invece, la strana domenica di Sepang è stata salvata dal campione spagnolo che con il 28. successo in carriera scavalca un certo Jackie Stewart nella lista dei Gp vinti, portandosi in quinta piazza. MAGIE SULL'ACQUA L'asturiano ci ha mostrato un saggio delle sue capacità mostruose in una corsa nel diluvio: non ha commesso errori su una pista fradicia d'acqua e man mano che l'asfalto si asciugava ha saputo nascondere le inevitabili magagne della F2012. La Rossa manca di carico aerodinamico e di velocità di punta, ma la sua parte meccanica si è meritata una promozione. Segno che davvero non è tutto da buttare. SQUADRA SOLIDA La Ferrari ha iniziato il mondiale con il morale sotto i tacchi, sapendo di non essere vincente subito. Il successo insperato di Sepang sarà un corroborante formidabile per una squadra che ha colmato molte sue lacune: il muretto è stato inappuntabile. Perfetti i tempi dei pit stop sempre puntuali e velocissimi. Insomma l'intelaiatura del team è quadrata, pronta a lottare per le posizioni che contano. TATTICA DI DIFESA? Non illudiamoci che piova sempre sul bagnato, ma Fernando Alonso si ritrova in testa al mondiale piloti con 35 punti: l'avvio della stagione va ben oltre le più rosee previsioni, tenuto conto che l'asturiano doveva cercare di perdere meno punti possibili sugli avversari più agguerriti, in attesa che a Barcellona arrivi la F2012 del riscatto, rivista e corretta. SEGNI DEL DESTINO Questi sono segni del destino e la giornata memorabile di Sepang, probabilmente, avrà altri effetti importanti sulla stagione di Maranello. Nel giorno del trionfo di Alonso, infatti, si consacra il talento di Sergio Perez. Il messicano è “prestato” alla Sauber e viene coccolato dagli uomini del Cavallino nell'ambito del Ferrari Driver Academy. Insomma Stefano Domenicali ce l'ha già in... casa. Dopo il secondo posto malesiano sarà anacronistico far finta di niente per continuare a scommettere su Felipe Massa. IL NAUFRAGO MASSA Il brasiliano è l'ombra di se stesso: gli hanno sostituito il telaio dopo la debacle di Melbourne, ma la situazione non è cambiata. Felipe è naufragato nelle retrovie con il trascorrere dei giri, mentre il compagno di squadra stava vincendo e il “rivale” Perez portava la Sauber ad uno storico posto d'onore per la squadra elvetica. SERVONO DUE PILOTI La realtà è sotto gli occhi di tutti: se la Ferrari è convinta di poter entare nella lotta per il mondiale con una F2012 più competitiva, deve anche poter contare su un secondo pilota che porti a casa dei punti pesanti per il titolo Costruttori e sia d'aiuto al capitano, Fernando Alonso. La Ferrari è ammirevole per il rispetto e la riconoscenza nei confronti di Massa, ma il diluvio di Sepang ha mostrato in modo inequivocabile che il destino non va avversato, quanto incoraggiato. TALENTO PEREZ Sergio Perez ha tutte le carte in regola per vestire i panni del secondo pilota Ferrari: è giovane, velocissimo e anche maturo per i suoi 22 anni. Ascolta i consigli della squadra e sa interpretare le strategie di gara in maniera mirabile. È capace di fare stint lunghi con gomme che ad altri vanno in “pappa” dopo pochi giri, sintomo di una sensibilità non comune. NON SERVONO ORDINI Aggiungiamo, inoltre, che capisce al volo le situazioni. Riteniamo non sia stato casuale il fatto che Sergio dopo aver ascoltato via radio l'ingegnere di pista che lo consigliava ad una tattica prudente: “Non cercare rischi, alla squadra basta anche un secondo posto”, abbia fatto un dritto. In quella situazione un errorino ci sta, ma non ha più ripreso il passo precedente. Non c'è stato un ordine di squadra (di quelli di cui ha sempre avuto bisogno Felipe), ma il “consiglio” è stato a dir poco inopportuno per un team che non ha mai vinto un Gp (Kubica correva con i colori BMW) e vedeva la possibilità di concretizzare un sogno. SUPERIORITA' SAUBER Il messicano, con la pista che si stava asciugando, stava sfruttando la superiorità della C31 rispetto alla Rossa che arranca quando si vuotano i serbatoi. Nel piede aveva un passo di un secondo più veloce di Alonso e anche il campionissimo spagnolo si sarebbe dovuto arrendere all'evidenza: la Sauber andava come una fucilata con le hard mentre Fernando cominciava a fare fatica con le medium. LUNGO DECISIVO È bastato un lungo, dopo aver sfiorato un cordolo viscido, per perdere il contatto con la F2012 e per inchinarsi ad un secondo posto che vale molto più di un contratto. Un commosso Peter Sauber continua a spergiurare a chiunque lo incontri nel paddock che non c'è stato alcun ordine di squadra, ma evidentemente il ragazzo sudamericano non ne ha bisogno. È sveglio e capisce al volo. Perchè perdere altro tempo, allora?

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